Attualità
La tragica morte di Ludovica Visciglia: la quindicenne caduta dal Tagadà del Luna Park di Galliate, a Novara
Ludovica era rimasta gravemente ferita a seguito della caduta da una giostra ed immediatamente ricoverata in rianimazione in condizioni oltremodo disperate. Si è spenta ieri presso l’Ospedale Maggiore di Novara
di Giordana Fauci
Ieri, 13 marzo, è deceduta presso l’Ospedale Maggiore di Novara Ludovica Visciglia, la giovane che lo scorso 8 marzo ha compiuto quindici anni e che, perciò, si è recata assieme ad un gruppo di amici a festeggiare il compleanno al Luna Park di Galliate, dopo una cena in famiglia.
Ludovica è rimasta gravemente ferita a seguito della caduta da una giostra e, perciò, è stata immediatamente ricoverata in rianimazione in condizioni oltremodo disperate.
La ragazza risiedeva nel vicino paese di Trecate, nella zona ovest del Ticino.
Dopo il Luna Park, aveva in programma il taglio della torta che, però, non è avvenuto.
Il Luna Park teatro della tragedia era stato allestito per la Festa Patronale di San Giuseppe, tornata a celebrarsi nuovamente dopo due anni di pandemia.
Si trattava del primo giorno di apertura.
L’incidente è avvenuto all’ultima corsa della giostra.
Le cause sono ora al vaglio della Polizia Locale che ha posto sotto sequestro la giostra.
Si tratta, per l’esattezza, di un Tagadà, una sorta di catino che ruota a fortissima velocità e che, durante la rotazione, viene inclinato, facendo sobbalzare chiunque si trovi al suo interno.
L’incidente di Ludovica è avvenuto attorno alle ore 23:00.
La giovane, stando a quanto hanno dichiarato gli amici, ha perso l’equilibrio cadendo all’interno del Tagadà, come altri ragazzi che le stavano accanto ma che si sono prontamente rialzati ed hanno avuto la fortuna di non subire colpi.
Ludovica, invece, non ce l’ha fatta perché ha violentemente battuto il volto.
Gli amici, alla vista del suo sangue, hanno chiesto di fermare la giostra.
Sul posto sono prontamente intervenuti sia il 118 che i Carabinieri.
La raccolta delle testimonianze dei ragazzi presenti e dei proprietari della giostra è proseguita per tutta la notte.
Per decisione del Sindaco il Luna Park è stato chiuso per l’intero week-end.
Ludovica frequentava il primo anno del Liceo Classico “Carlo Alberto” a Novara.
Lo scorso luglio era stata premiata insieme ad altri ragazzi, per l’impegno mostrato durante l’anno scolastico, avendo conseguito la licenza media alle scuole di Trecate con il voto di “10 e lode”.
Viene descritta come una ragazza piena di progetti e di sogni, già da bambina, quando frequentava le scuole elementari alla “Don Milani” di Trecate.
Questo il ricordo che ne ha lo zio, perché i genitori non hanno più neppure la forza di piangere.
Il nome del titolare dell’impianto risulta ora iscritto nel registro degli indagati della Procura di Novara ma si sta valutando anche la posizione del figlio: pare infatti che ai comandi del Tagadà ci fosse lui.
Di quest’ultimo si sta occupando, per la precisione, la Procura per i Minorenni, visto che il ragazzo ha meno di diciotto anni.
“Quella di oggi è una giornata molto triste per la nostra comunità…”: ha dichiarato Federico Binatti, Presidente della provincia di Novara e Sindaco di Trecate che adesso si ritrova a piangere una giovane vita spezzata.
Non è la prima volta che un giovane muore in circostanza tanto tragiche.
Il primo agosto del 2020 era toccato ad una ragazza di 19 anni, caduta dalla giostra Transformer e che, perciò, aveva riportato un gravissimo trauma cranico, dopo aver battuto violentemente la testa presso il Luna Park di Ponente a Barletta.
Il 16 agosto del 2011 ha, invece, perso la vita Giusy Mucciacciaro, una ragazza di ventidue anni sbalzata dalla giostra Adrenaline ‘Xtreme. In tal caso, dopo la confisca della giostra e l’assoluzione del collaudatore, sono stati avviati ben tre processi a carico dei costruttori dell’attrazione, con l’accusa di omicidio colposo.
Morti inaccettabili: talmente inaccettabili che vale la pena interrogarsi sull’ingiusta ed assurda tragedia che si può verificare dopo aver deciso di ricorrere a divertimenti tanto estremi quanto insulsi.