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Attualità

La Repubblica della Macedonia del Nord nuovo Stato Europeo?

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Dopo 30 anni di controversie firmato con la Grecia un accordo che dovrà essere approvato in Parlamento.Lo Stato balcanico si chiama come la regione settentrionale della Grecia che  non ha mai accettato l’omonimia.

di Vito Nicola Lacerenza

Da quasi trent’anni, la Grecia pretende che il vicino Stato balcanico della Macedonia cambi nome, ponendo fine al risentimento dei greci residenti nell’omonima regione settentrionale del Paese affacciato sul Mar Egeo. Pochi giorni fa, il  primo ministro greco Alexīs Tsipras e il premier macedone Zoran Zaev hanno siglato un accordo con il quale la Macedonia si impegna a cambiare il nome in “Repubblica della Macedonia del Nord”, riscrivendo la Costituzione, mentre la Grecia promette di ritirare il veto sull’entrata della nazione balcanica nell’Euro e nella NATO. Il faccia a faccia è stato definito da Tsipras come “un momento storico” verso “la pace, l’amicizia, la collaborazione e lo sviluppo economico condiviso”, ma la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Moltissimi greci lamentano il fatto che nel nome “Repubblica della Macedonia del Nord” continui a comparire “Macedonia”, ovvero lo stesso  della regione settentrionale ellenica. Secondo i nazionalisti, il permanere dell’omonimia potrebbe dare adito a rivendicazioni territoriali da parte della Macedonia.

Lo stato balcanico, dal canto suo, dichiara la sua libertà di denominazione. Specie perché dal 1991, anno della fine della Jugoslavia, il piccolo Paese è ufficialmente riconosciuto dalle Nazioni Unite come “Ex  Repubblica Jugoslava di Macedonia”, un nome ritenuto poco dignitoso dai cittadini. Sebbene la questione divida le opinioni pubbliche dei due Paesi, i loro rispettivi governi sono determinati ad andare avanti con i prossimi passaggi istituzionali, tutt’altro che scontati, per terminare il processo.  Il premier  Zaev dovrà fare ratificare il trattato in Parlamento e indire un referendum per settembre o ottobre in modo che i cittadini votino “Si” o “No” all’accordo. Nel caso di un esito positivo il Parlamento macedone dovrà far votare l’accordo e cambiare la Costituzione. Si tratta di un’ operazione indispensabile affinché il Parlamento greco decida di ratificare il trattato ma, nello stesso tempo, molto complessa sul piano politico. Il Presidente della Repubblica macedone, Gjorge Ivanov, si è rifiutato di firmare l’accordo, il che costringerà il Parlamento a richiederne l’approvazione. Una volta ripetuto tale passaggio, Ivanov sarà costretto a sottoscrivere il trattato, ma un ritardo del processo potrebbe pregiudicarne la buona riuscita.

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