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Ambiente & Turismo

La prevenzione dei disastri in Italia: riflessioni e proposte a confronto

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 Ѐ stato pubblicato da poco il volume “La prevenzione dei disastri in Italia: scenari e prospettive strategiche nazionali”

 di Alexander Virgili

Abitualmente si parla dei disastri solo dopo che sono avvenuti, per raccontare di quanto accaduto, dei danni e delle usuali buone intenzioni di prevenzione che però, quasi sempre, restano solo buone intenzioni.  Meno usuale parlarne in situazioni di apparente tranquillità, quando si immagina che tutto proceda con serenità e ordine.   Ѐ stato pubblicato da poco il volume “La prevenzione dei disastri in Italia: scenari e prospettive strategiche nazionali” che si inserisce appunto in questa seconda prospettiva, cioé parlarne, studiare, formulare previsioni, proprio per prevenire il più possibile che i disastri avvengano e minimizzarne le conseguenze.  Procedura doverosa in un Paese come l’Italia, nel quale le calamità naturali (aree sismiche e vulcaniche, zone costiere erose, aree montane impoverite) e antropiche (alta densità abitativa e congestione di molte aree urbane, insediamenti industriali prossimi alle aree abitate, discariche fuori controllo, scarsa gestione del territorio) sono una costante storica persistente.    In modo opportuno il titolo del libro mette assieme tre aspetti che dovrebbero essere sempre ben collegati: la prevenzione, gli scenari del presente e di quanto potrebbe accadere (realizzati anche con simulazioni) e le prospettive strategiche nazionali. Si, perché se non si è in grado di intervenire e prevenire alcuni disastri, il rischio disastri potrebbe trasformarsi in un progressivo e inatteso collasso del sistema nazionale. Lo scopo della pubblicazione che, come si precisa, raccoglie contributi di esperti in diverse discipline, non è solo suggerire percorsi e ipotesi di risposta e prevenzione ma anche porre spunti di riflessione e alimentare un costante dibattito e studio per l’intervento. Ciò attraverso gli scritti di quattordici studiosi che hanno realizzato i dodici contributi raccolti in un testo di circa 290 pagine.  L’idea del volume è nata nell’ambito della GIRD – Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri, che il Corpo Italiano di San Lazzaro organizza in Italia da otto anni, in sintonia con la giornata internazionale promossa dalle Nazioni Unite, fissata per il 13 ottobre.   Per ridurre i disastri e le loro conseguenze è necessario da un lato coinvolgere gli esperti che possano analizzare situazioni e contesti proponendo correttivi o innovazioni, dall’altro occorre garantire e promuovere la conoscenza e la partecipazione degli operatori e decisori e delle popolazioni che, di fatto, subiscono i possibili disastri e vanno coinvolte attivamente. Per la realizzazione del libro il Corpo Italiano di San Lazzaro si è avvalso oltre che della generosa disponibilità di alcuni suoi autorevoli consulenti scientifici, anche della collaborazione del Centro Studi Internazionali, uno dei più antichi think thank di geopolitica in Italia, che negli ultimi anni ha ottenuto nuova linfa dai numerosi giovani collaboratori e analisti.  Ѐ probabilmente la prima volta che si crea in Italia una sinergia tra un’organizzazione di volontariato e protezione civile ed un centro studi di geopolitica. Tale collaborazione testimonia concretamente quanto sia importante l’intersezione tra aspetti operativi ed analisi teorica e di scenario. Questa sinergia costituisce un prima caratteristica innovativa del volume, cui si aggiunge il tipo di contenuto, che prende in esame temi non sempre associati direttamente ai disastri, quali la programmazione della comunicazione, i pericoli della cybersicurezza e delle reti informatiche, l’impatto economico-finanziario dei rischi, i problemi di gestione dell’agricoltura, l’epidemiologia delle discariche, la geopolitica internazionale.

Se è chiaro che alcuni disastri o emergenze non sono prevedibili in senso stretto, si pensi a terremoti, uragani, esplosioni per incidenti, è pure vero che le conseguenze degli stessi eventi possono essere di gravità molto variabile a seconda di quanto si sia stati in grado di approntare misure di sicurezza, sistemi di allertamento e di intervento, nonché procedure specifiche di risposta adeguati.  Sicuramente diverso il caso degli inquinanti dispersi nell’ambiente, dei quali si continua a sottovalutare la pericolosità, nonostante i dati epidemiologici allarmanti oramai disponibili.  Analogo il problema della specifica resistenza antisismica degli edifici, tema periodicamente ricorrente ma raramente affrontato in termini concreti. In sistemi complessi, i danni delle emergenze e dei disastri sono ben quantificabili, così come i costi per ridurne l’impatto.  L’economia dei disastri, con il suo indotto, ha una presenza variabile nei vari Paesi, ma è tale da poter contribuire a orientare tempi e modalità di sviluppo degli stessi, specialmente nelle aree meno sviluppate. Mentre è facile associare emergenze e crisi legate al terrorismo e ai conflitti armati a interessi economici e a interpretazioni geopolitiche, non altrettanto avviene per emergenze e disastri naturali e accidentali, che pure hanno ampi risvolti economici e politici, sebbene meno evidenti.

Si sa che la prevenzione opera prevalentemente attraverso la riduzione dell’esposizione al rischio, la riduzione del grado di vulnerabilità, e la realizzazione di strutture e piani per la gestione dei rischi.  Che nella fase successiva all’emergenza, la predisposizione di efficaci piani di intervento, la sicurezza e celerità nelle procedure, la individuazione degli aspetti essenziali e delle priorità d’azione, l’approccio sistemico articolato, determinano gli esiti della stessa.  Tutto ciò richiede studi e ricerche costanti e articolate ma anche il coinvolgimento dei decisori politici, degli opinionisti, degli amministratori, degli organismi sociali e culturali, dei cittadini tutti, che vanno informati e sensibilizzati.  Questa è proprio la principale finalità del libro, non in vendita, ma destinato a sostenere le iniziative del Corpo Italiano di San Lazzaro per promuovere un cambio di rotta nell’occuparsi dei disastri, contribuendo a creare uno scambio costante di collaborazione tra operatori, studiosi e decisori. Sostenendo una trasformazione culturale e funzionale sempre più urgente.

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