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Arte & Cultura

La Pittura Analitica del XXI secolo a Milano

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Primo Marella Gallery di Milano inaugura il 24 settembre, alle ore 19.00, la seconda parte del progetto curato da Alberto Fiz

lanciopittMilano, 18 settembre, 2015- L’indagine sulla Pittura Analitica, una delle esperienze artistiche più significative del dopoguerra, prosegue con sempre maggior interesse anche a livello internazionale. Dopo il successo della mostra dedicata ai lavori storici degli anni Settanta, Primo Marella Gallery di Milano inaugura il 24 settembre, alle ore 19.00, la seconda parte del progetto curato da Alberto Fiz esponendo nei suoi ampi spazi di viale Stelvio una selezione di 25 opere recenti realizzate in gran parte negli ultimi quindici anni. La Pittura Analitica, infatti, non è affatto tramontata e la sua indagine si sviluppa, rinnovata, anche oggi. A confermarlo sono i lavori esposti in quest’occasione di Enzo Cacciola, Vincenzo Cecchini, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Elio Marchegiani, Paolo Masi, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini. La mostra sarà dunque fruibile fino al 6 novembre. E’ questa, naturalmente, la componente più problematica e persino provocatoria dell’iniziativa che parte dalla convinzione che l’energia propulsiva degli esordi sia ancora attuale. “Anzi”, afferma Alberto Fiz, “dopo una pausa negli anni ottanta e novanta, dall’inizio del decennio scorso sembra ci sia da parte degli artisti che hanno aderito alla linea analitica un desiderio di riconnettersi con la metodologia iniziale”. Tutto ciò senza nostalgia ma con la volontà di approfondire le tematiche lasciate in sospeso allora: il metodo è lo stesso, ma i risultati sono cambiati e appaiono decisamente più edonistici, con maggiori concessione al piacere della pittura e ai suoi tratti emozionali. In mostra le opere recenti dimostrano l’efficacia del cammino cominciato nei settanta tra mille dissidi e contrasti. Nella situazione attuale gli artisti sfuggono alla preoccupazione ideologiche e concedono maggior spazio al loro estro sviluppando una ricerca pienamente libera (anche sotto il profilo cromatico) e consapevole, lontana dagli eccessi rigoristi e da un desiderio di azzeramento. Così Griffa omaggia la decorazione e persino Matisse, mentre nelle opere di Olivieri e di Verna si accendono lampi improvvisi di colore che celano tracce recondite. Anche Guarneri lascia trasparire con più convinzione la luce dei suoi acquerelli e Cecchini riprende gli Schermi lasciando che le fotografie su acetato navighino sulla tela. Se Pinelli occupa spazi e colori sperimentando nuove forme dove la geometria razionalista è ormai un ricordo, Gastini si porta dietro i suoi segni minimalisti in una pittura installativa dove convivono materiali eterogenei come minerali, legni o metalli. Se Masi arricchisce senza complessi i suoi Cartoni da imballaggio creati negli anni ’70 con divertissement decorativi, Zappettini si lascia sedurre dalla trama e dall’ordito introducendo persino il colore, un tabù per lui negli anni settanta. Se Cotani dopo aver perlustrato i più svariati sentieri della ricerca, torna ai materiali extapittorici con le Tensioni, bende elastiche montate su strutture d’acciaio, Morales introduce una policromia più ricca e ai suoi Dittici alterna i Tondi da cui emerge la sua pittura sfaccettata e contrastata. Se Cacciola prosegue la sua ricerca sui materiali sostituendo ai cementi strutture colorate in multigum e resina costruite intorno ad elementi che vanno incontro ad un’unità fittizia e artificiosa, Marchegiani ha ripreso la ricerca sulleGrammature ma questa volta le utilizza per catturare gli elementi ambigui della realtà e nel bel mezzo delle opere sono incastonati diamanti o meravigliosi nautilus. La Pittura Analitica, insomma, ha ancora un lungo cammino tutto da scoprire, come dimostra questa mostra dal taglio inedito che affronta alcune delle problematiche cruciali della contemporaneità. Del resto, proprio oggi diventiamo i naturali interlocutori di artisti non organici che nella loro specificità hanno dato vita ad un sistema complesso evitando facili rassicurazioni. Un’esperienza dialettica di tipo relazionale che rifiuta ogni forma di dogmatismo. Come afferma Claudio Verna: “Avvicinarsi alla pittura, oggi, significa innanzitutto liberarla dai suoi attributi tradizionali che sono i significati simbolici, autobiografici, letterari e metaforici. Significa reinventarla, oggettivarla, allontanare da sé, servirsene per proporre allo spettatore-fruitore una traccia per una ricerca comune e non per offrirgli una verità che l’autore non può avere perché non esiste”. Pur nella sua progressiva trasformazione, lo sguardo della pittura resiste portandosi con sé l’esperienza dell’artista e il suo stato d’ansia. Nell’ambito dell’iniziativa, si analizzano i maggiori protagonisti italiani di questo movimento attivi ancora oggi, fatta eccezione per Paolo Cotani scomparso nel 2011 ma che proprio nell’ultimo decennio della sua vita ha ripreso le linee della sua ricerca analitica. La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese pubblicato da Silvana Editoriale che, accanto al saggio di Alberto Fiz, comprende un’ampia selezione di opere per ciascun artista e le loro riflessioni teoriche. Dal 26 novembre al 12 gennaio 2016, poi, la Pittura Analitica tornerà nuovamente in scena con un nuovo progetto previsto a Lugano nella sede della Primae Noctis Gallery.

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