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Arte & Cultura

La Duchessa viaggiatrice

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Il Bicentenario dell’arrivo di Maria Luigia d’Asburgo Lorena a Parma: un’occasione unica per scoprire la storia, l’arte e il territorio dei ducati parmensi

di Kat

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In occasione dei 200 anni dall’arrivo della “Duches “Duchessa più amata dai Parmigiani”, la città di Parma  propone una variegata offerta culturale dedicata ad approfondire l’età dei ducati parmensi e a valorizzare il territorio: 16 mostre, 16 luoghi e 16 temi per un anno di eventi nel nome di Maria Luigia d’Asburgo. Principali protagonisti di questo grande progetto partito ad aprile, che si snoderà per tutto il 2016, gli oltre trenta partner  pubblici e privati, riuniti, sotto il coordinamento del Comune di Parma, in un unico evento diffuso; un viaggio per iniziative alla scoperta del patrimonio culturale e turistico del territorio. Il mito di Maria Luigia è ancora oggi vivissimo e tangibile l’impatto storico, artistico e culturale della Duchessa arrivata a Parma dagli sfarzi della Parigi Napoleonica e della Vienna Asburgica. Ecco quindi che il viaggio, quello tematico e simbolico – attraverso la moltitudine di eventi e proposte dedicate al bicentenario – e quello fisico – lungo i percorsi e i luoghi del territorio, compiuto oggi dal visitatore come duecento anni fa dalla Duchessa – diventa vero e proprio fil rouge dell’intero progetto. La Duchessa amava infatti molto viaggiare, così come amava la musica e le bellezze naturali, che spesso narra e raffronta nei suoi diari: “ I viaggi, fonte di piacere per me, hanno su di me l’effetto della buona musica attraverso il godimento dei bei paesaggi. Viaggiare sarà per me una grande sorgente di felicità”. Il viaggiare era una condizione di vita a lei molto gradita, fosse per un rientro a Vienna o per un’escursione nei pressi del ducato, a Sala Baganza, Colorno, o nelle montagne piacentine. La Sovrana giunse a passare quasi dieci dei trentuno anni di ducato fuori dalle terre parmensi. Il viaggio ha rappresentato una fase importante della sua esistenza; spostarsi nel ducato e nei suoi dintorni era una prassi e quasi ogni anno si assentava dalle sue terre dalla primavera all’autunno inoltrato. Il viaggio era vissuto dalla Duchessa come un momento di rigenerazione dai momenti difficili e luttuosi: infatti, ad esempio, si mise in viaggio nel 1829, in concomitanza con la morte del suo amato Neipperg (secondo marito di Maria Luigia); partì spesso per riacquistare la forma fisica, provata una salute cagionevole, oppure l’adottò semplicemente come momento di svago e piacere per l’anima. Le virtù terapeutiche, sia fisiche sia morali, dei tanti viaggi di Maria Luigia derivavano dalla bellezza dei paesaggi, dalla natura meravigliosa delle zone da lei così amate, dal clima salutare (spesso arricchito da stazioni termali) dei luoghi frequentati, nonché dalla vivacità e dalla dimensione culturale e artistica delle città che visitava e che le offrivano teatri, esposizioni d’arte, allettanti negozi di cui fu sempre ottima cliente precorrendo le moderne fashion victims.

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Gli stessi benefici erano ottenuti nell’esplorare  e vivere il ducato stesso: Piacenza, Colorno, Sala Baganza, i suoi boschi e la Villa Casino, che Maria Luigia visitò per la prima volta pochi giorni dopo il suo arrivo e che sarebbe presto diventata una delle sue residenze predilette. “Era il 17 maggio 1816 quando la sovrana andò a vedere quella villeggiatura un tempo soggiornata dalla fu sua Zia Madama Amalia moglie dell’ultimo ed ottimissimo Sovrano D. Ferdinando di Borbone”. L’impressione che ne dovette trarre fu probabilmente molto positiva se quella località divenne negli anni la più amata all’interno dei confini ducali, quasi una sorta di “luogo del cuore” in cui Maria Luigia, libera dagli obblighi della corte e dell’etichetta, poteva vivere affetti e legami sentimentali spesso anticonformisti. In questo contesto Maria Luigia era solita risiedere in periodi specifici dell’anno: generalmente i soggiorni a Sala Baganza si svolgevano all’inizio dell’estate, prima di partire per i frequenti viaggi oltralpe, oppure da fine settembre a novembre, una volta rientrata dalla villeggiatura in Austria e nelle varie località termali. Amava molto il clima di questa piacevole zona collinare e tutti i luoghi circostanti il Casino erano oggetto di escursioni a piedi, a cavallo o in carrozza, che si spingevano fino a Maiatico, Gaiano e Collecchio. L’amore per le montagne e per il suo paese natale, l’Austria, la conduceva quasi sempre al nord per passeggiate, escursioni in vetta e sui ghiacciai tanto che, ancora oggi, alcune stazioni di sosta portano il suo nome. Durante le permanenze all’estero, per cure termali, occasioni ufficiali e per ragioni di Stato o per ricongiungersi al figlio e alla famiglia, era solita portare con sé il proprio pittore di fiducia che ritraeva scorci, vedute o momenti ufficiali e ne sono testimonianza la vasta collezione di opere paesaggistiche raccolte presso il Museo Glauco Lombardi di Parma. Nasce dai suoi continui problemi respiratori e dai facili raffreddamenti di cui soffriva anche la frequentazione delle terme austriache, dove si recava periodicamente alla ricerca di rimedi e che, confessava, “Aiutano la mia cagionevole salute ed il mio umore”. L’interessamento della Duchessa alle acque solforose di Tabiano, dove già esisteva una minima forma di sfruttamento per i bagni a scopi terapeutici, il successivo acquisto avvenuto nel 1838 e la Coordinamento: conseguente donazione agli Ospizi Civili di Borgo San Donnino (l’attuale Fidenza) scaturì, per l’appunto, dal suo amore per le cure termali. Testimonianza di uno spirito contemporaneo nell’affrontare il viaggio da parte di Maria Luigia è anche il fatto che amava pernottare in locande e non in “case particolari”: alloggiava nelle migliori locande del paese (di cui era stato preventivamente contrattato il prezzo), cercando sempre di contenere i costi e in generale attenendosi, potremmo dire, ad un basso profilo. Questo “spirito avventuriero” è ricordato in una lettera di Maria Luigia alla figlia, scritta durante il viaggio a Napoli nel 1824, in cui racconta di essere salita sul Vesuvio a piedi, impiegando otto ore e “lasciandovi scarpe e calze nella discesa sulla cenere, oltre a scorticarsi un piede”. I mesi di settembre e ottobre, profondamente amati da Maria Luigia per il viaggio nei pressi del ducato, offrono ancora oggi diverse possibilità per scoprire questa terra piena di suggestioni storiche  e naturalistiche. I Parchi del Ducato, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, in collaborazione con il Comune di Sala Baganza e la ProLoco di Sala Baganza, in sinergia con l’Assessorato alla Cultura di Parma, propongono spunti per riscoprire riscoprire, attraverso le passioni di Maria Luigia, una terra ricca di bellezze naturali e palazzi storici, come ad esempio, a Sala Baganza, la Rocca Sanvitale, la Villa Casino dei Boschi, l’annesso Casinetto con il bellissimo giardino monumentale e gli stupendi boschi circostanti ora protetti dall’Ente Parco, ed, a Colorno, la maestosa Reggia.

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