Attualità
La Corte Suprema Americana vota a favore delle tasse sulle vendite online

La sentenza avrà effetto immediato e potrà far aumentare i prezzi delle società di commercio elettronico.
di Rossella Langone
Con cinque voti a favore e quattro contrari la Corte Suprema Americana appoggia il commercio tradizionale e decide per la tassazione dell’e-commerce, anche per i rivenditori che non hanno una presenza fisica nello Stato in cui viene effettuato l’acquisto.
Si conclude così una lunga lotta portata avanti dai commercianti tradizionali. “La decisione conclude anni di lavoro dell’industria al dettaglio per ribaltare una norma dell’era pre-internet che distorce il libero mercato e mette i negozi tradizionali in una posizione di svantaggio – ha spiegato la Retail Industry Leaders Associations in riferimento alla norma del 1992 che riguardava gli acquisti per posta, la quale stabiliva che soltanto i commercianti con sede fisica entro i confini dello Stato fossero tenuti a pagare e raccogliere le imposte.
Il giudice Anthony Kennedy, per motivare la decisione, in riferimento alla normativa del 1992, ha evidenziato che “ I tempi sono cambiati da quando gli ordini per posta valevano 180 miliardi di dollari (154 miliardi di euro). Lo scorso anno le vendite al dettaglio online sono state 453,5 miliardi di dollari (388,7 miliardi di euro) – ha aggiunto Kennedy – Alcune società come il gigante Amazon ora impongono volontariamente tasse e pagano quelle negli Stati in cui sono previste, anche se non sono presenti fisicamente”. Amazon già raccoglie le imposte sui prodotti che vende direttamente, ma circa la metà delle vendite che registra è di prodotti di rivenditori terzi che non sempre impongono tasse.