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La Cina celebra il centenario della nascita del Partito Comunista-China celebrated the centenary of the birth of the Communist Party

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di emigrazione e di matrimoni

La Cina celebra il centenario della nascita del Partito Comunista

Il PIL pro capite della Cina fino agli anni ’70 era ancora il più basso del mondo, al di sotto della media dei paesi africani.

di Markus Forward

La Cina ha recentemente celebrato il centenario della nascita del Partito Comunista. Un presidente orgoglioso ha mostrato i successi del partito, che sempre più vuole essere visto come il partito-governo. Si è evidenziato il generale miglioramento delle condizioni economiche rispetto al dopoguerra e il mantenimento dell’immagine di Mao Tse-tung come padre della patria comunista con caratteristiche cinesi. Un santo che deve rimanere tale poiché, secondo Xi Jinping, un grave errore dell’URSS, che ha portato al crollo di quel regime, è stata la critica a Stalin iniziata con Krusciov.

Ironico e forse ingenuo, visto che i crimini di Stalin sono noti a tutti. Prendiamo la ‘rivoluzione culturale’ di Mao. Fonti ufficiali parlano di 300.000 morti, ma altre fonti all’interno dello stesso Partito Comunista Cinese all’epoca citano 20 milioni di morti probabili. E oltre all’URSS, la pratica del cannibalismo, di cui ci sono state troppe voci e testimonianze per essere smentite. D’altronde questa pratica fa parte della tradizione culturale cinese, citata ad esempio negli scritti del mercante Solimano in visita all’impero Tang medievale della seconda metà del primo millennio, dove si menziona espressamente come i cinesi si nutrono di corpi dei morti uccisi.

Il PIL pro capite della Cina fino agli anni ’70 era ancora il più basso del mondo, al di sotto della media dei paesi africani. Povertà estrema e carestia da cui il Paese stava ripartendo grazie alla collaborazione dei Paesi occidentali e del Giappone, insieme alla capacità organizzativa del pragmatico Deng Xiaoping (della minoranza etnica Hakka). I cinesi avrebbero potuto “arricchirsi” all’interno della Cina comunista. La crescita stava riprendendo, drammaticamente, e sarà effettiva fino alla crisi del 2007. Le celebrazioni del centenario hanno evidenziato i progressi di un Paese in crescita che vuole essere protagonista sul pianeta e che, secondo Xi, è pronto contro chiunque voglia fermare la sua ascesa ‘con un grande muro di un miliardo e quattrocento milioni di persone’ .

Ma è stata una vera ascesa da 14 anni ad oggi? Certo, è la seconda economia del pianeta, ma la popolazione è ora in una fase di invecchiamento precoce e il PIL pro capite rimane intrappolato su valori molto bassi. Le esportazioni nette contribuiscono quasi a zero alla crescita ufficiale del Paese, il tasso di consumo delle famiglie è tra i più bassi del pianeta e, sebbene il tasso di investimento sul PIL ufficiale sia molto alto, i lavoratori cinesi operano con meno capitali rispetto alla media mondiale. Un’altra anomalia dei numeri è l‘aumento generale del credito negli ultimi anni, stranamente accompagnato da dati ufficiali di bassa inflazione (di solito è viceversa). C’è anche un’eccessiva propensione al risparmio e allo stesso tempo un uso eccessivo del credito domestico. I tassi di interesse bancari vengono mantenuti bassi e tuttavia viene incoraggiato il risparmio, con le banche in difficoltà e il debito totale del Paese al 300% del PIL ufficiale. Tuttavia, molti migranti vivono in dormitori sovraffollati, ma molte case rimangono vuote o invendute. La Cina ufficiale e quella reale sembrano effettivamente due realtà opposte, così come la distribuzione della ricchezza.

Forse la finale dei 100 metri delle Olimpiadi di quest’anno è uno specchio della realtà. L’atleta cinese di 20 cm. più basso del vincitore italiano (e di tutti gli altri), che nella presentazione pre-gara sottolinea con gesti plateali (ma bassa autostima) l’orgoglio “cinese” sulla sua maglia, e che poi arriva ultimo.

China celebrated the centenary of the birth of the Communist Party

 

di emigrazione e di matrimoni

China’s per capita GDP until the 1970s was still the lowest in the world, below that of the average for African countries.

by Markus Forward

China recently celebrated the centenary of the birth of the Communist Party. A proud president did show the successes of the party, which increasingly wants to be seen as the party-government. The general improvement in the  economic conditions compared to the post-war period and the preservation of the image of Mao Tse-tung as the father of the communist homeland with Chinese characteristics were highlighted. A saint who must remain so since, according to Xi, a serious error of USSR, which led to the collapse of that regime, was the criticism of Stalin that began with Khrushchev.

 

 

Ironic and perhaps naive, since Stalin’s crimes are known to all. Let’s take Mao’s ‘cultural revolution’. Official sources speak of 300,000 dead, but other sources from within the Chinese Communist Party itself at the time cite 20 million likely dead. And in addition to USSR, the practice of cannibalism, of which there have been too many rumors and testimonies to be denied. On the other hand, this practice is part of the Chinese cultural tradition, mentioned for example in the writings of the merchant Suleiman visiting the medieval Tang empire of the second half of the first millennium, where it is expressly mentioned how the Chinese feed on the bodies of the killed dead.

China’s per capita GDP until the 1970s was still the lowest in the world, below that of the average for African countries. Extreme poverty and famine from which the Country was restarting thanks to the cooperation of Western Countries and Japan, together with the organizational capacity of the pragmatic Deng Xiaoping (of the Hakka ethnic minority). The Chinese could ‘get rich’ within Communist China. Growth was restarting, dramatically, and will be effective until the 2007 crisis. The centenary celebrations highlighted the progress of a growing Country that wants to be a protagonist on the planet and which, according to Xi, is ready against anyone who wants to stop its rise ‘with a great wall of one billion and four hundred million people‘.

But has it been a real ascent for 14 years to now? Of course, it is the second largest economy on the planet, but the population is now in a premature aging phase and per capita GDP remains trapped at very low values. Net exports contribute close to zero on the Country’s official growth figure, the household consumption rate is among the lowest on the planet, and although the investment rate on official GDP is very high, Chinese workers operate with less capital than the world average. Another numbers’ anomaly is the general increase in credit in recent years, strangely accompanied by official data of low inflation (usually it is vice versa). There is also an excessive propensity to save and at the same time excessive use of domestic credit. Bank interest rates are kept low and yet savings are encouraged, with banks in distress, and the Country’s total debt at 300% of official GDP. Still, many migrants live in overcrowded dormitories, but many homes remain vacant or unsold. Official and real China seem to actually de-couple, as does the distribution of wealth.

Perhaps the 100-meter final of this year Olympics is a mirror of reality. The Chinese athlete of 20 cm. shorter than the Italian winner (and all the others), who in the pre-race presentation underlines with blatant gestures (clear false confidence) the “China” pride on his shirt, and who then comes last.

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