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La cannabis corre sul web: aumentato il consumo tra i 15 e 19 anni

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Tempo di lettura: 4 minuti

relazione-droga-400x230La Relazione 2013 del Dipartimento politiche anti droga della Presidenza del Consiglio al Parlamento  mette in guardia sull’aumentato consumo di cannabis e droghe sintetiche . Serpelloni: “Più prevenzione”.

 

Roma, 24 luglio – La relazione annuale del Dpa( Dipartimento politiche antidroga) presentata in Parlamento evidenzia un calo di consumatori di sostanze stupefacenti negli ultimi 12 mesi, in una popolazione nazionale tra i 15 e i 64 anni, confermando la tendenza alla contrazione del numero dei consumatori già osservata nel 2010.

L’indagine 2013 sulla popolazione studentesca , un campione di 34.385 soggetti di età compresa tra i 15-19 anni, ha rilevato però le seguenti percentuali di consumatori più o meno abituali di droghe: cannabis 21.43%, (19,4% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012).  L’analisi, quindi, indica in particolare un incremento di 2,29 punti percentuale del consumo di cannabis rispetto al 2012.  Si tratta di un aumento lieve anche se considerato preoccupante da Giovanni Serpelloni perché la novità sta nel fatto che lo smercio e il ‘marketing’ di cannabis utilizza il web come canale privilegiato. Su internet, dal 2008 ad oggi, la promozione e i siti a favore sia della legalizzazione della cannabis che della vendita di prodotti per la sua produzione e consumo, si sono particolarmente ampliate e radicate tanto da raggiungere le 800.000 unità nel 2012 . Dai siti registrati come singolo dominio, ai blog, passando per gli shop-online e le pagine sui social network, gli utenti di tutto il mondo acquistano semi, si scambiano indicazioni circa la coltivazione e forniscono pareri sugli effetti delle diverse piante . Il picco di 960.000 toccato a maggio del 2013 ha una proiezione in crescita del 2% entro fine anno.

“E’ interessante notare l’andamento di crescita dei siti dal 2008 al 2013 dei siti pubblicizzanti o che pubblicizzano in vario modo l’uso di cannabis” – specifica la relazione – “ e metterlo in relazione con l’andamento dei consumi nella popolazione 15-19 anni. Questa fascia di età, infatti, è quella che più utilizza Internet e frequenta i social network. Come si può notare all’aumento della pressione di marketing è corrisposto, con un tempo di latenza dai 14 ai 24 mesi, un aumento di consumi di cannabis nelle fasce giovanili”. Si tratta di siti che spesso offrono contemporaneamente anche altre sostanze stupefacenti quali oppiacei, cocaina ma anche i cannabinoidi sintetici, mefedrone, piperazine Il consumo più consistente di sostanze stupefacenti si osserva per la cannabis, mediamente circa 28,4 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti già nel 2012.

imagesi queste sostanze oltre la rete anche i rave party non autorizzati. Ad oggi sono stati segnalati 117 eventi, di cui il 67% è stato impedito o gestito dalle forze dell’ordine o dalle unità sanitarie mobili a fini preventivi. Tra tutte le sostanze sintetiche la più frequente, più al nord e centro Italia, e quanto mai pericolosa è la ketamina. L’insieme di ketamina, funghi e altri allucinogeni presenta una prevalenza percentuale di circa l’1,7% nella popolazione studentesca tra i 15-19 anni (uso almeno una volta negli ultimi 12 mesi), con un incremento di circa 0,4 punti percentuali dal 2012 al 2013.

L’uso di sostanze stupefacenti, anche non iniettivo ed occasionale, comporta gravi danni per la salute, sia in ambito neuropsichico che internistico-infettivologico. Oltre a questo si aggiunge il rischio di incidenti stradali alcol-droga correlati. Le patologie infettive correlate maggiormente presenti sono l’infezione da HIV, le infezioni da virus epatitici, le malattie sessualmente trasmesse e la TBC. Le regioni più colpite dall’HIV sono risultate: Lombardia, Sardegna, Toscana e Provincia Autonoma di Trento. La Puglia è la prima regione per quantitativo complessivo di droghe sequestrate sia per la marijuana sia per il rinvenimento di piante di cannabis : oltre 4 milioni che rappresentano il 97% del totale nazionale.

I costi sociali per il consumo di sostanze stupefacenti, comprensivi dei costi per l’acquisto delle sostanze, dei costi per l’applicazione della legge, dei costi socio-sanitari e dei costi per la perdita di produttività, sono stati stimati nel 2011 pari a 28,5 miliardi di euro, pari all’1,8% del PIL. images (1)Ma al pari di un aumento di consumo di droghe, anche se apparentemente di bassa entità, non vi è un adeguato lavoro in prevenzione. “Bisogna introdurre modelli nuovi di prevenzione”  – evidenzia Serpelloni – “a partire dai 6-8 anni e centrati su approcci educativi orientati alla promozione del ‘valore salute’ e all’acquisizione di life skills e di stili di vita sani che escludano l’uso di sostanze stupefacenti, di alcol e tabacco e di gioco d‟azzardo” . Quest’ultimo infatti è risultato strettamente correlato all’uso di droghe, tanto che il gioco d’azzardo è considerato una droga e la dipendenza da esso è trattata come una dipendenza da stupefacenti. Risoluzioni delle Nazioni Unite nel corso di questi anni duranti le CND,  insieme alle  indicazioni contenute nel nuovo piano di azione europeo, individuano la necessità di identificare la condizione di vunerabilità all’uso precoce di sostanze e allo sviluppo di dipendenza già in giovanissima età attraverso una semplice osservazione comportamentale e socio-ambientale in grado di cogliere markers precoci quali la presenza di disturbi comportamentali (ad esempio, iperattività aumento dell‟aggressività, ecc.) e deficit di attenzione. Avere specifici programmi e interventi di diagnosi e intervento precoce risulta strategico e fondamentale .canna

“Per quanto riguarda il problema dei tossicodipendenti in carcere, questo Dipartimento ha ormai da anni e più volte segnalato la necessità di sfruttare maggiormente le opportunità esistenti relativamente all’attivazione di misure alternative al carcere (art. 94 DPR 309/90) da parte dei servizi per le tossicodipendenze delle Regioni e Province Autonome” – si legge nella relazione -”Vi è infatti uno scarso ricorso alle misure alternative al carcere ma soprattutto si è registrato che molto spesso le persone tossicodipendenti recluse aventi diritto non escono dal carcere, nonostante la presenza dei requisiti richiesti dalla legge, per mancanza di budget dedicato a queste attività”.

 

 

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