Arte & Cultura
Kyenge, al via campagna su lavoro immigrati
Il ministro al’Integrazione ha presentato alla stampa il progetto “ Il lavoro è cittadinanza”, nato grazie alla collaborazione con Inps
Roma, 30 ottobre – Sono circa 2milioni i lavoratori immigrati contribuenti in Italia. Lo ha reso noto il ministro all’Integrazione Cecilie Kyenge durante la conferenza stampa di presentazione della campagna dal titolo ‘Il lavoro è cittadinanza’, che si è svolta oggi presso la sala Monumentale di largo Chigi 19 – Roma. Il dato, attestato al dicembre 2012 dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, distingue in macrosettori gli extracomunitari che svolgono un lavoro regolare nel nostro Paese: 883mila sono contratti a tempo indeterminato, 270mila hanno in essere contratti a tempo determinato, seguono i lavoratori domestici con 467mila unità, 159mila sono esercenti commercianti e 120mila sono le attività artigianali. Un valore aggiunto per l’economia italiana, secondo Kyenge, che con la campagna lanciata oggi vuole promuovere lo sviluppo di una nuova e condivisa interpretazione del requisito di cittadinanza. ‘L’aumento dei cittadini migranti- spiega il ministro- si traduce in aumento di lavoratori regolari che sono utili anche all’economia del Paese. Un così alto numero di occupati ‘stranieri’ contribuisce per il 10% al Pil nazionale’. Ed è proprio questo lo slogan finale del filmato fatto vedere ai giornalisti presenti, realizzato dalla casa di produzione The Family. Uno spot che ha come protagonista un imprenditore di origini tunisine che pur offrendo lavoro a diversi giovani disoccupati, viene da loro discriminato e subisce rifiuti più o meno garbati, anche quando spiega di essere un vero imprenditore che paga regolare stipendio. Il tutto , realmente girato con modalità da candid camera.” Il lavoro non ha colore, etnia , lingua o religione” – ha sostenuto Antonio Mastrapasqua presidente Inps – “ la chiave di lettura per il futuro deve essere quella della solidarietà, perché i 2milioni di lavoratori immigrati regolarmente assunti sono strategici all’equilibrio del sistema pensionistico nazionale”. Il progetto, teso a ribaltare la percezione dell’immigrato, visto spesso come un problema, in risorsa per il Paese intravede per il futuro la possibilità di accordi bilaterali tra Stati, con i quali realizzare integrazione incrociando offerta e domanda di lavoro, con formazione del lavoratore da attuare già nella nazione di partenza dell’immigrato.