Arte & Cultura
Inside out: viaggio nelle emozioni del cuore
Un appassionante viaggio nella mente umana e nel cuore, alla scoperta di quello che accade nelle zone segrete del nostro Essere
Di Francesca Rossetti
Roma, 8 ottobre- “Inside Out” è il film del momento che porta la firma geniale della Disney/Pixar con regia di Pete Docter e che sta riscuotendo un grande successo ai botteghini di tutto il mondo dopo l’entusiasmante debutto al Festival di Cannes grazie all’originalità della storia narrata. La protagonista si chiama Riley, ha 11 anni e si trasferisce dal Minnesota a San Francisco con la sua famiglia, e da quel momento le emozioni più importanti della sua anima, Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza guidano le sue scelte sotto forma umana agendo dal “Quartier Cerebrale” dal quale partono ricordi, sogni, gioie, dolori, problemi e tutto ciò che condiziona quotidianamente la sua vita. Il film può essere letto a più livelli: i bambini lo seguono come una bellissima avventura, mentre gli adulti alla ricerca di significati più profondi potranno capire meglio quando le persone attorno a loro sono stanche o arrabbiate e perché. E’ un appassionante viaggio nella mente umana e nel cuore, alla scoperta di quello che accade nelle zone segrete del nostro Essere e quindi una sorta di percorso conoscitivo di noi stessi.
Ecco alcune curiosità sulla pellicola.
1. Il lavoro sulla trama: i dettagli cambiano a seconda del Paese
I realizzatori di Inside Out sono stati attenti ad adattare tutti i passaggi della trama ai vari Paesi in cui era prevista la distribuzione.
Lo si nota particolarmente quando si parla di cibo: a seconda delle versioni, Riley odia una volta i broccoli, un’altra i peperoni verdi, rispecchiando in linea di massima i gusti culinari degli spettatori.
2. Le ricerche approfondite: collaborazione di scienziati, neurologi e psicologi
Gli artisti e gli sceneggiatori del film hanno voluto portare sul grande schermo una storia ricca di fantasia ma in cui la rappresentazione della mente umana, della memoria e delle emozioni fosse realistica.
Per farlo è stata chiesta la collaborazione di molti esperti in materia, tra cui Dacher Keltner, co-direttore del Greater Good Science Center e professore di psicologia all’Università della California, a Berkeley.
I suoi studi ventennali hanno contribuito a delineare le cinque emozioni umane da inserire nella storia e il modo in cui mostrare come queste influenzano i comportamenti di ognuno di noi.
3. La scelta dell’adolescenza: un periodo della vita particolarmente complicato
La protagonista Riley deve affrontare una situazione difficile e l’allontanamento di Gioia e Tristezza dal Quartier Generale delle emozioni non è casuale.
Negli anni dell’adolescenza, infatti, i primi passi verso l’età adulta possono far smarrire la capacità di provare empatia e felicità, facendo i conti con le prime perdite della propria esistenza, dagli amici alla spensieratezza dell’infanzia, si vivono momenti di paura e incertezza, e solo col tempo si impara ad accettare se stessi e gli altri.
4. Il look delle emozioni: un aspetto semplice ma unico
Dare forma alle emozioni è stato particolarmente complicato perché gli animatori volevano rappresentare la loro energia in modo chiaro e originale.
I personaggi sono quindi particolarmente stilizzati ed è stato complicato trasformarli in modo tridimensionale: Gioia si ispira a una stella, Tristezza a una lacrima, Rabbia a un mattone, Paura alla forma dei nervi e Disgusto a quella dei broccoli.
5. La cura dei dettagli: riferimenti alla galassia Pixar
Ogni singolo elemento presente nel film è stato curato nei minimi dettagli; tra gli esempi più curiosi ci sono i quotidiani che legge Rabbia, i cui titoli sono dedicati agli eventi più importanti della giornata vissuta da Riley.
Spazio poi ai riferimenti ai precedenti lungometraggi targati Pixar che sono stati inseriti nelle sfere dei ricordi della protagonista, nel mondo di Immagilandia e persino nell’abbigliamento dei personaggi.
6. L’influenza delle emozioni: a ognuna il suo colore
Nel film le emozioni interagiscono con gli oggetti e gli altri personaggi.
La luminosità che contraddistingue ognuna di loro è percebile nelle vicinanze e la console del Quartier Generale assume il colore di quella predominante.
7. Un amico ispirato agli animali: così è nato Bing Bong
L’amico immaginario di Riley, Bing Bong, è l’insieme degli animali che la protagonista amava di più quando aveva tre anni e ha il corpo fatto di zucchero filato.
Gli artisti si sono ispirati ai racconti del regista che amava da bambino mischiare pezzi di biscotti a forma di animali creando creature uniche.
8. La rappresentazione della memoria: i ricordi come gocce di rugiada
I ricordi di Riley sono rappresentati come sfere che contengono le immagini del passato.
La fonte d’ispirazione iniziale per questo elemento è stata la rugiada: la Memoria a Lungo Termine è quindi stata delineata pensando a una ragnatela su cui si posano le gocce, ovvero i ricordi, che poi sono state trasformate in sfere tenendo conto delle caratteristiche delle sinapsi.
9. Il sistema di archiviazione: ispirato ai meccanismi di una fabbrica
Ogni ricordo, inoltre, ha il colore dell’emozione che lo contraddistingue.
Per creare il design del sistema di archiviazione esistente nella mente gli animatori hanno visitato due luoghi molto particolari: la fabbrica Jelly Belly, dove hanno assistito al confezionamento automatizzato delle caramelle colorate attraverso i tubi, e una fabbrica di lavorazione delle uova, che è stata utile per ideare il procedimento in cui le sfere vengono trasportate.
10. I cambiamenti in base all’età: nasce il Pensiero Astratto
In una delle sequenze più originali e geniali del film, Bing Bong, Gioia e Tristezza fanno i conti con il Pensiero Astratto che trasforma le idee, le Emozioni e l’amico immaginario in linee e forme bidimensionali.
Docter ha sottolineato che si tratta dell’area più nuova della mente della protagonista perché proprio il Pensiero Astratto si sviluppa intorno ai 10 anni ed è un elemento che ricorda come Riley stia vivendo la trasformazione da bambina a ragazza.