Diritti umani
India: ragazza arrestata per aver messo le gambe in mostra su Facebook

Poco prima di finire in carcere la giovane è entrata in un tempio induista dove i monaci proibiscono l’ingresso alle donne che hanno il ciclo mestruale.
di Vito Nicola Lacerenza
Martedì scorso in India, Rehana Fathima, attivista e modella indiana 32enne, è finita in carcere per aver postato sul suo profilo Facebook una foto in cui, secondo la Corte, “sono mostrate in maniera esplicita le gambe nude”. Tale atto, in una società conservatrice e maschilista come quella indiana, è già di per sé in grado di esporre le giovani a commenti sessisti e a minacce di violenza sessuale, come di fatto è accaduto a Rehana Fathima. Ma, alla base del suo arresto, non c’è solo lo scandalo suscitato nell’opinione pubblica, bensì anche l’accusa di aver turbato la “sensibilità religiosa” dei devoti alla divinità induista di Ayyappa. Questi ultimi sono soliti indossare durante i riti religiosi una tunica nera, uguale a quella con cui la 32enne compare nella foto incriminata, nella quale la giovane assume la stessa posizione in cui Ayyappa è raffigurato nelle rappresentazioni artistiche, ovvero seduto con le gambe piegate verso il busto e le ginocchia all’insù.
Si tratta di una posa che, almeno secondo i canoni occidentali, non è considerata provocante. Ma per i monaci del santuario di Sabarimala, tale posizione ferisce la “sacralità della divinità”. Per “difendere” quest’ultima i religiosi hanno vietato l’accesso al santuario alle donne che hanno ancora il loro ciclo mestruale”, perché considerate “impure e tentatrici”. La tradizione induista descrive Ayyappa come una divinità celibe e la presenza di donne fertili all’interno del tempio, secondo i monaci, potrebbe “attentare alla purezza divina”. Alcuni mesi fa, la Corte ha costretto i monaci a rimuovere il divieto permettendo alle donne di tutte le età di accedere al tempio di Ayyappa. La sentenza ha spinto Rehana Fathima a visitare il santuario di Sabarimala, ma per farlo ha dovuto essere scortata da 100 poliziotti. Nonostante fosse accompagnata da un cospicuo numero di agenti, la giovane è stata costretta ad abbandonare l’edificio a causa della violenta ribellione dei fedeli, molti dei quali donne. L’episodio è un chiaro esempio di come gran parte della società indiana sia ancora molto legata alle antiche tradizioni religiose. Tale situazione ha fatto sì che la foto di Rehana Fathima postata su Facebook diventasse una ragione valida per arrestarla.