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Incendio Ponte dell’Industria a Roma: un algoritmo avrebbe potuto evitarlo 

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Incendio Ponte dell’Industria a Roma: un algoritmo avrebbe potuto evitarlo

Nell’era dello IoT e dei Big Data, il crollo di un ponte continua a far notizia. E il motivo è che esistono dei sistemi di algoritmi che potrebbero prevedere eventi simili. A dirlo è Sensoworks, start-up italiana che ha ideato un sistema in grado di “prevedere” un evento infrastrutturale prima che si verifichi. Ma non solo ponti e strade: anche edifici, uffici e scuole.  

di Giulia Di Felice

Dopo l’incendio e la chiusura del Ponte dell’Industria, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre e quasi certamente di origine colposa o dolosa, il traffico di Roma è di nuovo nel caos, tanto che per deviare gli automobilisti si è dovuti ricorrere al volantinaggio.  — CONTINUA

Un vero paradosso, nell’era dello IoT e della smart mobility, in un mondo ormai iperconnesso e che vorrebbe lasciarsi alle spalle i volantini cartacei ma anche i disastri. 

Infatti, stando a quanto riportato da Sensoworks, start-up digitale italiana, un monitoraggio dinamico avrebbe potuto potuto prevenire l’incendio limitando i danni sul ponte e i disagi ai cittadini. 

La società guidata da Niccolò De Carlo, specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello, ha ideato le prime smart city gestite interamente da algoritmi. 

L’idea alla base è quella di creare un unico ecosistema nel quale le piattaforme software e i dispositivi connessi —includendo anche lampioni intelligenti, automobili, wearables e smartphone— interagiscono con le attività quotidiane della città, dal parcheggio smart alla raccolta dei rifiuti, dal supermercato intelligente allo smart hospital. 

«Grandi masse di dati raccolti da sensori sparsi in ogni angolo urbano vengono rielaborati dagli algoritmi per gestire sistemi automatizzati, mantenere in funzione servizi e rispondere alle esigenze dei cittadini» spiegano gli esperti, quando gli viene chiesto come funzionerebbe questo meccanismo. 

Il sistema Sensoworks prevede infatti specifici sensori per il monitoraggio e la prevenzione degli incendi, sensori per temperature, sensori per la fuga di gas e telecamere a infrarossi con algoritmi IA che permettono di individuare le situazioni anomale —ad esempio un incendio— rispetto alle situazioni normali —ad esempio una giornata estiva molto calda— evitando i falsi positivi.

Un modello, quindi, che si basa sull’Internet delle Cose (IoT), una rete quindi di sensori che raccolgono le informazioni e le trasferiscono ai sistemi di intelligenza artificiale, con l’ambizioso – ma realizzabile – obiettivo di realizzare città intelligenti e, soprattutto, sicure.

Tuttavia, a complicare la realizzazione di certi progetti, come sempre, arriva puntuale la burocrazia. «Di fronte a questi dati incontrovertibili non basteranno certo i fondi del PNRR. Occorrono invece decreti di semplificazione. Più che un problema di risorse —infatti— in Italia abbiamo un problema di procedure» sottolinea De Carlo

In Italia —applicando i dati storici— la proiezione di spesa dei lavori pubblici avviati nel 2021 raggiungerebbe il suo massimo nel 2025 e consentirebbe di impiegare una percentuale delle risorse complessive almeno pari al 90% solo a partire dal sesto anno successivo all’avvio della procedura, ossia nel 2027.

Se a questo flusso di spesa si affiancasse un ulteriore flusso di analogo importo relativo alle procedure avviabili in uno dei due anni previsti per le procedure del PNRR, emergerebbe la necessità di triplicare la velocità di spesa al fine di poter spendere almeno il 95% delle risorse entro il limite massimo di 5 anni. 

«Un ponte che si incendia è un fenomeno molto raro, il problema è più frequente in strutture ed infrastrutture chiuse quali ad esempio gallerie o edifici» avvisano gli esperti, ma stando a calcoli e stime, i ponti in Italia sarebbero circa un milione e mezzo le infrastrutture attualmente monitorate sono appena 60 mila. Monitorate, inoltre, con vecchi sistemi. 

Ma, almeno, di queste 60 mila infrastrutture qualcosa sappiamo ed è già una buona cosa. Delle altre, invece, non sappiamo quasi nulla. Considerando che la sola città di Roma conta almeno 400 ponti, implementare la sicurezza delle infrastrutture dovrebbe essere considerato l’obiettivo primario per garantire una corretta, sicura e piacevole vivibilità della città.

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