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Attualità

In aumento gli incidenti stradali sulle strade siciliane

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Dodici morti in dodici giorni è il resoconto della Polizia stradale di Catania, che controlla la viabilità extraurbana della tangenziale di 25 chilometri molto trafficata.“Non perdiamo- dice Pina Pirrello, dirigente della polizia stradale di Catania- le speranze, altrimenti avremmo fallito, continuare a lavorare, a verbalizzare ad “educare” gli utenti della strada. Purtroppo, l’utente si educa soltanto con il verbale, diciamo la verità».

di Francesca Garofalo

Un’istante, una distrazione e ci si ritrova nel baratro del dolore, è ciò che accade quando alla guida di un autoveicolo spesso,incuranti del pericolo, non ci si rende conto che nelle mani si possiede una potenziale arma che può ledere la sicurezza propria ed altrui.La scorsa settimana sono stati registrati numeri da brivido per i morti sulle strade siciliane,dodici in meno di 12 giorni, molti giovanissimi.A Catania hanno perso la vita un 15enne finito con il suo scooter su una ringhiera;due cugini classe 2002 e 2000,talenti in erba nella lotta sportiva;un 20enne ad Acicastello e il 25enne di Aci Bonaccorso schiantatosi contro un palo mentre andava a lavoro.

E ancora nel trapanese il gravissimo scontro tra due autovetture sulla SS115 in cui sono morti un 22enne, la fidanzata 17enne e la zia della giovane.Sono solo alcuni degli incidenti dove esiste,secondo la Dirigente della sezione della Polizia Stradale di Catania Pina Pirrello,sempre un pizzico di fatalità: “L’incidente difficilmente si può prevedere, a volte, possiamo osservare tutte le regole, ma c’è quello distratto accanto a noi che non le rispetta e noi restiamo comunque coinvolti.Quando ci mettiamo in macchina pensiamo di essere protetti dall’abitacolo, andiamo veloci, non rispettiamo le regole, sappiamo che i controlli non esistono o, meglio, che il controllo è come vincere la lotteria. Noi siamo pochi, gli utenti sono sempre di più, non riusciamo a controllarli tutti e, mi creda, facciamo quello che possiamo e facciamo miracoli. I ragazzi, poi, si credono invulnerabili e questo è un elemento ulteriore di pericolo. Non si capisce che un errore sulla strada può essere la causa di morte nostra o di altre persone”.

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