Italiani nel Mondo
Imprenditoria italiana all’estero: intervista a Giovanni Patti presidente del branch Australia di Confassociazioni- Italian entrepreneurship abroad: interview with Giovanni Patti president of the Australia branch of Confassociazioni
Imprenditoria italiana all’estero: intervista a Giovanni Patti presidente del branch Australia di Confassociazioni
Oggi incontriamo l’avvocato Giovanni Patti che da poco è stato nominato presidente di Confassociazioni –Australia, l’ultima nata tra le branch estere di Confassociazioni che è il soggetto di rappresentanza unitaria delle federazioni, dei coordinamenti, delle associazioni, delle imprese e dei professionisti che esercitano attività professionali “non organizzate in ordini e collegi” che risiedono in Italia, in Europa e nel mondo. Confassociazioni raggruppa ad oggi 761 organizzazioni professionali tra soggetti di primo e secondo livello che riuniscono più di 1 milione e 270mila professionisti di cui circa 213mila imprese che rappresentano una parte fondamentale del sistema nervoso dell’economia italiana. Gli importanti risultati ottenuti da Confassociazioni si devono soprattutto all’impegno del presidente nazionale Angelo Deiana, che da ultimo ha fortemente voluto, l’avvocato Giovanni Patti nella sua squadra come presidente di una branch estera di grande importanza strategica: l’Australia.
Avvocato Patti, prima di entrare nel vivo di questo suo nuovo importante ruolo, vorremmo poter raccontare ai nostri lettori chi è Giovanni Patti e qual è stato il suo percorso professionale?
Mente nel mondo, piedi in Italia e cuore in Sicilia, queste poche parole reputo possano sinteticamente rappresentarmi racchiudendo le mie diverse esperienze di vita e professionali e l’attaccamento alla mia terra di origine.
Oggi sono il Resident Partner della sede di Catania dello Studio legale internazionale Giambrone & Partners nonché il responsabile del dipartimento di Internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e del dipartimento Startup. Gestisco la sede di Catania svolgendo un ruolo di coordinamento delle attività di Studio e di raccordo tra le strategie e gli obiettivi stabiliti. Assisto clienti italiani e stranieri e le mie principali aree di competenza sono il diritto societario, il diritto contrattuale ed il diritto immobiliare con un particolare focus nel settore alberghiero.
Volendo brevemente ripercorrere alcuni passaggi della mia vita professionale: subito dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, mi sono trasferito a Roma dove, unitamente alla pratica legale presso un importante Studio, ho conseguito il Master in Giurista Internazionale d’Impresa presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. Dopo una breve esperienza, nel settore finance, per una società oggi quotata in borsa, mi sono trasferito a Londra dove ho collaborato con uno studio legale internazionale. Successivamente ho deciso di frequentare il Master of Laws (LL.M.) in American Law and International Legal Practice presso la Loyola Marymount University di Los Angeles.
Considerato il mio background ed il respiro internazionale, sono stato nominato nel 2023 coordinatore regionale per l’Internazionalizzazione dalla Compagnia delle Opere Sicilia, mentre da inizio 2024 sono membro del consiglio di presidenza dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori (ANGI).
Nel mio nuovo ruolo di presidente di Confassociazioni Australia miro a creare delle sempre più forti relazioni professionali con colleghi, notai ed imprenditori italo-australiani per un sinergico e strategico sviluppo del territorio finalizzato anche alla promozione dell’internazionalizzazione.
La scelta di occuparsi di internazionalizzazione delle nostre imprese, tenuto conto della creatività che contraddistingue il popolo italiano in ogni campo dei beni di consumo, è stata dettata da quale ‘visione’ del futuro per il nostro paese? La domanda tiene in gran conto che lei è siciliano, e rappresenta una parte dell’Italia che è stata nel corso del tempo pioniera della emigrazione di qualità…
L’internazionalizzazione, a mio avviso, è una scelta obbligata per valorizzare la competitività delle imprese italiane e deve essere vista dagli imprenditori come una soluzione strategica, strutturata e stabile nel tempo, ma chiaramente è fondamentale che le imprese abbiano i requisiti per questo importante passo. È quindi determinante che coloro che conducono l’azienda abbiano consapevolezza dei punti di forza e di debolezza della propria impresa nonché del sistema di gestione della compliance alle regolamentazioni estere affinché possano eventualmente porre in essere gli opportuni adeguamenti finalizzati all’obiettivo da raggiungere. Reputo che il processo volto ad internazionalizzare una impresa sia tanto articolato quanto dinamico e sistemico, ma che risulterà fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle aziende.
Quali sono i settori produttivi italiani più ricercati all’estero?
L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cultura, il buon cibo, la moda e l’arte, ma anche per la capacità di produrre beni di eccellenza e di alta qualità. Il brand Made in Italy è sinonimo di innovazione, qualità e lusso, ed è legato all’abilità unica dell’Italia nel produrre beni di alto valore.
Per essere competitivi a livello internazionale, c’è ancora molto da fare ma non dobbiamo dimenticare alcuni punti di forza che rendono l’Italia un modello da seguire. Non tutti infatti sanno che l’Italia è il primo esportatore in UE e il secondo al mondo, dopo la Cina, di prodotti del Tessile, Moda e Accessorio (TMA), siamo primi in Europa per fatturato nel settore del design, e per fare un altro esempio virtuoso, è italiano il più grande operatore al mondo nelle rinnovabili: l’Enel infatti è la prima società elettrica privata per capacità gestita.
Fatta questa premessa, con riferimento alla sua domanda, i settori produttivi italiani maggiormente apprezzati all’estero sono di certo: i prodotti alimentari, moda e accessori (TMA), automazione, arredamento e cantieristica nautica.
La centralità dell’Italia in diversi segmenti conferma quanto sia riconosciuto in tutto il mondo il grande valore delle nostre aziende.
Quanto è utile alla nostra economia in patria costruire rete di interessi e collaborazione con i nostri italiani all’estero?
Sollecitare opportunità è fondamentale ma devono essere di ampio respiro, concrete e soprattutto portate avanti con interesse e dedizione.
L’istituzione, da poco più di un anno, del Ministero delle imprese e del made in Italy è sicuramente la dimostrazione della volontà e del forte impegno del Governo Italiano nel valorizzare e sostenere le imprese italiane nel mondo. Oggi un Ministero che si occupa di tutto il “sistema Italia” potrà garantire un maggiore e concreto supporto alle piccole e medie aziende che riscontrano difficoltà nell’approcciarsi efficacemente agli altri Paesi.
E’ di fondamentale importanza rendere sinergiche le competenze e le conoscenze degli italiani all’estero con le imprese italiane, ciò infatti a mio avviso potrà essere determinante per promuovere l’internazionalizzazione per scelta e non per necessità!
Queste considerazioni mi spingono quindi a pensare che è davvero importante rafforzare il rapporto con le comunità italiane all’estero nonché le relazioni con leassociazioni italiane nel mondo, sono certo che la consapevolezza e la condivisione saranno un volano per la crescita.
Con le sue esperienze professionali e l’attuale ruolo che ricopre in uno studio di respiro internazionale lei si è guadagnato la presidenza della branch di Confassociazioni dedicata all’Australia, un territorio enorme dove tanto gli italiani hanno fatto nel corso dell’ultimo secolo e mezzo. Quali i primi passi da lei immaginati per costruire un ponte tra noi nel Paese ed i nostri connazionali in un continente così lontano?
Lo studio legale internazionale Giambrone & Partners, in cui ricopro il ruolo di partner unitamente a quello di responsabile del dipartimento di “Internazionalizzazione delle PMI”, ha negli anni strutturato solide relazioni con professionisti ed aziende australiane e, da ultimo, ha anche inaugurato una delle proprie sedi in Asia, e più precisamente a Shanghai.
Il mio incarico di presidente di Confassociazioni Australia è un riconoscimento gratificante e motivazionale che mi coinvolge sempre più nel progetto volto alla internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, progetto che, insieme ai presidenti delle altre branch estere di Confassociazioni, portiamo avanti già da tempo.
Confassociazioni Australia si prefigge l’obiettivo di diventare, nel più breve tempo possibile, un punto di riferimento per gli australiani in Italia e per gli italiani in Australia.
Lo scopo di Confassociazioni Australia sarà, non solo l’impegno in un ruolo attivo a sostegno delle relazioni tra l’Italia e l’Australia, ma soprattutto quello di promuovere iniziative di interesse per imprenditori e professionisti italo-australiani al fine di renderli sempre più partecipi e consapevoli, nonostante le distanze, delle novità e/o delle opportunità che potranno determinare collaborazioni e scambi tra i due Paesi.
La comunità di italiani (anche di terza generazione) in Australia conta circa 1.000.000 di persone mentre gli australiani residenti in Italia sono poco più di 1.500. Considerati gli ottimi rapporti commerciali tra i due Paesi, Confassociazioni Australia dovrà porsi l’obiettivo di attirare tutti quegli italiani in Australia che desiderano sentirsi ancora parte integrante del nostro Paese nonché, attraverso le relazioni istituzionali ed i nostri delegati in Australia, rendere quest’ultima “più vicina” agli italiani.
Italian entrepreneurship abroad: interview with Giovanni Patti president of the Australia branch of Confassociazioni
Today we meet lawyer Giovanni Patti who has recently been appointed president of Confassociazioni -Australia, the latest among the foreign branches of Confassociazioni which is the unified representative entity of the federations, coordinations, associations, businesses and professionals who practice professional activities “not organized in orders and colleges” residing in Italy, Europe and the world. Confassociazioni groups to date 761 professional organizations between first and second level subjects that bring together more than 1 million 270 thousand professionals including about 213 thousand businesses that represent a fundamental part of the nervous system of the Italian economy. The important results achieved by Confassociazioni are due above all to the efforts of national president Angelo Deiana, who most recently strongly wanted, lawyer Giovanni Patti on his team as president of a foreign branch of great strategic importance: Australia.
Attorney Patti, before we get into the heart of this important new role of yours, we would like to be able to tell our readers who is Giovanni Patti and what has been your professional path?
Mind in the world, feet in Italy and heart in Sicily, these few words I believe can succinctly represent me encapsulating my diverse life and professional experiences and attachment to my homeland.
Today, I am the Resident Partner of the Catania office of the international law firm Giambrone & Partners as well as the head of the Small and Medium Enterprise (SME) Internationalization and Startup department. I manage the Catania office playing a role in coordinating the Firm’s activities and linking established strategies and objectives. I assist Italian and foreign clients and my main areas of expertise are corporate law, contract law and real estate law with a particular focus in the hotel sector.
Wanting to briefly review some of the steps in my professional life: immediately after graduating in Law, I moved to Rome where, along with practicing law at a major firm, I obtained a Master’s degree in International Corporate Law at the Italian Society for International Organization. After a brief experience, in the finance sector, for a now-listed company, I moved to London where I worked with an international law firm. I later decided to pursue a Master of Laws (LL.M.) in American Law and International Legal Practice at Loyola Marymount University in Los Angeles.
Given my background and international scope, I was appointed in 2023 as regional coordinator for Internationalization by Compagnia delle Opere Sicilia, and since early 2024 I have been a member of the board of presidents of the National Association of Young Innovators (ANGI).
In my new role as president of Confassociazioni Australia I aim to create increasingly strong professional relationships with Italian-Australian colleagues, notaries and entrepreneurs for a synergistic and strategic development of the territory also aimed at promoting internationalization.
The choice to deal with the internationalization of our businesses, taking into account the creativity that distinguishes the Italian people in every field of consumer goods, was dictated by what ‘vision’ of the future for our country? The question takes great account of the fact that you are Sicilian, representing a part of Italy that has pioneered quality emigration over time…
Internationalization, in my opinion, is a compulsory choice to enhance the competitiveness of Italian companies and must be seen by entrepreneurs as a strategic, structured and stable solution over time, but clearly it is essential that companies have the requirements for this important step. Therefore, it is crucial that those who lead the company have an awareness of the strengths and weaknesses of their enterprise as well as of the management system of compliance with foreign regulations so that they can eventually put in place the appropriate adjustments aimed at the goal to be achieved. I believe that the process aimed at internationalizing a company is as multifaceted as it is dynamic and systemic, but that it will prove to be fundamental to the companies’ growth and development.
Which Italian manufacturing sectors are most sought after abroad?
Italy is famous all over the world for its culture, good food, fashion and art, but also for its ability to produce goods of excellence and high quality. The Made in Italy brand is synonymous with innovation, quality and luxury, and is linked to Italy’s unique ability to produce high-value goods.
In order to be internationally competitive, there is still much to be done, but we must not forget certain strengths that make Italy a model to follow. In fact, not everyone knows that Italy is the first exporter in the EU and the second in the world, after China, of Textile, Fashion and Accessory (TMA) products, we are first in Europe in terms of turnover in the design sector, and to give another virtuous example, it is Italian the largest operator in the world in renewables: in fact, Enel is the first private electricity company in terms of managed capacity.
Having said that, with reference to your question, the Italian manufacturing sectors most valued abroad are certainly: food products, fashion and accessories (TMA), automation, furniture and shipbuilding.
Italy’s centrality in different segments confirms how much the great value of our companies is recognized all over the world.
How useful is it to our economy at home to build network of interests and collaboration with our Italians abroad?
Soliciting opportunities is essential, but they must be wide-ranging, concrete and above all pursued with interest and dedication.
The establishment, just over a year ago, of the Ministry of Business and Made in Italy is certainly a demonstration of the Italian government’s willingness and strong commitment to enhance and support Italian businesses around the world. Today, a Ministry that deals with the entire “Italian system” will be able to guarantee greater and more concrete support to small and medium-sized companies that find it difficult to effectively approach other countries.
It is of fundamental importance to make the skills and knowledge of Italians abroad synergic with Italian companies, this in fact in my opinion will be able to be decisive in promoting internationalization by choice and not by necessity!
These considerations therefore lead me to think that it is really important to strengthen the relationship with Italian communities abroad as well as the relations with Italian associations around the world, I am sure that awareness and sharing will be a driving force for growth.
With your professional experiences and your current role in a firm with an international scope you have earned the presidency of the Confassociazioni branch dedicated to Australia, a huge territory where so much has been done by Italians over the past century and a half. What first steps have you envisioned to build a bridge between us in the country and our compatriots on a continent so far away?
The international law firm Giambrone & Partners, in which I hold the role of partner together with that of head of the “Internationalization of SMEs” department, has over the years structured solid relationships with Australian professionals and companies and, most recently, has also inaugurated one of its offices in Asia, and more specifically in Shanghai.
My appointment as president of Confassociazioni Australia is a gratifying and motivational recognition that involves me more and more in the project aimed at the internationalization of small and medium-sized enterprises, a project that, together with the presidents of the other foreign branches of Confassociazioni, we have been pursuing for some time now.
Confassociazioni Australia aims to become, in the shortest possible time, a point of reference for Australians in Italy and Italians in Australia.
The aim of Confassociazioni Australia will be, not only to engage in an active role in support of relations between Italy and Australia, but above all to promote initiatives of interest to Italian-Australian entrepreneurs and professionals in order to make them more and more involved and aware, despite the distances, of the novelties and/or opportunities that may lead to collaborations and exchanges between the two countries.
The community of Italians (including third-generation Italians) in Australia numbers about 1,000,000 people while Australians residing in Italy number just over 1,500. Given the excellent business relations between the two countries, Confassociazioni Australia will have to set itself the goal of attracting all those Italians in Australia who still wish to feel an integral part of our country as well as, through institutional relations and our delegates in Australia, make the latter “closer” to Italians.