Attualità
Immigrati: Lazio centro di attrazione
Il secondo rapporto del “Lazio nel mondo” rivela una presenza elevata di migranti nella regione. Ma ci sono anche molti ‘laziali’ in partenza Roma, 28 giugno –“ La presenza degli immigrati stimola a pensare in grande, a rinnovare il passato, a essere creativi e non ripetitivi, facendoci carico della loro tutela” lo dice Rita Visini, Assessore regionale alle Politiche Sociali della regione Lazio in occasione della presentazione ieri del secondo rapporto del “Lazio nel mondo” in collaborazione con Centro studi e ricerche Idos con il coordinamento di Franco Pittau. “L’area romana – si legge nel rapporto – non è solo un centro di attrazione di immigrati, ma rappresenta anche un luogo di passaggio e di smistamento, non solo verso i comuni vicini e delle diverse province laziali, ma anche verso altre parti d’Italia dove sono maggiori le opportunità occupazionali”. Gli immigrati, per il 37,0% sono operai e per un altro 33,2% svolgono professioni non qualificate (manovale, bracciante, collaboratore domestico, ecc.); mentre un quinto di essi lavora la sera. Il Lazio è passato da 167mila nel 2002 a 543mila residenti stranieri nel 2010, e la provincia di Roma da 142mila a 442mila residenti, con 252mila famiglie che hanno almeno un componente straniero al proprio interno (il 32,9% degli immigrati è coniugato). In regione, la prima collettività, con quasi 200mila unità, è quella romena (anche la prima per numero di infortuni: 1.744, pari a un terzo delle denunce riguardanti i lavoratori nati all’estero). Queste le altre principali provenienze: 40mila immigrati (Filippine); 20mila (Polonia, Bangladesh, Albania, Ucraina, Cina e India), 15mila (Perù, Moldova ed Egitto); 10mila (Marocco e Sri Lanka); 5mila Ecuador (Tunisia, Brasile e Macedonia). Gli albanesi sono la collettività non comunitaria più numerosa nelle province di Viterbo, Rieti e specialmente Frosinone (circa un terzo sul totale dei soggiornanti), così come a Roma lo è quella filippina e a Latina quella indiana. Il modello d’integrazione degli immigrati nell’area romano-laziale, analizzato secondo gli indici del CNEL, mostra che in regione l’indice di inserimento sociale (che misura il grado di accesso degli
immigrati ad alcuni beni e servizi fondamentali di welfare come, ad esempio, la casa e la scuola) non è soddisfacente e relega il Lazio all’ultima posizione in graduatoria (e, tra l’altro, a Roma la situazione è peggiore rispetto alle altre province laziali). Invece, il Lazio si posiziona al 6° posto nella graduatoria nazionale riguardo al potenziale territoriale di integrazione socio-occupazionale dei cittadini stranieri, con rilevanti spazi di inserimento per gli uomini nell’industria e in agricoltura e per le donne nel settore dei servizi alle famiglie. Il Lazio inoltre si accredita tra le regioni più sensibili alla salute degli immigrati e per il conseguimento di questo obiettivo è stato di stimolo e di supporto il CrIS/Gruppo Immigrazione e Salute, costituito congiuntamente nel 1995 da operatori del privato sociale e del settore pubblico (tale iniziativa, per la sua validità, è stata replicata in 12 regioni). Ridurre la mortalità fra i bambini con genitori immigrati è uno dei principali obbiettivi di questi ultimi vent’anni , come attestano una serie di delibere e circolari. Per ottenere questo risultato bisogna conoscere meglio le diverse collettività, sia con un atteggiamento di ascolto e di condivisione, sia con una maggiore insistenza sulla formazione del personale sanitario. Chi viene e chi va – Ma se il territorio del Lazio è ambito dai migranti in cerca di lavoro e sistemazione futura c’è anche il rovescio della medaglia :al 1° gennaio 2012 sono risultati 375.510 i laziali all’estero, quasi un decimo rispetto ai 4,2 milioni di italiani iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Dopo la Sicilia, la Campania e la Calabria, Il Lazio si afferma quarta regione con una presenza di emigrati. I ‘viaggiatori del mondo’ di estrazione laziale sono per lo più celibi e nubili (65,9%) con incidenza maschile maggiore (51,2%). Gli spostamenti sono per lo più in America (233.971 presenze e 62,3%) e in Europa (118.188 presenze e 31,4%), rispettivamente con la prima collettività in Brasile e in Francia; i comuni più coinvolti sono quelli della provincia di Frosinone mentre Roma è al primo posto anche a seguito dell’attribuzione residuale dei casi incerti; sono numerose le associazioni di emigrati laziali iscritte al registro della Regione Lazio, che fanno capo all’omonima Consulta: 15 in Europa, 27 in Australia, 17 in Sud America, 5 negli Stati Uniti, 35 in Canada, 1 in Sudafrica