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Ambiente & Turismo

Il “triste gorilla” Riù: vive in cattività da oltre quarant’anni    

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Tempo di lettura: 3 minuti

Riù e Pedro sono due gorilla africani: sono stati  catturati quando erano cuccioli e venduti per pochi soldi al circo Medrano, dove si sono esibiti per ben vent’anni. Poi sono stati trasferiti allo zoo safari di Fasano, ove Pedro è morto lasciando Riù solo e “triste”, di certo desideroso di assaporare ciò che non ha mai conosciuto… La libertà!

di Damiana Cicconetti  

Riù è un gorilla africano che dal 1994 vive nello zoo di Fasano, in Puglia: è stato catturato quando era solo un cucciolo, assieme a Pedro, altro straordinario esemplare di primate deceduto nel 2008, a causa di una malattia a cui non è sopravvissuto: entrambi sono stati allontanati dalla loro terra e divisi dalla madre nel 1975; venduti al Circo Medrano per 850.000 mila vecchie Lire – pari, all’incirca, a 400,00 Euro di oggi – e lì, per vent’anni si sono esibiti. Invero privati per sempre della loro libertà.

Ora Riù è al centro delle attenzioni degli animalisti che ne chiedono la liberazione.

“È solo da troppo tempo…”: sostiene l’Associazione Meta Parma in una Petizione in cui chiede la sua liberazione immediata.

“Ormai è anziano, rassegnato e infelice, così infelice da essere chiamato il ‘gorilla triste’…”: così, in pochissime ore, la Petizione lanciata su Change.org ha ampiamente superato le 50 mila firme.

“Riù, con il suo sguardo infelice e la sua espressione saggia, così dignitosa nonostante la sua tristezza, manda un messaggio forte e chiaro, che arriva a chi può recepirlo: il vero problema è la libertà negata. Riù è un primate, è un individuo, costretto a vivere in una campana di vetro. Crediamo possa definirsi vita vivere rinchiusi in uno zoo? Riù è rinchiuso da troppi anni; è anziano; ha diritto di poter vivere almeno i suoi ultimi anni, mesi, settimane o, finanche, giorni, ore fuori da quello zoo. Glielo dobbiamo!”

Questo il contenuto, testuale, della Petizione, che è impossibile non condividere, seppur con riflessioni non meno angoscianti.

L’appello dell’Associazione Meta Parma è, ovviamente, rivolto al Direttore dello zoo di Fasano, Dottor Antonio Rausa, affinché si renda disponibile a rilasciare una dichiarazione ufficiale di trasferimento immediato di Riù in un luogo più consono, ben lungi da spettatori paganti; pur senza dimenticare la richiesta a rifugi, santuari, aree protette, di modo che chi può si faccia avanti per accoglierlo, perché “non c’è più tempo di aspettare o temporeggiare: Riù è anziano… Doniamogli almeno questo gesto: siamo in debito con lui…”.

Dal suo canto il Dottor Rausa ha precisato che le condizioni di Riù sono ben diverse da quelle rappresentate dall’Associazione Meta Parma: “Il suo habitat rinnovato è raddoppiato, ora è di oltre 600 mq; gli alberi sono sempre accessibili, insieme a tronchi e ‘castelli’ di legno su cui arrampicarsi, con una cascata di acqua corrente dove fare il bagno; con prato verde piantumato di essenze speciali da cui può brucare come farebbe in una giungla; non esistono muri ma enormi vetrate perimetrali che permettono a Riù di stare a contatto ravvicinato con il pubblico quando lo desidera, avendo un’infinità di aree dove potersi isolare ed appartare se così preferisce, oltre a due ampi box interni interconnessi, veri e propri appartamenti dedicati esclusivamente a lui, non visibili al pubblico ma dotati di grandi vetrate aperte al mondo esterno… Una situazione, dunque, ben diversa da come è stata dipinta. Abbiamo anche ideato un progetto grandioso, purtroppo non attuabile per ora a causa di vincoli esistenti nell’area; ma comunque siamo certi che anche i denigratori più estremisti rimarrebbero favorevolmente sorpresi da quanto potrebbero scoprire, se la facessero davvero una visita a Fasano prima di ergersi a paladini di una battaglia scientificamente improponibile ed insostenibile per il ritorno di Riù alla libertà e alla sua Africa…”.

Del resto non vi è chi non veda quel che è fin troppo evidente: sarebbe stato assolutamente giusto ed opportuno lasciare i due cuccioli di gorilla nel loro habitat originario.

Ma 45 anni fa tutto era ancora possibile: finanche acquistare e catturare due gorilla per pochi euro o lire, che dir si voglia.

Per fortuna, da allora, molte cose sono cambiate e, perciò, i parchi zoologici non necessitano più di esemplari prelevati in natura, essendo sufficienti quelli nati in cattività.

Tuttavia è ovvio che, a danno ormai compiuto, l’unica cosa che resta da fare è adoperarsi al massimo per dare a Riù quel che merita: affetto in primis, oltre alle migliori condizioni di vita per il breve tempo che gli rimane.

Del resto, Riù per più di quarant’anni è stato accudito e nutrito grazie alle cure dell’uomo; ora il suo ritorno in natura potrebbe rivelarsi arduo, tanto più in considerazione della sua veneranda età.

…Un grande errore averlo allontanato dal suo habitat!

…Un errore che non è di certo l’unico, visto che molti altri continuiamo a commetterne ai danni dell’ambiente e del mondo animale!

…Danni rilevanti e, invero, catastrofici!

…Il surriscaldamento del clima e l’estinzione di intere specie dovrebbe averci insegnato qualcosa!

Eppure non è così!

Riù ne è la dimostrazione oggi; generazioni future lo saranno domani…

…Un domani che, ad onore del vero, è già oggi!

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