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Politica

Il Senato approva legge elettorale. Divina (LN): Italiani conteranno sempre meno

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I sì sono stati 184,  66 i no e 2 gli astenuti. La lega all’opposizione: ‘Una legge che umilia gli elettori del nostro Paese’

legaRoma, 28 gennaio – Approvata dal Senato la nuova legge elettorale, una versione modificata dell’Italicum che mantiene in essere il patto Renzi–Berlusconi. Ora torna alla Camera per l’approvazione definitiva. La legge passa con 184 voti a favore, 66 contro e 4 astenuti. Non hanno partecipato al voto  24 senatori della minoranza del Pd e quando sarà promulgata, non sarà subito operativa perché una clausola prevede che entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2016. In caso di voto prima di quella data, per eleggere il Parlamento si dovrà utilizzare il cosiddetto Consultellum, cioè la precedente legge nota come Porcellum. Ad esclusione dalle parti dichiarate illegittime dalla sentenza della Corte Costituzionale. “Gli Italiani conteranno sempre meno” commenta con disappunto Sergio Divina, vicecapo gruppo della Lega Nord al Senato, che si oppone alla nuova legge. .
“Non eleggeranno più le province ordinarie pur rimanendo queste in vita, non eleggeranno più il Senato, in quanto saranno i consiglieri regionali a farlo, – incalza Divina –  non peseranno nemmeno nel formare la Camera dei Deputati in quanto la maggioranza dei suoi membri sarà scelta ed imposta dai segretari di partito. Cento posti garantiti ad ogni segretario.
Ancorché scolastica l’ipotesi, se dalle urne uscissero 6 partiti con poco più del 16%, nessuno dei membri della Camera verrebbe eletto con le preferenze” spiega il senatore della Lega e aggiunge “ La legge “truffa” di memoria degasperiana al confronto sembrerebbe elaborata da dilettanti. Tanti parlamentari anche di maggioranza non se la sono sentita di avvallare tale scempio” con chiaro riferimento ai 24 senatori Pd che si sono rifiutati di votare: Felice Casson, Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D’Adda, Nerina Dirindin, Marco Filippi, Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti, Miguel Gotor, Maria Cecilia Guerra, Paolo Guerrieri, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Patrizia Manassero, Claudio Micheloni, Maurizio Migliavacca, Corradino Mineo, Massimo Mucchetti, Carlo Pegorer, Lucrezia Ricchiuti, Roberto Ruta, Lodovico Sonego, Walter Tocci. Tra le modifiche approvate rispetto al passato un premio di maggioranza al partito che supera il 40 per cento dei voti, o al più votato in caso di ballottaggio al secondo turno tra i due più votati se nessuno supera quella soglia. In questo modo al partito vincente vanno 340 seggi,  a tutti gli altri ne restano 290. Lo sbarramento al primo turno è fissato al 3% dei voti. Cento i collegi in ognuno dei quali sono scelti ed  eletti 6-7 deputati; per ogni partito il capolista è bloccato (cioè è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre  per gli altri candidati valgono le preferenze. Un candidato si può presentare in più collegi per un massimo di dieci. Sono possibili due preferenze, purché la seconda sia di genere diverso dalla prima, pena la nullità della seconda. Le liste devono esser composte in modo tale  da alternare un uomo ad una donna, e sono possibili due preferenze purchè di diverso genere. La scheda avrà a  fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze. “Noi, senatori della Lega, con i numeri di cui disponiamo abbiamo fatto l’impossibile per non licenziare una legge che umilia ( se vi fosse ancora spazio per ulteriori umiliazioni) gli elettori di questo Paese” – spiega Sergio Divina – “ Sotto ricatto di Renzi, però, oltre alla maggioranza governativa, anche i bistrattati senatori Trentini hanno votato questa legge che annulla la volontà dei cittadini”.  E conclude , con chiara denuncia di un ulteriore perdita in democrazia ed autonomia del territorio da cui proviene e in cui è stato eletto  “ Bistrattati perché, come i servi sciocchi, nonostante la loro totale sottomissione, ad ogni nuova manovra il Governo di Renzi espropria continuamente al Trentino risorse che dovrebbero invece servire a garantire l’effettiva gestione dell’Autonomia. Avere competenze ma non avere le risorse per esercitarle è esattamente come non avere nulla. Ma nonostante ciò i colleghi trentini continuano a gridare “viva Renzi”. Autonomia provvisoria?”

 

 

 

 

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