Attualità
Il popolo irlandese alle urne per votare “si” o “no” all’aborto

L’attuale legge prevede 14 anni di carcere per chi interrompe una gravidanza.
di Vito Nicola Lacerenza
Urne aperte oggi, 25 maggio, in Irlanda, per permettere al popolo di votare “SI” o “NO” all’abrogazione dell’8° emendamento dell’articolo 40 della Costituzione Irlandese. La norma garantisce al feto lo stesso diritto alla vita della madre, che può ricorrere all’aborto solo nel caso in cui la gravidanza costituisca un serio pericolo per la vita della partoriente. È attesa una grande affluenza, circa 3,5 milioni di votanti, su una popolazione di poco più di 4 milioni di abitanti. Non è la prima volta che l’Irlanda si rende nota per le sue battaglie di civiltà. Già nel 2015, il Paese nord europeo ha fatto parlare di sé per il referendum sui matrimoni gay, in cui il 62% degli irlandesi hanno votato “SI”.
Come per le unioni omosessuali, anche per l’aborto si prevede una risposta affermativa del popolo irlandese estremamente sensibile al tema. A far esplodere il dibattito è stata la morte, a soli 31 anni, di Savita Halappanavar. La donna, incinta di 17 settimane, aveva dato inizio ad un aborto spontaneo, che ha originato l’infezione che l’ha uccisa. Se i medici fossero intervenuti chirurgicamente, interrompendo la gravidanza, la vita della giovane avrebbe potuto essere salvata. Solo dopo la tragedia di Savita, all’ 8° emendamento sono state apportate alcune modifiche, per permettere ai medici di intervenire “in caso la gravidanza costituisca un pericolo per la vita della partoriente”. Altrimenti, secondo la norma vigente, sia a chi richiede l’aborto sia a chi, tecnicamente, lo compie vengono inflitti 14 anni di carcere. Ma se, al referendum in corso, vincesse il “SI”, l’aborto sarebbe consentito in ogni circostanza entro le prime 12 settimane di gravidanza, passate le quali si potrà ricorrere all’intervento solamente nel caso in cui la vita della madre sia in pericolo o la salute del feto sia compromessa al punto da non permettere che sopravviva al parto.