Italiani nel Mondo
Il nostro patrimonio misterioso – Our mysterious heritage
Il nostro patrimonio misterioso
Per capire il patrimonio personale bisogna poterlo trovare, bisogna saperlo capire e questo non si fa con la semplice ricerca dell’albero genealogico
Di Gianni Pezzano
In un mondo di informazione illimitata potrebbe sembrare strano a molti non conoscere il proprio patrimonio, ma per molti figli di emigrati, come anche per i discendenti, il patrimonio personale è un mistero, perché abbiamo avuto poche possibilità di sapere una parte integrale della nostra identità, la storia della nostra famiglia.
Basti pensare che molti della prima generazione nata all’estero non ha potuto crescere con i nonni che spesso spiegano ai più giovani il senso di quel che li circonda nel paese d’origine.
Poi, un giorno, magari nella prima visita in Italia, oppure quando qualche parente decide di visitare i parenti all’estero, questi figli di emigrati cominciano a capire che la Storia della famiglia e il patrimonio personale sono molto più ricchi di quel che sognavano.
Nonni
Avevo dieci anni quando i miei nonni materni sono venuti in Australia in visita. È diventata una visita che ha segnato la fine di una parte della mia vita e l’inizio vero di un cammino che non potevo capire per molti anni.
Quei pochi mesi nel 1966 mi hanno fatto conoscere i nonni che mandavano i pacchi per le feste. Nonna e mamma hanno scambiato lettere per decenni e la collezione delle risposte di nonna fanno parte dell’archivio più importante mio e di mio fratello. Loro erano le voci dall’altra parte della cornetta quando facevamo le telefonate delle feste, ma non li conoscevo di persona.
Quando gioco a scopa penso sempre a nonno perché fu lui a insegnarmelo e oggi temo che, a causa del mio italiano limitato, io abbia perso alcune delle cose che voleva dirmi in quei mesi. Tristemente non lo vidi più per poterle sapere, ma per fortuna ho potuto rivedere nonna in un altro viaggio, sia da parte sua che da parte mia in Italia.
Purtroppo, non ho potuto mai conoscere i miei nonni paterni. Nonno era già deceduto quando sono nato e nonna poco tempo dopo. Però, in modi inattesi, anche loro hanno avuto un ruolo del mio sviluppo personale.
Viaggio
Nel 1972 la famiglia ha fatto il suo viaggio in Italia e quei tre mesi nel Bel Paese hanno aperto porte nella mia anima che non sapevo esistessero. E non mi riferisco solo a zii e cugini che non avevo mai conosciuto.
Il primo giorno al paese di mamma siamo andati al cimitero per trovare nonno e uno zio di mamma che era morto qualche anno prima. Poi, una settimana dopo abbiamo fatto altrettanto al paese di papà con quei nonni e un suo fratello che era morto qualche anno dopo la guerra.
Vedere le tombe dei nonni, e altri con i cognomi della famiglia che all’epoca ancora non c’erano in Australia, mi ha dato le prove vere che le mie radici non erano nel mio paese di nascita, ma nel paese dei miei genitori.
Come ho avuto il modo di descrivere in un articolo recente (https://thedailycases.com/un-prezzo-amaro/) sentivo, come moltissimi altri figli di immigrati, le differenze tra me e i miei coetanei autoctoni, ma nel corso di quella visita, molto di più della visita dei nonni nel 1966, ho capito la lunghezza e la ricchezza del mio patrimonio personale. Infatti, sono sicuro che non saprò mai tutti i dettagli che vorrei di quel passato.
Mistero
In quel primo viaggio, camminando sulla via Appia dove abitava nonna ho rifatto i passi dei personaggi della Storia che avevo già cominciato a divorare nelle mie letture. Ora mi chiedo se dove si trova la casa ora ci fosse stato all’epoca la croce di uno dei gladiatori di Spartaco puniti da Marco Licinio Crasso. Difatti, quella casa non era molto distante da Capua dove esplose la ribellione. A Formia abbiamo visto la tomba di Cicerone e la visita a Montecassino mi ha fatto capire le esperienze belliche raccontate da mamma di quella tremenda battaglia che lei ha visto di persona.
Però, oltre la Storia, quella visita fu la scoperta di musica e cinema che non conoscevamo in Australia. La canzone “Il viaggio di un poeta” dei Dik Dik e poi le canzoni di Lucio Battisti mi hanno fulminato, soprattutto per le parole che mi hanno dato ancora più voglia di conoscere bene la lingua dei miei genitori, quella stessa che parlavamo a casa. In quelle canzoni ho capito davvero la bellezza della lingua.
Con gli anni e la padronanza della lingua, spesso deriso dai miei coetanei a scuola, ho cominciato a scoprire il mio passato e patrimonio personale.
Lingua e passato
Nel leggere le pagine social degli italiani all’estero vedo la stessa voglia del passato, ma crescere all’estero non ti da la vera possibilità di scoprire quel che sai che ti manca, ma che non puoi identificare perché non hai i mezzi di poterlo fare.
Nel periodo immediatamente dopo i recenti Stati Generali della Lingua Italiana svoltisi a Roma dobbiamo chiederci cosa davvero spinge così tanto una persona all’estero nel voler trovare il patrimonio personale.
Non si tratta di sapere la storia di un’opera lirica, basterebbe leggere il libretto in traduzione prima di vederlo, oppure di apprezzare un film di Pier Paolo Pasolini o Piero Germi per spiegare i cambi d’Italia dopo la partenza dei genitori o i bisnonni dal Bel Paese.
Per capire il patrimonio personale bisogna poterlo trovare, bisogna saperlo capire e questo non si fa con la semplice ricerca dell’albero genealogico.
Per noi nati e cresciuti all’estero, è solo facendo questa ricerca che capiamo il significato dei riti e le tradizioni che seguiamo in casa. Solo andando nei luoghi del nostro passato cominciamo a capire il significato di questo patrimonio e le motivazioni dei genitori nel lasciare i loro paesi per sfidare l’ignoto del paese nuovo.
Identità
Nelle mie varie odissee in Italia, e ora che ci abito, ho capito che non sempre le motivazioni della partenze di un emigrato è semplicemente cercare il lavoro.
A volte ti trovi davanti a casi e racconti che non aspetti perché nessuno ti aveva mai detto le storie che tuo padre o madre non ti volevano dire perché cercavano di lasciare incidenti importanti nel vecchio paese. Purtroppo, come ho visto più volte e non solo con i miei cari, il passato ha il vizio di seguirti in ogni caso per fartelo ricordare nel modo più improbabile.
Ci sono aspetti del passato che non sapremo, ma non per questo dobbiamo rinunciare a capire la nostra identità che è definita anche dal nostro patrimonio personale.
Ci sono suoni, sapori ed esperienze che dobbiamo sapere perché solo così capiremo e apprezzeremo la vita dei nostri genitori o i nostri nonni.
Per molti la speranza è di trovare un passato glorioso e alcuni lo fanno. Però, quando intraprendi al strada per risolvere il mistero del tuo patrimonio personale non sai cosa troverai e a volte fai scoperte dolorose. Eppure, è altrettanto vero che le scoperte ti aiutano a trovare la tua vera identità.
Questo è un aspetto della vita degli italiani all’estero che spesso i nostri parenti e amici in Italia non capiscono perché sono circondati dai ricordi di quel passato e quel patrimonio. Ma abbiamo l’obbligo di farlo.
Si, abitiamo all’estero, ma non per questo siamo meno legati al nostro paese d’origine.
Infatti per alcuni, come chi scrive, le scoperte di questa ricerca portano a strade una volta impensabili, cominciando dalla consapevolezza che il nostro patrimonio personale e la nostra identità non sono legati solo a un paese, ma a due, perché questo siamo noi, figli di due mondi. E non siamo in pochi a trovare che la nostra strada ci riporta al paese dove tutto è iniziato decenni fa.
Anche questo è un aspetto che vorremmo sapere dalle storie che chiediamo ai nostri lettori per metterle online, perché in questo modo faremo capire ai nostro parenti e amici in Italia quel che sentiamo e che spesso non abbiamo potuto spiegare bene. Scrivete le storie in italiano o l’inglese e faremo noi le dovute traduzioni.
Inviate la vostre storie a: gianni.pezzano@thedailycases.com
Our mysterious heritage
In order to understand out personal heritage we must know how to find it, we must know how to understand it and this cannot be done by simply researching our family tree
By Gianni Pezzano
In a world of limitless information, it would seem strange to many not knowing their personal heritage, but for many children of migrants, as well as their descendants, our personal heritage is a mystery because we have had few chances to know an essential part of our identity, the history of our family.
We need only remember that many of the first generation born overseas could not grow up with the grandparents who often tell the youngest members of the family the sense of what surrounded them in the country of origin.
Then, one day, maybe on the first trip to Italy, or when a relative decides to make a trip to find relatives overseas, these children of migrants begin to understand that the family’s history and their personal heritage are much richer than what they dreamed.
Grandparents
I was only ten when my maternal grandparents visited us in Australia. It became a visit that marked the end of one part of my life and the true beginning of a path that I would not understand for many years.
Those few months in 1966 let me know the grandparents who sent the packages during the holidays. Nonna (grandmother) and my mother exchanged letters for decades and the collection of Nonna’s replies are part of the most important archive of my brother Tony and I. Theirs were the voices we heard on the other side of the telephone line during the calls on important occasions but I had never met them in person.
Whenever I play Scopa (an Italian card game) I always think of Nonno because he taught me to play and today I fear that, because of my limited Italian, I lost some of the things he wanted to tell me during those months. Sadly I never saw him again to be able to know them, but luckily I saw Nonna again in other trips, both her own and mine to Italy.
Unfortunately I never met my paternal grandparents. Nonno had already passed on when I was born and Nonna shortly after. However, they too played an unexpected role in my personal development.
Trip
In 1972 my family took a trip to Italy and those three months opened doors in my soul that I never knew existed. And I do not refer to uncles, aunts and cousins I had never met.
On the first day in my mother’s home town we went to the cemetery to find Nonno and an uncle who had died a few years before. Then, a week later we did the same in my father’s home town with those grandparents and an uncle who had died a few years after the war.
Seeing the grandparents’ tombs, and the others that bore the families’ surnames that did not yet exist in Australia, I had real proof that my roots were not in my country of birth but that of my parents.
in a recent article (https://thedailycases.com/un-prezzo-amaro/) I described how I felt, as do many other children of migrants, the differences between me and my native peers in Australia, but in the course of that visit, much more than my grandparents’ visit in 1966, I understood the depth and breadth of my personal heritage, In fact, I am sure that I will never know all the details that I would like of that past.
Mystery
In that first trip, as I walked along the Appian Way where Nonna lived I was aware I followed the footsteps of the historical figures that had already begun to devour in my reading. Now I ask myself if, where there house is now, whether at the time there was the cross of one of Spartacus’ gladiators executed by Marcus Lucinius Crassus. In fact, the house is not far away from Capua where the revolt took place. At Formia we saw Cicero’s tomb and at the visit to the Abbey of Montecassino I understood the wartime experiences my mother had told us of the terrible battle that she saw firsthand.
However, in addition to the history, that visit was the discovery of music and films I had not known in Australia. The song Il viaggio di un poeta” (The poet’s voyage) by the group I Dik Dik and Lucio Battisti’s songs struck me, above all the words that made to want to know even better my parents’ language, that same language we spoke at home. Those songs made me truly understand the beauty of the language.
Over the years and with mastery of the language, often derided by my peers at school, I began to discover my past and personal heritage.
Language and past
Reading the social media pages of the Italians overseas I see the same desire for the past, but growing up overseas does not give you the opportunity to discover what you miss but which you cannot identify because you do not have the means to do so.
In this period immediately after the recent Estates General of the Italian Language held at Rome we must ask ourselves what really pushes someone overseas so hard to want to find our personal heritage.
This is not about simply knowing the story of an opera, you only need to read the libretto before seeing it, or to appreciate a film by directors Pier Paolo Pasolini or Piero Germi to explain the changes in Italy after the departure of our parents or grandparents.
In order to understand out personal heritage we must know how to find it, we must know how to understand it and this cannot be done by simply researching our family tree.
For we who were born overseas, it is only by doing this research that we understand the meaning of the rites and the traditions we follow at home. It is only by going to the places of our past that we begin to understand the meaning of this heritage and the reason for which our parents left their birthplaces to challenge the unknown in a new country.
Identity
During my various trips to Italy, and now that I live here, I have understood that the reason for a migrant’s departures is not always simply looking for work.
At times I have found myself facing unexpected cases and tales because nobody ever told you that that your mother or father did not want you to know because they wanted to leave old country after significant incidents. Sadly, as I have seen a few times and not only with my dear ones, the past has the bad habit of following you anyway and making you remember in the most improbable ways.
There are aspects of the past we will never know but not for this reason we must give up understanding our identity that is also defined by our personal heritage.
There are sounds, flavours and experiences we must know because only in this way we will understand and appreciate the lives of our parents or our grandparents.
Many hope to find a glorious past and some have done so. However, when you take this road to solve the mystery of your personal heritage you do not know what you will find and at times the discoveries are painful. Yet it is just as true that the discoveries will help you to find your true identity.
This is one aspect of the lives of Italians overseas that our relatives and friends in Italy often do not understand because they are surrounded by reminders of that past and heritage. But we have a duty to do so.
Yes, we live overseas but not for this reason we are less tied to our country of origin.
In fact, some, like the undersigned, the discoveries of this search takes us on roads that were once unthinkable, beginning with the knowledge that our personal heritage and our identity are not tied to only one country but to two because this is what we are, children of two worlds. And there are not a few of us who find that our road takes us back to the country where it all began decades ago.
This is another aspect that we would like to know from the stories we ask from our readers to put online because, in this way, we will make our relatives and friends in Italy understand what we feel and often have been unable to explain properly. You can write the stories in Italian or in English and we will do the translations.
Send your stories to: gianni.pezzano@thedailycases.com