Politica
Il franco svizzero si sgancia dall’euro e la moneta elvetica schizza a valori record: scatta la corsa al cambio

Virgilio Ballerini, docente di Ambienti Computazionali per l’Innovazione Tecnologica alla Facoltà di Economia, Università La Sapienza di Roma : il franco svizzero in pareggio con l’euro manda in tilt il mercato elvetico
Prof. Virgilio Ballerini
Dipartimento di Metodi e Modelli per l’Economia, il Territorio e la Finanza
Facoltà di Economia – Università La Sapienza di Roma
Roma, 18 gennaio – In un caotico quadro economico-finanziario generalizzato dominato da situazioni di incertezza del tutto nuove, diverse sono le azioni intentate per cercare di ricondurre la situazione su binari quanto meno accettabili. La crisi imperante scatenata dagli USA in un passato ormai finanziariamente remoto , le disgraziate sanzioni della UE nei confronti della Russia aventi ragioni esclusivamente politiche, hanno generato uno scenario del tutto nuovo e foriero di nulla di buono dando origine a tentativi di arginamento anch’essi di nuova fattura. Uno dei più recenti è il QE. Diremo anzitutto che parlando di QE, acronimo di Quantitative Easing (traducibile come “alleggerimento quantitativo), ci si riferisce, in genere, ad un’operazione che rientra nel complesso delle politiche monetarie adottate da una banca centrale che si si pone quali acquirente di beni (generalmente si tratta di azioni o titoli di stato) con denaro creato “ex-novo” e al fine di incentivare l’accesso al credito e, per conseguenza, stimolare la crescita economica e mantenendo bassi i tassi di interesse sui titoli di stato allo scopo di favorire così il mercato finanziario. Sono recenti alcune dichiarazioni possibiliste di Jens Weidmann, governatore della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (Bce) che hanno alimentato fra gli operatori dei mercati finanziari l’aspettativa di imminenti misure di stimolo volte a scongiurare i rischi di cali generalizzati dei prezzi e dei redditi (la temuta deflazione). Anche il governatore Draghi ha manifestato la sua disponibilità a intervenire con ‘misure non convenzionali’, di conseguenza i mercati finanziari si attendono che la BCE ponga in essere operazioni note come Quantitative Easing consistenti nell’acquisto massiccio di titoli con denaro di nuova emissione. In questo clima l’operazione della banca centrale svizzera i cui intenti, almeno in teoria, potevano sembrare buoni, ha anticipato gli eventi. Per mantenere nel rango stabilito il franco svizzero la banca centrale era costretta a comprare euro tenendo alto il cambio sul dollaro, il fine era quello di svalutare con la liberalizzazione il franco sul dollaro per aprire i mercati agli USA, decisione che sinora almeno è risultata errata, infatti l’effetto dello sganciamento del franco svizzero dall’euro è stato immediato. La moneta elvetica è schizzata a valori record ed è scattata la corsa al cambio. Con un migliaio di franchi il guadagno immediato raggiunto è stato di quasi 150 euro. Inoltre, nel clima di incertezza che si è venuto a creare, le reazioni sono state le più disparate. Ieri, ad esempio, nei centri commerciali e outlet di Mendrisio e Lugano, alcuni negozi esponevano cartelli per avvisare i clienti di non aver modificato il tasso di cambio. Al contempo, sono apparsi messaggi opposti, della serie «Avvisiamo la spettabile clientela che non accettiamo pagamenti in euro». Ed ancora, al cambio attuale, anche senza la tessera sconto introdotta in Lombardia oltre 10 anni fa che consente ai residenti in Italia, nella fascia di confine, di fare benzina in patria a prezzi agevolati, il carburante in Italia costa meno che in Svizzera. L’orizzonte, almeno al momento, risulta fosco e foriero di decisioni che, non avendo modelli nel passato, potrebbero risultare estremamente penalizzanti come quella paventata dell’abbandono della moneta unica che potrebbe rappresentare un autentico salto nel buio.