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Il Festival della carne di cane a Yulin: conseguenze orribili per gli animali ancora in atto
L’edizione di quest’anno trova una coincidenza con l’emergenza Covid con cui il mondo ha fatto e sta ancora facendo i conti, tra l’altro partita proprio dallo stesso stato cinese.
di Ilaria Carlino
Nel giorno del solstizio d’estate prende il via la macabra tradizione cinese dove vengono torturati cani e gatti a scopo alimentare: il Festival della carne di cane. Tutto questo avviene a Yulin, città-prefettura della Cina nella Regione autonoma di Guangxi Zhuang. Da diversi anni gli animalisti di tutto il mondo chiedono che questo inferno veda la sua fine: l’edizione di quest’anno trova una coincidenza con l’emergenza Covid con cui il mondo ha fatto e sta ancora facendo i conti, tra l’altro partita proprio dallo stesso stato cinese.
In aggiunta, all’interno di questi mercati non vengono rispettate le relative norme igieniche a causa delle diverse tipologie di sangue animale che creano terreno fertile per infezioni, batteri e virus, rischiando così di fare un salto di specie e indebolire nuovamente l’uomo, ignaro delle conseguenze che potrebbe riportare al suo organismo.
Lo stesso governo cinese si sarebbe finalmente imposto contro l’allevamento di questi animali domestici chiedendo che non venissero più mangiati; tra tutta la specie protetta la maggior vittima insieme al Panda per il commercio illegale di animali sarebbe il Pangolino. Nonostante tutti i divieti emanati al fine di rispettare un’adeguata igiene e il consumo alimentare di fauna selvatica, questi mercati umidi continuano ad essere piuttosto diffusi: nella prima citata città metropolitana di Yulin, la zona più concentrata è quella del mercato di Nanchao, nella periferia. Un’attivista italiano, Davide Caito, recatosi sul posto, ha spiegato quanto grave sia la situazione per l’alto numero di specie animale destinata alla macellazione e al mercato nero.
Il 29 maggio il ministero cinese dell’agricoltura e degli affari rurali ha apportato una modifica alle loro leggi, ovvero ha eliminato dei tipi di carne dal catalogo nazionale, rendendola così illegale a scopo alimentare; notizia che nonostante abbia creato onde di ottimismo e sollievo, non ha accertato l’annullamento ufficiale del Festival, che ogni anno riporta dei numeri agghiaccianti riguardo le morti di cani e gatti. Secondo Wendy Higgins, direttore dei media internazionali di HSI, si stimano oltre i 10mila decessi dal 21 al 30 giugno di ogni anno. Pare che da un sondaggio aggiornato al 2017, il 72% della popolazione di Yulin non mangia carne di cane e ha più volte richiesto l’annullamento del Festival, cosa che speriamo tutti possa trovare fine al più presto.