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Il Covid tra obblighi, divieti e tradizioni perdute… Una tra tutte, l’Epifania di Piazza Navona

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I romani non avranno la gioia di festeggiare la Befana nella storica Piazza Navona il giorno del 6 gennaio.

di Damiana Cicconetti  

                                                                                                                                                                          Anche quest’anno, a causa del Covid,  i romani non avranno la gioia di festeggiare la Befana nella storica Piazza Navona il giorno del 6 gennaio.

Proprio nei giorni di Natale e Capodanno risultano aumentati in modo considerevole i casi di contagio che hanno inevitabilmente condizionato – invero per l’ennesima volta! – l’intero Paese e, anzi, il mondo intero, al punto da arrivare ad interrompere tradizioni storiche, nate diversi secoli or sono e che da sempre si erano regolarmente tenute, al di là dello svolgimento di guerre, come pure dell’esistenza di pestilenze e/o carestie.   

Gioacchino Belli racconta che la Befana si celebrava già nel 1800 in Piazza S. Eustachio, dove grandi e piccini erano soliti recarsi a festeggiare l’arrivo dell’allegra vecchina tra bancarelle, botteghe e regali vari.

Poi, dopo l’Unità d’Italia, i festeggiamenti si sono spostati nella meravigliosa Piazza Navona, addobbata per l’occasione con splendide luminarie.

Piazza Navona era la storica sede del mercato rionale, in grado di accogliere – viste le dimensioni – un numero più elevato di bancarelle, oltre a giostre e chiostri in cui era possibile acquistare giochi, cibo e dolci tipici.

A concludere la festa, da allora, è sempre stata la Befana, che ogni anno era solita giungere a cavallo della sua magica scopa, per dispensare dolcetti ai bimbi più meritevoli, o carbone – seppur di zucchero – ai più discoli.   

Dunque, una tradizione che esiste da secoli e che, ad onore del vero, era stata sospesa ma, poi, immediatamente ripristinata già prima dell’arrivo della pandemia, nel 2020, quando si era proceduto al sequestro di numerose bancarelle, dopo la messa in vendita di giocattoli pericolosi, perché non a norma.

Una tradizione che, in ogni caso, si era pensato di poter reintrodurre definitivamente quest’anno, dopo la sospensione definitiva del 2021, visto che ormai la maggior parte delle persone ha completato il ciclo vaccinale che avrebbe dovuto liberare ognuno dal famigerato Corona virus.

Una festa storica che, tuttavia, non si terrà neppure quest’anno, per il sopraggiungere di “varianti inaspettate…”, quali la omicron che, a quanto pare, si trasmette con enorme facilità, anche a dispetto dei vaccini e per la quale, quindi, “si sconsiglia vivamente la frequentazione di luoghi affollati…”, sebbene in possesso di green-pass e/o super green-pass.

E così, ai romani, come pure ai pochi turisti che si trovano in questi giorni in visita nella capitale, non resta altro da fare se non adeguarsi a regole che somigliano a quelle vigenti lo scorso anno, successive al periodo del lock-down e del copri-fuoco, in epoca pre-vaccino.

Senza dubbio, quest’anno, non possiamo non essere grati per l’esistenza dei vaccini, che, al di là del numero dei contagiati, non cagionano più decessi tanto elevati, né ricoveri in terapia intensiva, evitando finanche di ricorrere ad “intubazioni…”.

Ma è pur vero che gli obblighi da rispettare continuano ancor oggi a non essere pochi: mascherine ffp2; entrate contingentate nella maggior parte dei luoghi; esecuzione frequente del tampone rapido per i non vaccinati, come pure di tamponi molecolari per tutti coloro che risultano positivi, o che sono entrati in contatto con positivi; conseguenti periodi di quarantena… In buona sostanza, esborso di somme non indifferenti per spese mediche da parte di ciascuna famiglia. Ma, invero, di tutti!

E ciò mentre la soglia di attenzione deve continuare a rimanere sempre alta…

…Attenzione e obblighi che non consentono di godere della meritata serenità che in una data come il 6 gennaio è – o meglio sarebbe – d’obbligo per tutti: piccini e anche adulti! 

…Obblighi e attenzione che comportano la rinuncia a tradizioni storiche che hanno visto crescere moltissime generazioni di romani ma non solo e che, probabilmente, andranno perdute per sempre.

La mancata festa a Piazza Navona è, senza dubbio, la più eclatante. Ma non ne vanno dimenticate altre!

Ad esempio, i famosi mercatini di Natale: italiani e non solo.

E, poi, la moltitudine di ragazzi che, allegramente, era solita pattinare sul ghiaccio. Da anni persino nella nostra capitale: in location straordinarie quali Castel S. Angelo o l’Auditorium Parco della Musica.

E, ancora, la visione di un film appena uscito nei cinema, mentre in compagnia di coetanei si consumavano allegramente cibi e bevande ora “non più concessi…”.

Occasioni di convivialità che sono oggi  solo un lontano ricordo, poiché tristemente “vietate…” per il secondo anno consecutivo e, dunque, con immenso sacrificio da parte di ciascuno.

Così, mentre alcuni appaiono rassegnati e sostengono che dobbiamo imparare a convivere con questo virus,  aggiungendo che non possiamo far altro che modificare le nostre abitudini di vita; altri non possono evitare di far emergere l’ovvio: tante e tali restrizioni e divieti comporteranno la scomparsa di tradizioni che fino ad oggi avevano visto crescere in modo sano e sereno moltissime generazioni.

Ma, nel frattempo, rincuoriamoci: per il secondo anno consecutivo non saremo noi a far visita alla Befana in Piazza Navona né altrove: sarà lei a farci l’onore di venire a visitare le nostre case, durante la notte.

E, visti i sacrifici di ognuno, non potrà non regalare dolci a tutti. Nessuno escluso!

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