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Diritti umani

Il braccialetto anti-stalker e la app che salva la vita alle donne

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L’imposizione del braccialetto anti-stalker e l’installazione di una app salvano la vita ad una donna vittima di violenze

di Damiana Cicconetti

Lo scorso 15 gennaio una donna di Roma dell’età di trentasette anni si è salvata grazie all’uso del braccialetto elettronico imposto al suo ex convivente, da cui si era allontanata dopo aver sporto denuncia a seguito delle numerose violenze subite.

L’uomo, un romano di trenta-tre anni già noto alle Forze dell’Ordine, la aspettava a pochi metri di distanza.

Ma, per fortuna, lei se ne è accorta: grazie al braccialetto anti-stalker che l’aguzzino è stato obbligato ad indossare e che comporta lo squillo del suo cellulare in caso di avvicinamento eccessivo.

È stata proprio l’installazione di una apposita app che la vittima ha acconsentito di far installare sul suo telefonino a rendere possibile il fermo dello stesso.

Il GIP del Tribunale di Roma aveva notificato al carnefice il divieto di avvicinamento alla ex: divieto che, tuttavia, non è stato rispettato ed ha comportato il fermo dell’uomo da parte dei Carabinieri della Stazione di Roma Settecamini.

La donna stava uscendo dal suo turno di lavoro quando ha sentito il telefonino squillare, segnalandole l’imminente pericolo e, dunque, l’eccessivo avvicinamento dell’ex.

L’uomo la stava aspettando e la 37enne non ha esitato a richiedere aiuto al 112 ed il conseguente intervento dei Carabinieri, già allertati dallo strumento anti-stalker collegato con la centrale operativa della Compagnia di Tivoli.

Appena arrivati sul luogo, i militari hanno preso immediatamente contatti con la donna, per accertarsi della sue condizioni di salute; subito dopo hanno scoperto l’uomo che, per tutto il tempo, l’ha minacciata ed offesa in ogni modo e, poi, è stato inevitabilmente tradotto in carcere, dove si trova tuttora in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.

Dal Campidoglio l’assessore della Capitale alle Pari Opportunità Monica Lucarelli si è detta pronta a far diventare Roma “città pilota nell’uso del braccialetto elettronico…”.

La stessa Ministra delle Pari Opportunità Mara Garfagna ha ribadito che il braccialetto anti-stalker è uno strumento di sicurezza il cui uso rafforzato è da approvare al più presto.

Ci impegniamo per far sì che venga implementato sempre di più l’uso della banca dati-scudo, in cui vengono raccolte le schede compilate dalla Polizia o dai Carabinieri quando questi si trovano davanti a donne in una situazione di disagio, a causa di una lite con il compagno o in situazioni ancor più gravi e disagiate...”: ha spiegato l’assessore Lucarelli.

Questo strumento, pertanto, è utile a raccogliere anche i più innocui segnali e diviene indispensabile a far scattare un’indagine immediata, così permettendo ad ogni donna di essere tutelata e protetta.

Sarebbe importante aggiungere anche i dati raccolti da strutture sanitarie e centri anti-violenza…”: ha aggiunto Mara Carfagna, perché non vi è dubbio che il braccialetto elettronico e i dispositivi anti-stalker rappresentano strumenti di sicurezza per le donne.

Per questo con le colleghe ministre ne abbiamo proposto l’uso rafforzato. Si tratta di una disposizione da approvare al più presto…”.         

Questo caso, in effetti, testimonia l’importanza della tecnologia nel contrasto alla violenza contro le donne e, invero, contro la violenza di genere.

Se l’uomo arrestato non avesse avuto il dispositivo anti-stalking, un piccolo apparato installato alla caviglia della persona che ha commesso il reato e che può essere collegato ad una app presente sul telefonino della vittima, previo consenso della stessa… Una app, dunque, capace di inviare un alert nel caso in cui il diffidato si avvicini troppo alla persona che l’ha denunciato… Noi ora saremo stati qui a commentare l’ennesimo caso di violenza o, peggio ancora, femminicidio…”: così ha concluso l’assessore di Roma Capitale Monica Lucarelli.

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