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Il 17 gennaio si celebra la Giornata Mondiale della Pizza

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Quest’anno la Giornata Mondiale della Pizza giunge alla VIII edizione: “Simbolo della gastronomia italiana nel mondo intero…”, in base al titolo ufficiale ricevuto dal Patrimonio Mondiale dell’Umanità del Comitato UNESCO

 di Damiana Cicconetti

Il 17 gennaio si celebra la Giornata Mondiale della Pizza, il piatto più conosciuto ed apprezzato nel mondo intero e, al tempo stesso, il più amato in assoluto in ogni regione italiana.

La celebrazione – che, non a caso, coincide con la Festa del Patrono dei pizzaioli Sant’Antonio Abbate – quest’anno giunge alla sua VIII edizione.

Una giornata, dunque, nata nel 2017, anno in cui la pizza è divenuta “simbolo della gastronomia italiana nel mondo”, in base al riconoscimento ottenuto dal Patrimonio Mondiale dell’Umanità del Comitato UNESCO per la Protezione Culturale Immateriale.

E non a caso la pizza ha ricevuto questo titolo, visto che se ne sfornano ben 8 milioni al giorno.

E, del resto, la gente ne mangia ancor oggi: in ogni forma da oramai diversi secoli.

A quanto pare ne fa uso fin dall’antichità, quando i pezzi di focaccia, condita con salatini, servivano come pasto semplice e gustoso, soprattutto per nutrire i non abbienti, come pure i viandanti, necessariamente costretti a consumare pasti veloci.

In ogni caso è nella Napoli della fine del XVIII secolo che nasce la pizza, anche se non certo come la intendiamo noi oggi, ovvero sotto il regno dei Borboni, ai tempi in cui Napoli diviene una delle città più grandi d’Europa: all’epoca, infatti, le pizze erano vendute in bancarelle, seppur disprezzate, perché associate ai poveri e, quindi, spesso denigrate, soprattutto dai visitatori stranieri.

In seguito, nel 1889, tutto cambia: durante una visita a Napoli della Regina Margherita di Savoia, perché fu proprio in suo onore che il pizzaiolo Raffaele Esposito creò la pizza che, a tutt’oggi, porta il suo nome… La famosa pizza margherita.

Poi, fino ai primi del 1900, pizza e pizzerie rimangono particolarità napoletane e solo dopo qualche decennio iniziano gradualmente a diffondersi in tutto il territorio italiano.

Non a caso, la Pizza rappresenta proprio da un centinaio di anni i colori della bandiera italiana, con prodotti che rappresentano essi stessi l’Italia: col bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro ed il verde del basilico.

Del resto, gli emigranti italiani che emigrarono un secolo fa non avrebbero non potuto renderla nota in tutto il mondo, in ogni sua variante: margherita, napoletana, marinara, capricciosa, quattro stagioni, diavola, pur senza dimenticare quella coi peperoni, tipica degli Stati Uniti, o la hawaiian pizza, con prosciutto ed ananas, molto amata in Colombia.

E se è vero che ogni Paese ha ormai una sua pizza che varia in base ai gusti ed alla cucina tradizionale, è ancor più vero che la pizza più buona è ancor oggi quella italiana, che, perciò, conta un fatturato annuo di 30 miliardi di Euro e 127 mila aziende che la distribuiscono sull’intero territorio italiano, arrivando a produrne ben 8 milioni al giorno.

Un’esagerazione, potrebbe pensare qualcuno.

Nient’affatto, visto che vi sono Paesi che ne consumano e producono ancor di più di noi italiani: gli Stati Uniti, ad esempio, che hanno un consumo annuale che raggiunge i 13 Kg, contro gli 8 del nostro Bel Paese.

Eppure tutti continuano ad invidiare la bontà e la squisitezza della nostra Pizza, ineguagliabile e, per questo, giustamente divenuta “simbolo della gastronomia italiana nel mondo intero”. 

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