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Italiani nel Mondo

I vecchi migranti e le loro radici. E i nuovi?

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I vecchi migranti amano profondamente l’Italia nonostante abbiano dovuto lasciarla. Ma i nuovi migranti hanno questo attaccamento così forte alle proprie radici?

di Paolo Buralli Manfredi,  Segretario D.N.A.

Il decimo anniversario dell’Associazione Filadelfia è trascorso in armonia ed amicizia tra gli Associati ed il Comitato Direttivo diretto dal  Presidente Bruno Serratore.

Sono diverse le associazioni tra la Comunità Italiana in Australia che si occupano di mantenere e promuovere le radici culturali delle regioni italiane per non dimenticare mai la loro terra natia, l’Italia, cui questi uomini e donne sono legati da più di sessant’anni da un cordone ombelicale impossibile da tagliare!

L’esempio dell’Associazione Filadelfia ne è la prova e questi concittadini che anno dopo anno, per dieci anni, continuano a promuovere e mantenere la loro Cultura d’origine, mostra che, i vecchi migranti amano profondamente l’Italia nonostante abbiano dovuto lasciarla.

Durante la serata oltre alla cena a base di piatti e prodotti tipici calabresi, gli associati hanno usato costumi caratteristici della Regione Calabria e naturalmente hanno danzato con musiche Calabresi!

La serata si è conclusa con l’assegnazione dei Certificati agli associati, consegnati da Giuseppe Cossari, Cavaliere della Repubblica Italiana,  Giudice di Pace Australiano, Responsabile del Comitato Tricolore in Australia e Direttore del Patronato AMIL, persona che si impegna da più di trent’anni nella comunità Italiana per migliorare la permanenza in Australia di tutti i residenti all’estero siano essi in transito o permanenti.

Il sottotitolo di questo articolo dedicato ai vecchi migranti è “ E i nuovi?” appunto, i nuovi migranti hanno questo attaccamento così forte alle proprie radici? Amano la loro Nazione? Vogliono tornare o cercano di restare in Australia per crearsi una nuova vita in questa grande isola?

Purtroppo credo che le nuove migrazioni abbiano un attaccamento diverso dalle vecchie e l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, Facebook in primis hanno evidentemente accorciato le distanze a livello virtuale/comunicativo ma le hanno allontanate a livello fisico, questo lo abbiamo  riscontrato nell’ultima festa della Repubblica che ha contato una riduzione di presenze importante. Giuseppe Cossari, memoria storica ci ha raccontato di feste della Repubblica dove era difficile persino spostarsi da una bancarella all’altra per quanta gente c’era!

I giovani di oggi migrano con obiettivi diversi da quelli di una volta, migrano avendo in dote lauree, dottorati, qualifiche tecniche, insomma, un emigrazione come si dice oggi molto qualificata ma, noi che li vediamo arrivare e li osserviamo da vicino, crediamo che in fondo il Paese Italia sia cambiato e abbia cambiato le menti dei giovani negli ultimi trent’anni.

Forse i Valori che ci hanno contraddistinto in tempi passati, uno per tutti il senso di comunità, dove il vicino di casa sapeva se il suo dirimpettaio o quello della porta accanto era malato o aveva qualche problema, e quindi tutta la comunità si assumeva la responsabilità di aiutarli, è finito, purtroppo!

Va detto inoltre che i vecchi emigravano per bisogno ma senza rabbia e rancore, lo dimostra che, ancora oggi dopo molti anni l’attaccamento alla Patria è ancora forte e vivo, mentre, i giovani di oggi emigrano lasciando un Paese, l’Italia, con rabbia e rancore, parlano di un paese che è stato solo capace di succhiarli senza dargli nulla in cambio, un paese privo di meritocrazia, legalità e giustizia sociale!

Oggi riscontriamo che migranti che approdano in terra Australiana hanno quasi un senso di rigetto a parlare di origini e di Italia, ma d’altronde se la prima cosa che ti arriva quando ti iscrivi all’AIRE sono cartelle esattoriali di dieci anni prima non sono neanche da biasimare!

Detto questo, credo che se i trend non cambieranno, la cultura italiana e la perdita delle radici saranno inevitabili, a meno che lo Stato Italiano si renda conto di questo e incominci ad investire seriamente sulle strutture all’estero e finanziare progetti volti alla divulgazione e mantenimento della Cultura Italiana, creando un interlocuzione con i paesi ospitanti per creare effettivamente un meccanismo di interscambio culturale ma, soprattutto, volto a creare le condizioni per poter riportare i propri migranti nella loro terra natia!!!!!

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