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Salute

I disturbi dell’alimentazione colpiscono ormai anche i bambini

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Anoressia, Bulimia e Vigoressia: scende ad otto anni la fascia di età delle persone che ne è colpita, alla ricerca di perfezione o per noia ma, prima ancora, per emulazione di “falsi modelli” sponsorizzati dai social

 di Giordana Fauci          

Gli adolescenti e i giovani italiani che soffrono di disturbi dell’alimentazione sono oltre due milioni e quel che è peggio è che la fascia di età in cui anoressia e bulimia insorgono si sta abbassando sempre più: i malesseri si presentano già ad 11 anni e, in taluni casi, persino in bambine di soli 8 anni.

La Dott.ssa Annalisa Venditti, Psicologa Esperta dei Disturbi del Comportamento Alimentare presso il  Gruppo INIIstituto NeuroTraumatologico Italiano – è fin troppo conscia di questo triste ed allarmante dato: i disturbi dell’alimentazione riguardano prevalentemente  giovani tra i 15 e i 25 anni, anche se aumentano sempre più i casi di giovanissimi e, invero, di bimbi tra gli 11 e i 12 anni, indifferentemente maschi e femmine.

I problemi più  gravi restano il rifiuto del cibo o, al contrario, le enormi abbuffate e, quindi, i casi di anoressia e bulimia.

Tuttavia non bisogna sottovalutare altre problematiche insorte di recente, quali la vigoressia o bigoressia, ovvero l’ossessione per un fisico prestante.

La causa di tanti e tali disturbi non può non ritrovarsi in un profondo disagio personale che, perciò, tramuta il desiderio di essere magri e “belli” in una vera e propria patologia, oltretutto gravissima e, invero, aggravata ancor di più dall’uso dei social, che sponsorizzano in continuazione falsi modelli di bellezza, del tutto irraggiungibili.

I disturbi dell’alimentazione sono, come detto, diversi.

L’anoressia consiste in una restrizione alimentare di tipo patologico e che comporta un forte dimagrimento; la bulimia induce a mangiate incontrollate, cui seguono azioni “compensative” quali vomito, abuso di lassativi/diuretici e sport estremo.

Maggiormente predisposte, sia all’anoressia che alla bulimia, sembrerebbero ancor oggi le donne, anche se, di recente, non ne risultano, di certo, più immuni neppure gli uomini.

Oggi, inoltre, stanno aumentando le cosiddette forme miste dei disturbi alimentari, ovvero fasi in cui si passa dall’anoressia nervosa alla bulimia.

Né, da ultimo, merita di essere dimenticato il serio disturbo del Binge Eating Desorder, una sorta di bulimia senza comportamenti di compenso che porta, frequentemente, all’obesità, soprattutto tra le fasce di età più grandi e da cui, a quanto pare, è affetto il 30% degli obesi.

La Dott.ssa Venditti ha, perciò, fornito un identikit della persona che ha problemi col cibo: “Ad essere colpite restano soprattutto le donne. L’esordio è più frequente nell’adolescenza ma l’età si sta abbassando, già con l’ingresso nella scuola media. Tuttavia il problema è aumentato anche negli uomini, sempre più attenti al fisico…”.

E, in effetti, la vigoressia, o anoressia reversa, è una forma di dismorfismo corporeo che porta la persona ad una vera e propria ossessione per il tono muscolare, oltre che ad un all’allenamento eccessivo e all’uso di una dieta esclusivamente ipocalorica e iperproteica, a cui spesso si aggiunge l’uso di sostanze illegali.

Molti, quindi, i segnali da non sottovalutare: “Improvviso controllo estremo del cibo con paure di ingrassare, difficoltà a mangiare con gli altri, bassa auto-stima, attività fisica eccessiva, scomparsa di grandi quantità di cibo e ritrovamento di cibo in posti anormali, come camera da letto o armadi ed, infine, rituali alimentari particolari ed estrema selettività alimentare…”

Alla base di tutto, dunque, problemi di natura psicologica che creano disagio ed insicurezza, poi con sviluppi ben visibili finanche sul piano fisico.

Ecco perché la Dott.ssa Venditti è certa che, a dover essere curato, prima ancora che il corpo, è la mente, poiché “non va sottovalutato che tali comportamenti hanno sempre lo scopo di preservare  uno stato di benessere, per cui ci si abbuffa per far fronte alla noia, alla mancanza di affetto o per evadere da una situazione, piuttosto che per placare stress e soffocare emozioni; così come si ricerca la magrezza e la forma perfetta del corpo per un bisogno di sentirsi più sicuri…”.

Ecco perché la Dott.ssa Venditti è ancor più certa che “è opportuno imparare a mangiare in modo consapevole, tornando a riconoscere i segnali di fame e sazietà, senza imporsi divieti ma, invero, lavorando sui fattori cognitivi ed emotivi…”.

…Perché la comprensione dei reali motivi che hanno generato tanti e tali disturbi non potrà non giovare alla loro risoluzione: sia in ambito alimentare e, perciò, fisico, sia sotto il profilo psicologico, parimenti importante per eliminare cotante insicurezze e disagi. Invero, fin da bambini!

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