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Ambiente & Turismo

Hot Pot: la vera tradizione culinaria cinese

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Tempo di lettura: 2 minuti

L’Hot Pot rappresenta l’essenza di Chinatown in tutto il mondo e, ora, è finalmente giunto anche in Italia

di Damiana Cicconetti

Chissà in quante occasioni è capitato di recarsi in ristoranti orientali con la curiosità di gustare pietanze ben diverse da quelle nostrane ma che, ad onore del vero, non sono in uso in Oriente, bensì “costruite ad arte” per attirare clienti che non conoscono minimamente gli usi e i costumi di quei Paesi. L’Hot Pot, ad esempio, è il cibo tipico dell’antica Cina: un cibo molto antico ma ancor oggi in uso nell’intero Paese.

Un cibo che, almeno fino ad ora, la maggior parte delle persone – finanche le più curiose – ha continuato ad ignorare.

In effetti, solo da qualche anno si è avuto modo di conoscerlo nel Bel Paese, al termine della Pandemia.

L’Hot Pot, dunque, rappresenta la vera tradizione culinaria nipponica: letteralmente significa pentola bollente. Ed è, in effetti, proprio all’interno di una pentola bollente, collocata al centro del tavolo, che l’Hot Pot viene consumato: un tipo di cucina “povera” usata all’inizio del secolo scorso dai marinai che, nei porti, trovavano ristoro con un buon piatto caldo realizzato a base di “scarti”.

Perché proprio di questo si tratta: “scarti”: un concetto che, oggi più che mai, rientra nell’etico “no waste”, ovvero del “non spreco”.

Va, tra l’altro, sottolineato che l’Hot Pot possiede anche funzioni benefiche, in quanto, grazie ai suoi brodi bollenti – e, talvolta, piccanti – libera il corpo dall’umidità trattenuta, soprattutto nelle stagioni calde o, in ogni caso, da infiammazioni, viste le erbe aromatiche utilizzate.

Pertanto, “scarti” sì, ma non certo da intendere nel senso dispregiativo del termine, ma come ingredienti che portano in risalto materie prime che meritano di essere valorizzate anziché “sprecate”.

Non si può non sottovalutare, del resto, oltre la bontà di questo vero cibo cinese – ben diverso da quello propinato a meri curiosi, del tutto ignari della cucina nipponica – “il significato dello spirito dell’Hot Pot…”: un cibo “nato per essere condiviso, divertendosi a cucinare tutti assieme, al contempo giocando con i sapori e così poterne scoprire finalmente il concept…”, come sostiene Giorgia di De Zhuang, una giovane studentessa cinese, ritenuta la maggior esperta di usanze e costumi del suo Paese e che, da ormai molti anni, risiede in Italia, ove è ritenuta la maggior conoscitrice di costumi ed usi cinesi a livello Europeo.

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