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Italiani nel Mondo

L’Italia e l’Aquila solitaria australiana- Italy and the Australian Lone Eagle

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di emigrazione e di matrimoni

L’Italia e l’Aquila solitaria australiana

Bert Hinkler nacque a Bundaberg, Queensland il 2 dicembre, 1892 e, come rivela il suo nome, il padre era un immigrato tedesco in quel continente lontano

C’è un pezzo d’Australia nella zona di Pratomagno dell’Appennino Toscana tra le province di Arezzo e Firenze. Il macigno viene da Bundaberg nello stato di Queensland ed era il punto centrale di una cerimonio commovente che ha legato insieme l’Italia e l’Australia con un legame dissolubile.

Ho saputo di questa cerimonia un giorno qualche settimana fa quando Franco Scarpini di Arezzo mi ha inviato un filmato realizzato da lui del retroscena della cerimonia. Essendo nato e cresciuto in Australia conoscevo bene il personaggio al centro di questa vicenda triste, ma fino a quel giorno non sapevo che il suo destino crudele l’avrebbe portato a essere seppellito al Cimitero degli Allori a Firenze con tutti gli onori degni di un pioniere dell’aviazione e un soldato pluridecorato della Grande Guerra.

In questo modo il luogo ha un significato importante non solo per l’Italia, ma anche per l’Australia.

Infatti, Monte Verna vicino al monumento aveva già un significato importante per l’Italia come testimonia la grande croce sulla vetta. Questo fu il luogo dove il Santo ricevette le stimmate sulle mani, piedi e le costole.

Ma chi era questa “Aquila solitaria” onorata in Toscana?

Terra Australis

Non c’è dubbio che l’Australia è una terra enorme, con la sua piccola popolazione piccola in relazione al territorio e, quindi, avrebbe avuto molti benefici dall’invenzione dell’aereo dai fratelli Wright negli Stati Uniti nel 1903, solo due anni dopo la fondazione della Federazione Australiana.

Bert Hinkler nacque a Bundaberg, Queensland il 2 dicembre, 1892 e, come rivela il suo nome, il padre era un immigrato tedesco in quel continente lontano. Sin da giovane si è interessato all’aviazione  che l’avrebbe portato a vincere importanti premi e riconoscimenti in molti paesi, non solo in Europa e l’Australia, ma persino negli Stati Uniti.  Cominciò costruendo alianti e poi come meccanico per un aviatore americano Arthur Burr Stone durante un viaggio in Australia e la Nuova Zelanda.

Nel  1913 Hinkler decise di trasferirsi in Inghilterra trovare la propria strada in quel nuovo ramo di tecnologia. Lo scoppio della Grande Guerra gli diede questa opportunità. Si arruolò nel nuovo ramo di Aviazione della Marina Militare britannica e dopo poco tempo si trovò prima come mitragliere su uno dei primi arei militari, vincendo riconoscimenti per i suoi miglioramenti al meccanismo primitivo, per poi diventare pilota per conto proprio. Nel luglio del 1918 andò in Italia per la prima volta con il suo stormo per partecipare in battaglie contro gli austriaci dove fu disgustato dal dover mitragliare soldati per terra con il suo aereo.

Pioniere di rotte

Dopo la guerra si mise a lavorare con società importanti d’aviazione lavorando sullo sviluppo degli aerei e come pilota e poi partecipando a gara e voli a lunga distanza, tra paesi e da continenti a continenti. Nel febbraio del 1928 divenne famoso con il suo primo volo solitario tra l’Inghilterra e la sua nativa Australia, ottenendo anche una grande somma di denaro da parte del governo australiano che ha assicurato il suo futuro da aviatore e ottenendo anche il grado di Squadron Leader (maggiore) onorario della Royal Australian Air Force, la neonata Aeronautica Militare australiana.

Fece parte di squadre in competizioni internazionali di velocità vincendo gare in squadre e individualmente in molti paesi. Nel corso di quegli anni nel suo aereo de Havilland Puss Moth CF-APK volò in molti paesi come gli Stati Uniti, Canada, Brasile, i Caraibi, Venezuela, Guyana e una parte dell’Oceano Pacifico.

Poi decise di tentare di fare il nuovo primato per il viaggio in solitaria più veloce tra Gran Bretagna e l’Australia. La sua rotta lo portò a sorvolare l’Italia. 

Destino crudele

Il 7 gennaio 1933 partì dall’aeroporto di Heathrow vicino a Londra in Inghilterra. Sorvolò la Francia da dove partì per l’Italia. Dopo di quella tappa nessuno lo vide più vivo. Le ricerche iniziarono immediatamente, ma solo una persona sapeva la sua rotta e questo impedì le ricerche. La notizia della sua scomparsa fece il giro del mondo e in modo particolare in Australia e l’Inghilterra.

Le ricerche non ebbero successo immediatamente e si temeva che non  sarebbe stato più ritrovato. Poi, il 27 giugno seguente i resti dell’aereo furono ritrovati sul versante settentrionale degli Appennini a Pratomagno tra Firenze e Arezzo.

Ancora più tragicamente non morì sul colpo ma sopravvisse all‘impatto. Il suo corpo fu ritrovato a distanza dei resti dell’aereo che voleva dire che aveva cercato di trovare rifugio, ma fu vittima del freddo e si teme anche che i lupi locali ebbero un ruolo nella sua morte.

Alla scoperta Benito Mussolini ordinò che fosse interrato con tutti gli onori militari dovuti a un eroe di guerra e pioniere aviatore. La cerimonia ebbe grande risalto in tutto il mondo e non solo in Italia e Australia.

La zona del ritrovamento si chiamava il “Prato delle Vacche” per ovvi motivi e quindi aveva pochi alberi. Negli anni 80 una faggeta fu piantata proprio in quel luogo. Sembrava che il ricordo di Hinkler fosse destinato a essere dimenticato  nella zona, ma il ricordo di San Francesco diede l’opportunità di poter ricordare in un modo più degno l’aviatore australiano.

La croce e il macigno

Nel 2013 si decise di restaurare la croce dedicata a San Francesco alla vetta di Monte Verna. In quell’occasione l’ingegnere Alessandro Ercolani esperto in aeronautica pensò che fosse il momento di rintracciare la strada di Bert Hinkler in quella notte tragica e parlò con Franco Scarpini e altri della zona.

L’archivio delle foto dell’epoca doveva rendere il lavoro semplice, ma la faggeta degli anni 80 rese questo molto difficile. L’unico indizio era il colore diverso di quegli alberi, però, incredibilmente la forma della faggeta, quasi come il Regno Unito, attirò le attenzioni e fu proprio qui che cominciarono a trovare le tracce dell’aviatore deceduto.

A questo punto erano coinvolte anche le autorità australiane, alcune delle quali visitarono la zona.  Durante una di queste visite uno di loro si ricordò che alcuni alberi dell’epoca erano stati marcati. Questa fu la svolta che portò prima ad individuare il luogo dello schianto e poi il luogo dove fu ritrovato il povero Hinkler.

Di seguito si decise, insieme alle autorità australiane, non solo di fare un monumento a Hinkler ma anche di realizzare una pista, in forma di aquila, in sua memoria. Tristemente nel frattempo l’ingegnere Ercolani non c’era più per poter vedere la fine gloriosa del progetto da lui avviato.

Le autorità australiane diedero un macigno vulcanico di una tonnellata e mezzo da Bundaberg, il paese di nascita di Hinkler, che sarebbe diventato il monumento dopo il lavoro di artigiani della zona. Così, un pezzo d’Australia sarebbe rimasto in Italia per ricordare “l’Aquila solitaria” australiana.

Il 2 agosto 2015 autorità italiane e australiane, compresa una massiccia delegazione di alti ufficiali della RAAF, l’Aeronautica Militare australiana, hanno inaugurato il monumento fatto da un pezzo del luogo di nascita di Hinkler al luogo dove finì tragicamente la sua vita.

Non possiamo immaginare un modo più appropriato per legare insieme due paesi. Il riconoscimento di bravura deve essere internazionale e senza politica e così è stato nel caso di Bert Hinkler.

Anche noi del giornale desideriamo rendere onore a questo eroe internazionale, come anche fare i complimenti a coloro che si sono impegnati per realizzare questo monumento unico all’Aquila solitaria. Ci sono molti legami tra i nostri due paesi, compresi i moltissimi italiani e i loro discendenti che ora abitano nella Terra Australis e ci auguriamo che iniziative del genere saranno frequenti, e non solo con l’Australia.

di emigrazione e di matrimoni

Italy and the Australian Lone Eagle

Bert Hinkler was born in Bundaberg in Queensland on December 2nd, 1892 and, as his name reveals, his father was a German migrant to that faraway continent

There is a piece of Australia in the Pratomagna area of the Tuscan Apennines between the provinces of Florence and Arezzo. The boulder came from Bundaberg in the state of Queensland and was the central feature of a moving ceremony that tied together Italy and Australia in a lasting way.

I found out about this ceremony a few weeks ago when Franco Scarpini of Arezzo sent me a film he produced of its background. Having been born and raised in Australia I knew of the person at the centre of this sad story well but until that day I did not know that his cruel fate had brought him to being buried in Florence’s Allori Cemetery with all the honours due to a pioneer aviator and decorated soldier of the Great War.

In this way the place has great importance not only for Italy but also for Australia. In fact, Mount Verna near to the monument already had a significant meaning for Italy as witnessed by the big Cross at its peak. This was the place where Saint Francis of Assisi, Italy’s patron Saint, received the stigmata on his hands, feet and chest.

But who was this “Lone Eagle” honoured in Tuscany?

Terra Australis

There is no doubt Australia is a huge land with a small population in relation to the area and therefore would have had many benefits from the invention of the airplane by the Wright Brothers in the United States in 1903, only two years after the foundation of the Federation of Australia.

Bert Hinkler was born in Bundaberg in Queensland on December 2nd, 1892 and, as his name reveals, his father was a German migrant to that faraway continent. From an early age he was interested in aviation which would take him to winning many major awards and prizes in many countries, not only Europe and Australia. He began by building gliders and then as a mechanic for American aviator Arthur Barr Stone during a trip in Australia and New Zealand. 

In 1913 Hinkler decided to move to England to find his road in that new branch of technology. The outbreak of the Great War gave him this opportunity. He enrolled in the new Aviation branch of the Royal Navy and shortly after he was a gunner on one of the first military airplanes, winning awards for his improvements of the primitive mechanism and then he became a pilot. In July 1918 he went to Italy for the first time with his squadron to take part in battles against the Austrians during which he was disgusted at having to strafe soldiers on the ground with his plane.

Pioneer of routes

After the war he went to work for major aviation companies on the development of the airplanes and as a pilot and then participated in races and long distance flights between countries and from continent to continent. In February 1928 he became famous with the first solo flight between England and his native Australia, also obtaining a large sum of money from the Australian government which ensured his future as an aviator and also received the honorary rank of Squadron Leader in the still new Royal Australian Air Force.

He took part in international team speed competitions winning races in many countries, as part of a team or individually. During those years he flew his de Havilland Puss Moth airplane CF-APK in many countries such as the United States, Canada, Brazil, the West Indies, Venezuela, Guyana and a part of the Pacific Ocean.

He then decided to make an attempt at a new record for the fastest flight between Great Britain and Australia. His course to him to fly over Italy.

Cruel destiny

On July 7th, 1933 he took off from Heathrow near London, England. He flew over France from where we left for Italy. After that leg of the journey nobody saw him alive again. The search began immediately but only one person knew his route and this slowed the search. The news of his disappearance spread around the world, especially in Australia and England.

The search had no immediate success and it was feared that he would never be found. Then, on June 27th the wreck of his plane was found on the northern side of the Apennines at Pratomagno between Florence and Arezzo.

Even more tragically, the crash did not kill him and he survived the impact. His body was found a distance away from the plane’s wreckage which meant he was seeking shelter but he fell victim to the cold and it is feared that local wolves may also have played a role in his death.

At the discovery Benito Mussolini ordered that he buried with full military honours worthy of a war hero and pioneer aviator. The ceremony had great prominence and not only in Italy and Australia.

The area where he was found was called “Prato delle Vacche” (the cow meadow) for obvious reasons and therefore had few trees. In the 1980s a beech wood was planted in that very place. It seemed that Hinkler was destined to be forgotten in the area but the memory of Saint Francis gave the opportunity to be able to remember the Australian aviator in a worthier way.

The cross and the boulder

In 2013 it was decided to restore the cross at the peak of Mount Verna. On that occasion Alessandro Ercolani, an engineer expert in aeronautics, thought it would be the occasion to retrace Bert Hinkler’s path on that tragic night and spoke with Franco Scarpini and others from the area.

The archive of photos from the time should have made their work simple but the beech wood from the 1980s made this difficult. The only clue was the different colours of the trees, however and incredibly, the shape of the beech wood, almost like the United Kingdom, drew their attention and this was precisely where they began to find the traces of the deceased aviator.

At this point Australian authorities were also involved, some of which visited the area. During one of these visits one of them remembered that some of the trees at the time had been marked. This was the turning point for identifying the place of the crash and then the place where the poor Hinkler was found.

Subsequently, together with the Australian authorities, it was decided to not only build a monument to Hinkler but also to create a trekking path in the form of an eagle in his memory. Sadly, Alessandro Ercolani had passed away in the mean time and could not see the glorious outcome of the project he had begun.

The Australian authorities donated a tonne and a half volcanic boulder from Hinkler’s birthplace Bundaberg that became the monument after the work of craftsmen from the area. So in this way a piece of Australia was left in Italy to remember the Australian “Lone Eagle”.

On August 2nd, 2015 Italian and Australian authorities, including a large delegation of high ranking officers of the Royal Australian Air Force, inaugurated the monument made from a piece from Hinkler’s birthplace at the place where his life ended tragically. We cannot think of a more appropriate way to tie the two countries together. The recognition of skills must be international and without politics and this was in the case of Bert Hinkler.

We of the newspaper also wish to honour this international hero, just as we wish to congratulate those who were involved in creating this unique monument to the Lone Eagle. There are many ties between the two countries, including the many Italians and their descendants who now live in the Terra Australis and we hope that initiatives such as this will become regular, and not only with Australia.

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