Diritti umani
Greta Thunberg e i diritti negati alla sua adolescenza
E’ ormai più di un anno che Greta Thunberg sembra essere l’ultimo baluardo tra noi e la fine del mondo a causa dell’innalzamento del clima. Ma dal momento che si tratta di un’adolescente di soli 16 anni la domanda sorge spontanea: ma quando va a scuola Greta?
di T. Primozich
Ieri a Roma in piazza del Popolo Greta Thunberg, la sedicenne con la passione per la difesa del pianeta Terra, ha fatto l’en plein: sembra che ci fossero più di 25mila persone tra adolescenti ed adulti ad ascoltarla estasiati. Greta che va dal Papa, Greta al Senato, Greta al parlamento Europeo e ancor prima al vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice in Polonia. E’ ormai più di un anno che Greta Thunberg sembra essere l’ultimo baluardo tra noi e la fine del mondo a causa dell’innalzamento del clima. Ma dal momento che si tratta di un’adolescente di soli 16 anni la domanda sorge spontanea: ma quando va a scuola Greta? E quando le è possibile, tra una convention ed un incontro istituzionale, condurre la logica vita che alla sua età è un diritto inalienabile? Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg, che frequentava una scuola di Stoccolma, ha deciso di non andarci più fino alle elezioni legislative in Svezia del 9 settembre 2018. Una decisione a quanto emerge dal suo percorso, che sembra quasi la campagna elettorale di un capo di Stato, supportata dalla sua famiglia che non è intervenuta quando è rimasta seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico in ‘sciopero dalla scuola per il clima’, per far si che il governo svedese riducesse le emissioni di CO2 come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico.
Anzi, sempre stando ai fatti, la notorietà crescente di Greta è stata probabilmente un vantaggio per la madre della ragazza, la cantante Malena Ernman che nel frattempo ha scritto e pubblicato il libro ‘Scenes from the Heart’, seguito poi da quello ecologista di Greta, ‘La nostra casa è in fiamme’. La ragazzina, secondo quanto riportato dai media, è affetta dalla sindrome di Asperger, che comporta una difficile interazione sociale, problemi di comunicazione, comportamenti ripetitivi e stereotipati, attività ed interessi limitati oltre che ansia e depressione. Un quadro che potrebbe spiegare l’unico interesse specifico di questa povera ragazza che conduce una vita a senso unico, priva di qualsiasi diritto alla sua adolescenza. Ma analizzando con più attenzione il fenomeno e leggendo le informazioni del sito ‘We don’t have time – Non abbiamo tempo’, che è poi lo slogan ufficiale di Greta, si scopre che dietro le quinte dell’attività della ragazza c’è l’imprenditore Ingmar Rentzhog, che attraverso la rete globale di social media “Non abbiamo tempo” vuole fermare la crisi climatica. Il sito dell’organizzazione lo descrive come un uomo che ‘Ha vissuto tutta la sua vita nel settore finanziario, ma due anni fa ha messo gli occhi sulla crisi climatica, ha cambiato l’industria e ora è determinato a cambiare il mondo”. E lo farà grazie alla creazione del più grande social network sul clima che ha già attirato investitori di settore e fondi azionari con l’obiettivo entro il 2023 di 100 milioni di utenti attivi e un fatturato di almeno 86 milioni di SEK ( la corona svedese) nel 2021. Un vero business dunque quello che si cela dietro l’immagine di Greta Thunberg, che in una recente campagna di crowfunding ha raccolto già 2,8mln di euro! Un entusiasmo paragonabile a quello degli inizi dello scorso secolo quando ci fu il cambiamento epocale tra combustibili a carbone e le nuove macchine che utilizzavano il petrolio. A quel tempo nessuno poteva prevedere i danni dei derivati del petrolio, in primis la plastica e le emissioni di gas nocivi alla salute umana, anzi la scoperta fu supportata da imprenditori scaltri e capaci tanto quanto Ingmar Rentzhog.
Nulla da eccepire oggi sul rischio del pianeta per l’eccessivo uso di plastica e di materiali nocivi in emissioni di CO2, ma l’impegno comune dovrebbe essere il risultato di azioni volontarie e non sicuramente un affare da milioni di euro solo per qualcuno. E a proposito dei rischi del pianeta, tenuto conto che lo stesso ha subito nel corso dei millenni svariate glaciazioni, vale la pena di citare i risultati di studi dell’ingegnere e matematico Miltutin Milanković che ha dimostrato che le variazioni secolari dell’insolazione terrestre derivanti dalle variazioni secolari degli elementi del moto della Terra sono, se correttamente calcolate, sufficienti a giustificare le importanti variazioni di alcuni fattori climatici, in particolare dell’escursione annua della temperatura. Insomma sembrerebbe che i nostri cambiamenti climatici dipendano più dall’asse della Terra rispetto al Sole che dalle emissioni di CO2. Una condizione di cui la scienza si occupa da molto tempo senza riuscire a fornire una risposta certa ed inequivocabile. Come può dunque una ragazzina, pur anche mossa da sani principi, stabilire il certo dall’incerto anche per la scienza? E chi ha interesse a far esibire questa sedicenne, Greta, in un circo mediatico, e a quale scopo? Di certo il 22 aprile avrà luogo a Stoccolma la Conferenza sul clima’No-Fly’ 2019 e il lancio del Social Network ideato da Ingmar Rentzhog. ‘Questo evento segna il lancio di un movimento per un futuro sicuro, e stiamo coinvolgendo attivamente tutti coloro che lavorano per porre rimedio alla crisi climatica’ recita l’invito nel sito della società ‘We don’t have time’. Una operazione con oltre 550 investitori di 15 diversi paesi che nell’invito ad aderire riferisce: ‘Condividi la nostra convinzione che un social network dedicato abbia un ruolo importante da svolgere nel risolvere la crisi climatica? Il tuo investimento in We Do not Have Time potrebbe essere cruciale per la transizione verso un futuro sostenibile e anche un buon investimento per il futuro’.