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Azzera la bolletta

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Giù le mani dai supermercati!

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Di Maio vuole vietare l’apertura dei negozi di domenica ma gli imprenditori avvertono: “A rischio quarantamila posti di lavoro”.

di Vito Nicola Lacerenza

Il ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio ha proposto di abolire la liberalizzazione degli orari dei negozi introdotta dal governo Monti nel 2011. La norma che consente alle attività commerciali la possibilità di aprire durante i giorni festivi e la domenica, secondo il ministro Di Maio, “distrugge le famiglie italiane” costringendole a separarsi durante le festività. La proposta di legge voluta da Di Maio stabilisce che i giorni festivi in cui sarà permessa l’apertura delle attività commerciali, dovranno essere al massimo 8 nell’arco di un anno. Si tratta nella fattispecie delle 4 domeniche di dicembre e di altre quattro domeniche o giorni festivi. Soltanto i negozi situati nelle aree turistiche saranno esentati da tali restrizioni, ma per Federdistribuzione, associazione che rappresenta le imprese del settore alimentare e non alimentare, chiudere i negozi la domenica comporterebbe pesanti conseguenze economiche tanto per i dipendenti quanto per gli imprenditori. I primi perderebbero la possibilità di poter incrementare il proprio stipendio mensile di circa 200 euro.

Il lavoro domenicale è retribuito con una maggiorazione del 30%, il 15% in più rispetto all’aumento di un qualsiasi altro giorno festivo. Ad usufruire di tale possibilità sono sopratutto i  525 mila dipendenti delle varie catene di supermercati e ipermercati, che ogni anno sborsano 400 milioni di euro per pagare le ore di lavoro festivo. Dal 2011 a oggi la liberalizzazione degli orari dei negozi ha aumentato il consumo interno del 3%. Si stima che siano oltre 12 milioni gli italiani che fanno la spesa la domenica. Secondo giorno di incassi più importante dopo il sabato. Il divieto d’apertura la domenica costerebbe a supermercati e ipermercati perdite economiche pesantissime che implicherebbero come conseguenza drastiche riduzioni del personale.  Secondo  Federdistribuzione sono a rischio 40.000 posti di lavoro. Ma i danni potrebbero essere ancora maggiori e mettere a repentaglio l’intero settore della grande distribuzione.  L’abolizione della liberalizzazione degli orari dei negozi, secondo gli esperti, spingerà sempre più consumatori a prediligere lo shopping online attraverso siti di vendita internazionali come Amazon e eBay, che negli ultimi anni hanno ridotto di moltissimo i giri d’affari dei negozi italiani, grandi e piccoli.

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