Italia
Giornata della consapevolezza sulla morte perinatale

Consapevolezza su morti in utero e in culla.
di Adelfia Franchi
Roma, 16 ottobre- Con un linguaggio chiaro, diretto, senza giri di parole, oggi ci siamo vestiti di emozioni, sopite, mai dimenticate, il nostro dolore fecondo, come lo ha descritto la portavoce e coordinatrice della consulta COESI, dott.essa Carmela Cassese. Visibile a tutti la sua emozione, senza nasconderla ha presentato la conferenza “Le morti perinatale, improvvisa ed inaspettata oltre i tabù” presso il Senato della Repubblica, organizzata da Coesi (Consulta delle Associazioni per la tutela della gravidanza e per la sicurezza feto-neonatale) con il Patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero della Salute. La conferenza apre ufficialmente i lavori della Manifestazione “Babyloss 2015”, in occasione della giornata mondiale dedicata alla consapevolezza sulla morte perinatale, tradizione nata negli Stati Uniti ma importata da qualche anno in Italia per celebrare tutti quei bambini morti prima di vedere la luce. Sono 180.000 le famiglie che ogni anno in Italia perdono un figlio nei 9 mesi di gravidanza, a cui si aggiungono le famiglie che perdono un figlio nei primi 12 mesi di vita (SIDS – Sudden Infant Death Syndrome, generalmente etichettate come morti bianche). Ad aprire i lavori Carmela Cassese, portavoce di Coesi, che ha evidenziato l’importanza di evitare tutte le morti evitabili, facendo formazione ed informazione, ma soprattutto lavorando in concerto con le Istituzioni e sottolineando l’importanza di una corretta applicazione delle procedure ed un miglioramento delle stesse. Invito oggi accolto dai Senatori presenti Laura Puppato e Aldo Di Biagio: la prima ha sottolineato come, in un momento storico e sociale in cui la natalità registra un numero di eventi in costante calo, debba essere maggiormente salvaguardata perché preziosa. Di Biagio ha invece evidenziato come l’importante riconoscimento ottenuto dalle Istituzioni sia da considerarsi segnale di volontà di intervenire fattivamente per tutelare i bimbi e le loro famiglie. Grande attenzione al tema manifestata anche dal Ministro alla Salute Lorenzin, che in una nota letta dal Suo portavoce ha dichiarato che a breve saranno predisposte le linee guida sull’assistenza intrapartum, guida che verrà messa a disposizione degli operatori per garantire assistenza durante il travaglio e sicurezza durante il parto. In materia di morte improvvisa del lattante e di morte inaspettata del feto, aggiunge inoltre, il Ministero sta collaborando con le regioni per la formulazione di un accordo sul modello organizzativo per l’applicazione dei Protocolli Diagnostici adottati con decreto del Ministro nel mese di Ottobre 2014. Necessità su cui è intervenuta la Prof.ssa Acanfora di Safety and Life che ha denunciato “abbiamo accertato gravi episodi di disomogeneità dei sistemi di rilevazione dei dati sulla natimortalità”. Tra i relatori anche alcuni “addetti ai lavori”, ginecologi ed ostetrici, che si trovano a gestire quotidianamente le nascite. “Quando mi trovo a seguire il travaglio ed il parto di una donna che darà alla luce un nato morto, so che oltre al dolore fisico si aggiunge il terribile dolore psicologico”, spiega Valentina Dialuce Ostetrica dell’Ospedale Pertini di Roma. “Dobbiamo andare oltre i tabu personali, oltre i tabu di categoria”, sostiene il Dott. Alessandro Bompiani, Phd in Medicina Prenatale.