Arte & Cultura
Gasometro 2016 – Alessandro Borghi “il mio esordio è avvenuto per caso. Di Caprio il mio modello cinematografico.”

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Cento appuntamenti che si alterneranno per tutta la stagione calda, fino a sabato 17 settembre, tutti i giorni, dalle 18:30 fino alle 4 del mattino
“Ho conosciuto per caso, per strada, quello che sarebbe divenuto il mio agente. Mi ha detto che erano alla ricerca di un attore e mi chiese di fare un provino. Io gli risposi di no, pensa che io volevo fare il pugile o il commercialista. Invece sono andato, mi hanno preso, ho cominciato e ho scoperto che quella dimensione mi piaceva. All’inizio era solo curiosità; poi con il tempo, tra esperienze e differenze, passano dieci anni e aumenta la tua consapevolezza”.
A dieci anni dal tuo debutto cos’è cambiato in Alessandro?
E’ cambiato che più il tempo passa e più mi innamoro follemente di questo mestiere. Questo accade in maniera direttamente proporzionale alla possibilità che mi danno di poterlo fare nella maniera che ho sempre sognato. All’inizio c’è la gavetta, che esiste in ogni campo, e questa ti serve da palestra per avere gli strumenti per poter affrontare ruoli al fianco di grandi attori. Quando mi hanno detto che avrei dovuto recitare con Pierfrancesco Favino ed Elio Germano, infatti, avevo una tensione enorme. Non so spiegarlo, ma sento che più il tempo scorre, sempre meno dipende da te; è come se ci fossero delle cose che devono funzionare, a prescindere dall’impegno che devi comunque sempre mettere.
Quando è stato quell’attimo preciso in cui hai pensato di voler diventare attore?
In realtà la prima volta che mi è venuta in mente era sul set di “Distretto”.
E chi ti ha proposto quel ruolo?
Ho conosciuto per caso, per strada, quello che sarebbe divenuto il mio agente. Mi ha detto che erano alla ricerca di un attore e mi chiese di fare un provino. Io gli risposi di no, pensa che io volevo fare il pugile o il commercialista. Invece sono andato, mi hanno preso, ho cominciato e ho scoperto che quella dimensione mi piaceva. All’inizio era solo curiosità; poi con il tempo, tra esperienze e differenze, passano dieci anni e aumenta la tua consapevolezza.
E tra altri dieci anni?
L’unica cosa che mi piace pensare, e me lo auguro, è che sarò ancora qui a fare questo mestiere. Per me questa è diventata la mia vita. Quello che mi tiene vivo è la mia voglia di girare. Probabilmente ci sarà nei prossimi anni più probabilità di fare cose belle: l’anno scorso, secondo me, si è aperto un filone molto importante per il cinema italiano. E, se siamo furbi, questo potrebbe essere una svolta.
Tra Vittorio di Non essere cattivo e Numero 8 di Suburra, ti senti più uno o l’altro?
Più Vittorio, ma quello della seconda parte del film. Più che altro per la sua visione della vita e per la sua sensibilità. Non nella sua interezza, ovviamente, ma in parte si assomiglia di più. Numero 8 non ha niente di me. Forse solo il sacrificio d’amore finale rientra più nelle mie corde.
Un attore che prendi come modello.
Ce ne sono tanti, ma soprattutto Leonardo Di Caprio: un esempio vivente di come si deve fare questo mestiere. Spazia tanto, non sbaglia mai, ha un grande curriculum, è molto interessante. E’ figo.
ALTRE INFORMAZIONI – La location si trova su Riva Tevere Ostiense: si accede da via del Porto Fluviale e dal Ponte della Scienza. L’ingresso è sempre libero, eccetto per gli spettacoli teatrali, dalle 18:30 in poi. Soltanto il venerdì e il sabato, da mezzanotte in poi, a cinque euro. Ulteriori informazioni sulla relativa pagina Facebook.