Italia
“Sul filo della memoria”di Irene Petrafesa alla 6° Senso Art Gallery
Roma, dal 16 al 31 ottobre 2014 la mostra dell’artista pugliese curata dalla gallerista Barbara Tamburro
Roma, 10 ottobre – 6° Senso Art Gallery inaugura giovedì 16 ottobre alle ore 19.00 la nuova mostra di Irene Petrafesa “SUL FILO DELLA MEMORIA”, le cui opere resteranno esposte sino al 31 ottobre
La mostra curata dalla gallerista Barbara Tamburro, presenterà una serie di nuovi dipinti di medio e grande formato, alcuni dei quali sono stati esposti recentemente alla mostra Antologica “Tra terra e mare – Opere dal 2001 al 2014” , presso il Complesso del Vittoriano di Roma.
I dipinti di Irene Petrafesa sono caratterizzati da una grande armonia e delicatezza cromatica, dall’essenzialità del segno e dalla particolare tecnica mista dell’ossido e dei materiali di risulta, dell’olio e dei pastelli. Sono dipinti di grande intensità espressiva e spiritualità interiore.
Nella pittura di Irene è connaturata un’ armonia cromatica e formale che si manifesta sulla tela delicatamente, in un gesto quasi etereo. L’artista istintivamente da vita ad immagini astratte, che potremmo definire primordiali per il loro richiamo ai colori del mare e della terra, per i segni incisivi e arcani che evocano l’antica arte muraria, riconducendoci inevitabilmente all’origine della terra, dell’uomo e dell’universo. Nel dipinto “Respiro 2” (Ossido e pastelli su tela) il colore azzurro occupa l’intera tela, mischiandosi ai segni a pastello che si espandono sulla tela come onde fluttuanti nel cielo. Nei dipinti “ Anemos” (materiale di risulta e ossidi) e “Sul filo della memoria” (materiale di risulta, olio e grafite) al centro del quadro è disegnata una forma rettangolare che circoscrive al suo interno una mezza luna bianca, come a voler creare uno stacco, un punto di rottura tra lo spazio che la delimita e quello in cui si trova; un segno di netta separazione tra il mondo esterno e quello interiore.
L’artista
Pittrice poliedrica, Irene Petrafesa è cresciuta in un contesto familiare sensibile all’arte che ha notevolmente condizionato la sua successiva attività in un groviglio di percorsi emozionali scaturenti da un forte impulso alla creatività. Si tratta di tracciati che sono frutto di una ricerca interiore, piuttosto emotiva e ricca di implicazioni sociali che trovano un retroterra autorevole in artisti come Pasolini, Moravia, Antonioni e Bertolucci, a buon diritto considerati dalla Petrafesa come suoi “padri spirituali”. Abile tanto nella sperimentazione quanto nella tecnica, questa pittrice è dotata di un talento multiforme e non comune, prodigioso e assolutamente originale, capace di esplodere in un’arte che sa comunicare le sue più intime emozioni. “Materia, spazio, ricordo, istinto, immagini captate e sedimentate nella memoria – scrive la Petrafesa – vengono evocate nell’atto creativo”. E, interessata come è a narrare non il reale immediato, ma l’anima della realtà, la dimensione più oscura della vita, la magia delle cose, spiega: “Non descrivo quel che accade ma cerco di collocare me stessa e l’osservatore nell’evento, tentando di coinvolgerlo emotivamente, creando un effetto estetico seducente che lo inviti a lasciarsi trasportare dai propri sensi”.