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Cinema & Teatro

Festa del Cinema di Roma 2022, è la volta di Rapiniamo il duce, Il Principe di Roma e Le Confessioni di Luc Besson

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Festa del cinema di Roma 2022
Tempo di lettura: 6 minuti

Alla Festa del Cinema di Roma 2022 arriva la banda di Rapiniamo il duce, Il Principe di Roma in cerca di un titolo nobiliare e la parte più inedita del regista francese Luc Besson.

Idee folli, cinismo, qualche risata e introspezione. Questi gli elementi del terzo giorno della Festa del Cinema di Roma 2022, incarnati perfettamente da due film della sezione Grand Public: Rapiniamo il duce, dal 26 ottobre su Netflix del regista Renato De Maria, una storia “quasi” vera su un bottino rubato al Duce in persona da una squadra dalle particolari abilità e Il principe di Roma di Edoardo Falcone. Uno Scrooge romano meschino, insensibile, accecato dal denaro e da un titolo nobiliare viene portato sulla retta via da tre spiriti.

Infine, una sala Sinopoli gremita ha accolto il regista francese Luc Besson per un incontro sul film Le Dernier Combat, trasformatosi poi in un confessionale in cui il regista ammette di non saper usare la tecnologia e di essere stato ispirato più da sua madre che da Kubrik.

Rapiniamo il duce follia a tutto gas e quel Maccio che non ti aspetti alla Festa del Cinema 2022

Matilda De Angelis interpreta Yvonne in Rapiniamo il duce. Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

Siamo nella Milano del ‘45, alla fine della seconda guerra mondiale, una città in balìa del caos etra le macerie. In questo scenario si apre la videnda di Isola (Pietro Castellitto), un giovane ladro, che gestisce il mercato nero e ha una relazione clandestina con Yvonne, cantante dell’unico locale aperto in città, il Cabiria.

Isola, però non è l’unico ad amare Yvonne, perché Borsalino (Filippo Timi) gerarca fascista crudele e sanguinario sposato con l’attrice Nora (Isabella Ferrari) Crudelia Demon/ Gloria Swanson che vive all’ombra dei ricordi, é pronto a far di tutto pur di averla.

Robbing Mussolini. Matilda De Angelis as Yvonne in Robbing Mussolini. Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

Un giorno Isola e i suoi compagni Amedeo (Luigi fedele) e Marcello (Tommaso Ragno) intercettano un messaggio cifrato su un tesoro di Mussolini nascosto proprio a Milano, nella Zona nera. Così mettono su una banda d’eccezione per riuscire nell’impresa suicida e rubare il bottino: l’autista (Maccio Capatonda) ex pilota egocentrico e quasi zavorra del gruppo che ricorre a sostanze stupefacenti per trovare il coraggio; il bombarolo, uomo battagliero e capace di morire per i suoi ideali e infine peso piuma, una ragazza agile e abile ladra.

I piani però  vanno diversamente, perché la moglie di Borsalino, scopre le intenzioni della squadra così uccide Borsalino e si unisce alla banda scalcagnata, per poi tradirli una volta trovato e raggiunto il tesoro. Fuggita con il tesoro prendendo in ostaggio Yvonne incinta.

Festa del cinema di Roma 2022

Da sin. Luigi Fedele, Alberto Astorri, Marcello Macchia, Pietro Castellitto, Coco Rebecca Edogamhe, Tommaso Ragno. Cr. Sara Petraglia/Netflix © 2022

La banda riuscirà a fermare Nora, ma il bottino andrà perduto per sempre in fondo a un fiume con la consapevolezza però di aver trovato ognuno qualcosa più  importante delle ricchezze, cioè un’ evoluzione personale e anche la scoperta di sentimenti inespressi. Un film piacevole, dalla colonna sonora ricercata: da Amandoti dei CCCP, a Tutto Nero di catrina Caselli cantati da Matilde De Angelis che dimostra doti canore capaci di emozionare. A questa si aggiungono le risate garantite, grazie un Maccio Capatonda rivelazione nel suo primo ruolo in un film di un altro regista.

Isabella Ferrari nel ruolo di Nora in Rapiniamo il duce.

«Volevo fare un film di rapina – dice Renato De Maria – e con gli sceneggiatori siamo partiti dall’idea del tesoro di Mussolini che era rimasto a Milano per 10 giorni proprio perché il Duce stava trattando con gli svizzeri per espatriare e voleva portare con sé due camion carichi di oro e pietre preziose. Quando Mussolini è  stato arrestato il tesoro è sparito e ancora oggi c’è questa leggenda sul tesoro».

Il Principe di Roma che ritrova la via, grazie a degli spettri della città eterna alla Dickens

Il Principe di Roma- Arianna Lanzuisi

Ser Meo, pardon Principe Bartolomeo Proietti (Marco Giallini) é il protagonista cinico, rude e insensibile di una pellicola ambientata nella Roma papalina del 1829. L’uomo di umili origini, abbandonato dalla madre in orfanotrofio cresce con la consapevolezza che a “Roma se vuoi contare devi diventare nobile o prete”. Il suo obiettivo sarà  proprio il primo, anche a costo di essere odiato da tutti, anche dalla serva Teta (Giulia Bevilacqua). Così offre degli scudi al principe Accoramboni (Sergio Rubini) e decide di prendere in moglie la figlia del principe.

Il Principe di Roma

Ma il denaro che doveva essere consegnato a Bartolomeo dal Delegato delle Sicilie non arriverà mai, perché  l’uomo verrà condannato a morte. Così ser Meo si reca da una negromante per parlare con lo spirito del Delegato e scoprire dove si trova il denaro, da quel momento però lo perseguiteranno gli spiriti di: Beatrice Cenci (Denise Tantucci), Girodano Bruno (Filippo Timi) e Papa Borgia (Giuseppe Battiston). Ognuno di loro gli mostrerà  il suo passato, il presente e il futuro.

Marco Giallini in Il Principe di Roma

Alla fine scoprirà che il denaro era stato nascosto dalla serva Teta per impedirgli di sposare la figlia del principe, perché innamorata di lui. La svolta per Bartolomeo sarà  di scoprire la sua discendenza nobile: il principe Accoramboni è suo zio, che ha costretto sua sorella e madre di Bartolomeo ad abbandonarlo e a non rivederlo perché  figlio di un servo. Nel finale Bartolomeo fa ammenda e rimedia agli errori commessi.

Un film divertente, dove tra una risata e l’altra si può godere di un’accurata ricostruzione scenografica di un’antica Roma e percorrere insieme al protagonista le tappe di una vita che cambia solo con l’impegno e uno sguardo al proprio modo di agire.

«Il film – dice Edoardo Falcone- parla di temi universali e richiama Il Canto di Natale di Dickens ed è una storia di trasformazione che, baipassado il discorso del Natale, poteva essere interessate con questo Scrooge a Roma e con fantasmi completamente cambiati che si aggirano tutt’oggi nelle strade di Roma».

Il regista Luc Besson

Luc Besson, un regista che cerca l’ispirazione in mezzo alle persone e alla natura

Attesissimo l’incontro con il regista francese Luc Besson che ha parlato del film Le Dernier Combat realizzato nel 1983 e del primo giorno di lavorazione, realizzato con soli 300 euro in tasca. A queste curiosità  il regista aggiunge anche l’amore per la fantascienza, campo magico che gli permette di ridefinire ogni cosa e il desiderio di esplorare il futuro, che nessuno conosce.

Se da un lato il futuro lo affascina, la vita digitale non fa per lui: «Mi rifiuto – dice il regista – di entrare nella tecnologia perché  ho paura di perdere l’immaginazione e la mia visione», che coltiva con la scrittura, la sua “droga alcolica” da praticare tutti i giorni.

Riguardo invece i generi preferiti e a chi lo ha ispirato conclude «Il genere che non farei mai è l’horror; il western mi piace guardarlo. Per un regista non so se si possa parlare di influenza di qualcuno: mi piace l’architettura di Kubrick ma credo mia madre mi abbia ispirato più di lui» .

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