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Politica

Federcontribuenti, proteste di imprenditori e lavoratori del nord – est del Paese

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Il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella:  ”sarebbe un errore sottovalutare le tante proteste che in queste settimane sono arrivate dagli imprenditori del Nord-Est sul decreto dignità e sull’introduzione di dazi commerciali.”

di Romolo Martelloni

”Siamo vicini agli imprenditori e ai lavoratori del nord-est, ma come di tanti in particolare delle aree piu’ produttive del Paese che si preparano a forme di protesta per sensibilizzare e scuotere un governo che finora non ha fatto altro che parlare alla pancia degli italiani con la scusa dell’ immigrazione”. Lo scrive, in una nota, il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella secondo il quale ”sarebbe un errore sottovalutare le tante proteste che in queste settimane sono arrivate dagli imprenditori del Nord-Est sul decreto dignità e sull’introduzione di dazi commerciali. Dietro le critiche di questi giorni ci sono le ragioni di un sistema industriale guidato da una miriade di medie imprese profondamente radicate nel territorio che la politica (governo e opposizione) dovrebbero prendere in considerazione”. Sono, secondo il presidente dei consumatori e dei contribuenti italiani, ”la testimonianza di una parte d’Italia che ha preso sul serio la crisi ma che ha subito avviato con successo una modernizzazione che guarda alla parte piu’ dinamica e forte dell’ Europa”.

Sono il lavoro e l’internazionalizzazione i due temi principali che gli imprenditori osservano con spirito critico ”ma anche costruttivo se almeno ci fosse una voce ad ascoltarli”, sottolinea Paccagnella che rileva pero’ come nel Nord-Est del 2018 ”non ci sono rigurgiti anti-impresa ma si guarda piuttosto con preoccupazione a una tornata di provvedimenti di legge che non tengono conto del grande sforzo fatto negli ultimi decenni da imprenditori, lavoratori, professionisti”. ”Saremo presenti come associazione – conclude – a tutte le iniziative che si ritengono utili da parte di imprese e lavoratori per scuotere un sistema di governo troppo arroccato a vecchi schemi e pregiudizi che non rendono onore al lavoro italiano”.

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