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Arte & Cultura

Fabiano Massimi e il mondo della traduzione

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Fabiano Massimi è un importante autore italiano che si occupa anche di traduzione di opere letterarie

Di Francesca Rossetti

Fabiano Massimi è un importante autore italiano che si occupa anche di traduzione di opere letterarie e che ci racconta come nasce questa interessante passione

Chi è Fabiano Massimi e come nasce l’interesse per la letteratura? 

”Fabiano Massimi è uno scrittore, docente di scrittura creativa, editor, traduttore e bibliotecario, ma soprattutto un lettore, di tutto, da sempre. Una vita tra i libri, acceso da una passione per storie e parole che risale a prima della prima elementare e si è incendiata al liceo, quando ho scoperto (insieme) Alcyone di D’Annunzio e Il nome della rosa di Umberto Eco. Non lo so cosa mi chiami nella letteratura, ma la chiamata è forte e da trent’anni e passa non mi lascia un istante. Quando mi chiedono cosa sia il talento, io rispondo: un assillo. Qualcosa che, se non lo metti a frutto, non ti fa dormire sereno.”

Di che cosa parlano il romanzo “Il club Montecristo” con il quale hai vinto il Premio Tedeschi 2017 e le altre opere? 

Il Club Montecristo e ”Vivi nascosto sono due romanzi della serie degli Ammutinati, un gruppo di ex detenuti che hanno deciso di rigare dritto ma cui tocca di quando in quando indagare su misteri che la polizia trascura. Sono gialli umoristici contemporanei editi da Mondadori, molto diversi dai thriller storici che pubblico invece con Longanesi: L’angelo di Monaco, che svela il segreto dietro la morte della nipote di Hitler; I demoni di Berlino, in cui scopriamo cosa accadde davvero la notte in cui bruciò il Reichstag e il Nazismo prese il potere; il più recente Se esiste un perdono, sulla vicenda vera e a lungo dimenticata di Nicholas Winton, lo “Schindler britannico” che a Praga, nel 1939, salvò 669 bambini organizzando treni verso il Regno Unito. Tutti e cinque i miei romanzi, però, parlano di temi comuni: la giustizia, il perdono, l’amicizia, il riscatto.”

Come avviene la scelta del genere giallo e cosa cerchi di comunicare al lettore? 

”Ho scelto il giallo perché è un genere che amo, perché ha regole ferree (e quindi mi sembrava più facile muovere lì i primi passi), perché è molto letto e quindi ideale per raggiungere un pubblico ampio. Il carcere, il Nazismo, i treni che salvano anziché condannare: questi contesti ed episodi sono per me importantissimi, anche perché molto attuali, e con la mie storie punto a metterli nel cuore del lettore.”

 Sei traduttore dall’inglese di importanti opere: come si diventa traduttore e quali sono le maggiori difficoltà da superare? 

”Io lo sono diventato lavorando per Einaudi, prima come editor e ricercatore, poi come revisore di traduzioni altrui. Mi è capitato di tradurre libri difficili e illuminanti come Shutter Island, in cui ho capito che la difficoltà maggiore è entrare dentro un meccanismo senza adulterarlo e restituirlo senza che si avverta il passaggio da una lingua all’altra. La magia di una buona traduzione è che scompare, e davvero la sensazione che si ha leggendo un testo straniero ben reso in italiano è che sia ancora scritto nella lingua d’origine, anche se non la conosciamo. I traduttori bravi, però, sono altri: Silvia Pareschi, Susanna Basso, Fabio Cremonesi… Non mi avvicino nemmeno lontanamente alle loro capacità – alla loro arte – e per questo ho smesso. A ognuno il proprio talento.”

Prossime presentazioni

Se esiste un perdono sta avendo molta fortuna, le presentazioni aumentano giorno dopo giorno. Tra le principali, sarò a Cesena il 4 marzo, nell’hinterland milanese il 17 e 18, a Padova il 25. Poi ad Asti il 1° aprile, al Circolo dei Lettori di Torino il 13, al Salon du Livre di Parigi il 22. Sul mio sito web, www.fabianomassimi.com, c’è il calendario completo, aggiornato in tempo reale.”

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