Italia
Expo: l’emergenza del Lago Ciad si affronta con più agricoltura. La centralità del settore è garanzia di sviluppo sostenibile

Il presidente della Cia, Dino Scanavino, al convegno organizzato con Cnr, Fao, Società geografica italiana e Accademia nazionale delle scienze ‘Il Lago Ciad: un serbatoio di cibo e acqua tra disastro ambientale e cooperazione internazionale.
Roma, 15 ottobre- “La centralità agricola come alternativa alla desertificazione, l’agricoltura come ambasciatore di pace e come garanzia di sviluppo sostenibile. L’agricoltura infine come valore universale. Questi sono i temi che la Cia intende portare avanti nella sua azione di cooperazione internazionale e nella sua proposta politica. Lo facciamo oggi intervenendo qui all’Expo dove giustamente si chiede attenzione universale alla drammatica crisi del Lago Ciad, lo facciamo quotidianamente insistendo nel proporre un modello agricolo sostenibile: per il reddito delle imprese, per la dignità degli agricoltori, per l’ambente”. Con queste parole il presidente della Confederazione italiana agricoltori Dino Scanavino è intervenuto oggi a Milano, al Teatro della Terra del Biodiversity Park in Expo, dove è stato presentato il report del Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche sull’agonia del Lago Ciad: il quarto bacino d’Africa che in 50 anni ha perso il 90% del suo volume d’acqua mettendo alla fame e alla disperazione 30 milioni di persone in un’area delicatissima del mondo compresa tra Ciad, Niger, Nigeria e Camerun. La Cia, peraltro, è tra le organizzazioni agricole quella che più intensamente ha destinato risorse alla cooperazione internazionale per il sostegno delle popolazioni delle aree deboli del mondo. Come sottolinea Scanavino, “fa parte dei nostri valori fondanti progettare iniziative per gli agricoltori più svantaggiati e metterle in atto. E’ il motivo che ci ha spinto a sostenere l’iniziativa del Cnr, è il motivo che ci vede partner nel progetto internazionale di recupero delle risorse idriche nella regione del Lago Ciad”. “Oggi il problema della salvaguardia del pianeta è più attuale e urgente che mai. Vuol dire che non basta fare proclami, bisogna essere conseguenti con le azioni -sottolinea ancora il presidente nazionale della Cia-. E’ perfettamente inutile pensare di arginare i flussi migratori se non si agisce nei paesi d’origine dei migranti per assicurare loro una vita dignitosa e una prospettiva. L’emergenza del Lago Ciad è la cartina di tornasole per misurare quanta distanza c’è tra il dire e il fare”. Ma, a questo proposito, Scanavino rivendica ancora il ruolo centrale dell’agricoltura: “Abbiamo assistito qui a Expo a una grande mobilitazione attorno ai temi della questione alimentare, meno abbiamo avvertito il riconoscimento del ruolo imprescindibile degli agricoltori. L’emergenza del Lago Ciad invece deve fare riflettere tutti sulla indispensabilità del mantenimento dell’attività agricola, evitando anche fenomeni come il ‘land grabbing’ che sono delle vere e proprie espropriazioni mascherate. Rivendichiamo in tutto il mondo il diritto alla terra e alla dignità dell’agricoltore. Solo se questo diritto sarà riconosciuto e garantito allora possiamo pensare agli accordi di scambio commerciale su di una base di parità, allora possiamo pensare a politiche serie per affrontare la questione dei migranti, allora solo possiamo immaginare un modello di sviluppo più armonico”.“Quando la Cia parla di agricoltori custodi, di biodiversità, di assicurare reddito alle imprese, quando parliamo di sicurezza alimentare e di sostenibilità lo facciamo in Italia, ma con l’ambizione di proporre al mondo il ‘modello italiano’. Per questo Cia a Expo ha voluto presentare la sua piattaforma programmatica, piuttosto che prendere la facile scorciatoia dello ‘show agricolo’. Questo programma lo abbiamo riversato nella Carta di Milano -conclude Scanavino- e sarà al centro della nostra Assemblea generale il 29 ottobre a Expo, ma è anche l’impegno che prendiamo qui per contribuire a una soluzione positiva della drammatica emergenza del Lago Ciad”.