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Italia

Expo: legalità e giovani così il Sud vince

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L’assembla nazionale della Cia scrive il decalogo per il Mezzogiorno. Il ministro Martina: “L’impegno è far crescere un progetto d’impresa per l’agricoltura meridionale. Infrastrutture e passaggio generazionale i primi interventi”

di Adelfia Franchi

Expo_assembleaCia30 Roma, ottobre – “L’Italia riparte se riparte il Mezzogiorno e se vogliamo progettare il futuro dobbiamo puntare all’economia del fare di cui l’agricoltura è il rimo motore. L’agricoltura del Sud è l’unica leva per uno sviluppo duraturo e armonico non solo per il Meridione, ma per l’intero paese”. Queste sono le parole d’ordine che il presidente di Cia  Dino Scanavino consegna all’agenda del Paese dall’assemblea nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori che si è tenuta oggi ad Expo. Se la “questione meridionale” come si è detto da più parti è sparita dall’agenda nazionale ebbene la Cia la riproposta con la forza delle sue 900 mila imprese associate e con le migliaia di agricoltori che hanno portato in Expo i valori  della terra nell’assemblea nazionale della Confederazione. Che è stato il momento di progetto del nuovo sviluppo del Mezzogiorno. Il vicepresidente nazionale di Cia Alessandro Mastrocinque nella sua relazione ha posto le questioni prioritarie per il Sud: credito, meno burocrazia, infrastrutture, innovazione, ricambio generazionale. Ebbene l’assemblea di Cia con gli interventi di Don Luigi Ciotti fondatore di Libera Terra che con Cia ha festeggiato i suoi vent’anni di attività, del ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, dei governatori di Puglia Emiliano e di Calabria Oliviero ha scritto il decalogo del Mezzogiorno che diventa la “ragione sociale” – come ha proposto con forza il ministro Martina – “di un progetto d’impresa agricola e agroalimentare del Sud da cui può venire la prima e più importante leva per lo sviluppo del Paese”. “Bisogna – ha sottolineato Martina che ha ringraziato la Cia per il suo impegno in Expo e apprezzato l’impegno di Cia per il Sud – cominciare a dire che parlare di agricoltura è parlare d’impresa”. Ed ecco che il ministro ha scritto i primi tre capitoli del decalogo: ricambio generazionale, aggregazione d’impresa, infrastrutture. Ma poi ha aggiunto: “E’ necessario riscrivere il modo in cui si compone la politica agricola nazionale: dobbiamo superare la lentezza della concertazione con le Regioni ma avere un coordinamento efficace”. E a questo pensa il Governatore della Puglia Emiliano che rilancia il coordinamento tra le regioni del Sud per “Andare a Roma e compiere il nostro dovere: operare per rilanciare il Sud”. Un rilancio che passa dalla legalità e che si fonda sull’affermazione dell’eccellenza del Mezzogiorno. Così Emiliano ha scritto altre due capitoli del decalogo: cultura e orgoglio. Il governatore della Calabria Oliviero ha raccolto l’invito di Emiliano a far nascere questa coesione politica, di programmazione e di azione delle regioni del Sud ed ha aggiunto: “L’agricoltura e l’agroalimentare sono oggi la più concreta prospettiva di rinascita, ma vanno accompagnate dall’affermazione della specificità e delle peculiarità delle nostre terre”. I due capitoli sono dunque: identità e qualità. Don Luigi Ciotti nel suo intervento iniziale ha ricordato come la collaborazione con la Cia – nel pomeriggio al parco della Biodiversità è stata rinnovata la convenzione che lega Libera Terra alla Confederazione Italiana Agricoltori – ha portato ottimi frutti e ha insistito su tre passaggi. “Basta con la narrazione negativa del Sud: le mafie sono ovunque nel Paese, per batterle bisogna portare lavoro al Sud e sviluppo e bisogna mai abbassare la guardia. Servono più interventi per dare prospettive ai giovani, va rafforzata l’Agenzia che si occupa dei beni confiscati alle mafie, va esercitato un controllo continuo di legalità” concetto quest’ultimo che è stato sottolineato con forza anche dal ministro Martina. Ed ecco che così don Ciotti ha scritto gli altri tre capitolo del decalogo: legalità, lavoro, coscienza civile. Dunque lo sviluppo del Sud passa attraverso questo decalogo:
Legalità
Giovani
Lavoro – impresa
Infrastrutture
Coscienza civile
Cultura
Orgoglio
Identità
Qualità
Aggregazione

Al termine dell’assemblea di Cia il presidente Dino Scanavino ha ribadito: “Con il nostro impegno in Expo abbiamo proposto con forza la centralità dell’agricoltura e dell’agroalimentare nelle politiche economiche e sociali per lo sviluppo del Paese, ma abbiamo anche affermato che senza reddito l’impresa agricola non può assolvere alla sua indispensabile funzione. Noi operiamo per tre tutele e una garanzia: la tutela del territorio e della biodiversità, la tutela della legalità, la tutela della ruralità offrendo alla società la garanzia di un cibo buono e di qualità. Ma tutto questo possiamo farlo se viene assicurata all’impresa agricola la centralità social e la giusta remunerazione economica che deve servire a fare ricerca, innovazione per stare da protagonisti nel mercato globale senza rinunciare alle nostre identità. Lo stesso tema del Sud pone il problema del reddito agricolo: il caporalato e l’illegalità si combattono solo con lo sviluppo dell’economia sana ma l’economia sana presuppone che le aziende ricavino dal loro operare il giusto. Questo è l’impegno di Cia, questo sarà il nostro futuro per nutrire il pianeta”.

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