Diritti umani
Estrema destra in Norvegia: “no” al richiamo dei muezzin alla preghiera musulmana

Alcuni comuni vorrebbero autorizzare le Moschee ad annunciare la preghiera con gli altoparlanti, ma l’ala conservatrice del governo è contraria.
di Vito Nicola Lacerenza
Ovunque c’è una moschea, c’è anche un muezzin (l’equivalente del “campanaro” per i cattolici) che, dall’alto del minareto, annuncia con l’altoparlante, l’inizio della celebrazione religiosa. In Norvegia, però, da anni c’è il divieto per i musulmani di richiamare i fedeli attraverso altoparlanti “a tutto volume”. Un divieto fatto rispettare soprattutto da quando al Governo si è insediato il Partito del Progresso, un partito nazionalista e contro gli immigrati, che intende far rispettare la normativa in vigore che vieta di richiamare i fedeli con altoparlanti. Ma alcuni amministratori di Comuni della Norvegia hanno autorizzato i muezzin ad usare gli altoparlanti per avvertire i credenti musulmani dell’inizio delle preghiere, richiamandosi all’articolo 9 della Convenzione Europea per i Diritti Umani, che tutela la libertà di pensiero coscienza e religione e che stabilisce che nessuna manifestazione pacifica può essere proibita.
Neppure se considerata “stupida” dai governanti norvegesi, convinti della bontà del divieto. «L’importante è che la gente viva serena e tranquilla nel proprio quartiere, il che significa non essere disturbati da alcun richiamo alla preghiera- ha detto il portavoce di Partito del Progresso John Helghein- Se c’è qualche contrasto con la convenzione dei diritti umani, io, semplicemente, me ne infischio, perché è completamente stupido». E anche perché, stando all’attuale situazione politica dello Stato baltico, nazionalisti e conservatori hanno i numeri per far sì che il “divieto di richiamo alla preghiera” resti in vigore in tutta la Norvegia, unica Nazione in Europa, a non essersi adeguata alle norme previste dall’articolo 9 della Convenzione Europea per i Diritti Umani.