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Italia

Emergenza nel beneventano: Scanavino (Cia),“Agricoltura in ginocchio, ora servono aiuti”

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Il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori ha visitato le aziende colpite dall’alluvione.

di Adelfia Franchi

10509_600x400_w_b90c72ec4f85229d62f8434f4dea4eaeRoma, 24 ottobre- “I danni sono ingentissimi, ma ho visto tanta determinazione e una forza straordinaria, una potente capacità di reazione da parte delle gente e degli imprenditori. Ora è fondamentale che arrivino gli aiuti promessi, ma soprattutto che non cali l’attenzione. Qui l’agricoltura deve risorgere in fretta per dare una prospettiva di sviluppo a queste terre e nel contempo bisogna mettere in sicurezza il territorio” – questo il commento a caldo di Dino Scanavino, il presidente nazionale della Confederazioni agricoltori, che oggi ha fatto una ricognizione delle campagne devastate dall’alluvione che ha colpito la settimana scorsa il beneventano. Scanavino ha portato agli agricoltori e alle popolazioni la solidarietà concreta degli agricoltori italiani. Accompagnato dal vicepresidente nazionale della Cia e presidente della Cia della Campania Alessandro Mastrocinque, Dino Scanavino ha visitato centinaia d’ imprese e ha ricordato – in una conferenza stampa tenuta alla Camera di Commercio di Benevento – l’impegno concreto della Cia a favore delle popolazioni e della aziende colpite con la campagna “Tocca a noi”. Si tratta di una raccolta fondi a cui la Cia nazionale ha già largamente contribuito attraverso un conto corrente dedicato #toccaanoi (#savesannio e #iostoconipiccoliagricoltori) per raccogliere donazioni da destinare direttamente alle aziende agricole che non hanno più possibilità di realizzare alcun reddito. L’IBAN è IT94Z0538715000000002374190, causale “Emergenza Sannio”.Anche nella conferenza stampa Dino Scanavino ha ribadito: “Servono aiuti immediati, ma serve anche rinviare la rendicontazione dei Psr, le aziende devono essere messe in condizione oggi di concentrare tutti gli sforzi sulla ripresa”. La stima dei danni fatti da Cia è stata resa nota da Alessandro Mastrocinque ed è pesantissima: ci sono ancora paesi completamente isolati, i danni provocati dal maltempo e dall’esondazione del Calore sono incalcolabili se si considera anche l’indotto che verrà completamente perso. La conta delle perdite è spaventosa: circa 4000 aziende agricole distrutte, 30 mila agricoltori colpiti. “Eppure – nota Dino Scanavino – ho visto un’ immediata capacità di reazione. Stamani siamo andati alla cantina di Solopaca e stavano già imbottigliando il vino. Hanno però tutte le barriques in mezzo al fango e nelle zone di pianura le vigne sono totalmente compromesse. Lì si può solo estirpare e dunque per i prossimi cinque anni non si farà vino. Per fortuna nelle zone collinari la viticoltura ha resistito. Gravissima è la situazione nel comparto cerealicolo. Abbiamo incontrato molti coltivatori: i raccolti del prossimo anno sono sicuramente compromessi. Stiamo andando a vedere la situazione dei frutteti e degli oliveti. Purtroppo molti frantoi sono inagibili e la produzione di quest’anno è andata persa. Abbiamo visitato anche la zona del Fortore e lì davvero la situazione è difficilissima. Per questo – ha osservato ancora il presidente nazionale della Cia – è indispensabile che si agisca da parte del governo con azioni d’immediato sostegno, ma che ci sia anche un’opera di messa in sicurezza del territorio di cui devono essere protagonisti gli agricoltori che sono i  custodi della terra. Si può affidare a loro il compito di ripristinare il territorio assicurando alle imprese un reddito. Devo però anche dire – nota Dino Scanavino – che la presenza qui oggi del sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione e quella annunciata domani del ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti testimoniano la sensibilità del governo. Ora però è indispensabile che non cali l’attenzione, che – passata l’emergenza- non ci si dimentichi di queste terre devastate. I danni alle imprese si vedranno nei prossimi mesi quando gli imprenditori saranno senza reddito. Bisogna – dopo gli aiuti – varare un piano di recupero di queste zone che comprenda anche agevolazioni di carattere fiscale e burocratico per le imprese agricole. Evitando così la desertificazione imprenditoriale. Perché è solo dall’agricoltura che può venire una prospettiva di ripresa per il beneventano e per il Sannio colpiti da questa terribile alluvione, è solo con più agricoltura che si può preservare il territorio evitando in futuro sciagure come questa”.

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