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Elezioni USA: le donne, i poveri e i neri votano contro Trump che perde terreno ma resiste

Il presidente americano rinforza la maggioranza in Senato ma perde il controllo della Camera dei Rappresentanti che passa ai Democratici. L’elettorato americano punisce i repubblicani.
di Vito Nicola Lacerenza
Nei giorni scorsi il presidente americano Donald Trump si è detto consapevole della possibilità di perdere la maggioranza nella Camera bassa del Congresso, la Camera dei Rappresentanti, in occasione delle elezioni di metà mandato. Oggi quella che, fino a poco tempo fa, era soltanto un’ipotesi è diventata realtà. I democratici hanno conquistato 26 seggi nella Camera dei Rappresentanti, mettendo i deputati trumpiani, i repubblicani, in minoranza. Questo significa che, a partire da domani, i più acerrimi nemici di Trump entreranno a far parte della Commissione della Camera dei Rappresentanti. L’organo a cui spetta il compito di aprire indagini speciali in grado di far comparire in giudizio lo stesso presidente USA. «Che ha mostrato i peggiori comportamenti che un essere umano possa mai assumere»- ha detto Maxine Waters, una dei membri della Commissione che, insieme ai suoi colleghi, aprirà diverse indagini su Donald Trump. Quest’ultimo è già indagato per presunti legami col leader Russo Vladimir Putin, il quale, secondo l’accusa, avrebbe contribuito a far vincere Trump alle presidenziali del 2016. Inoltre il presidente statunitense è sospettato di aver evaso il fisco e aver interferito in alcune indagini condotte su di lui dall’ FBI e il Dipartimento di Giustizia. Ulteriori approfondimenti aumenterebbero il discredito nei confronti di Donald Trump, il cui indice di gradimento è sceso oltre il 50%. Le sue politiche xenofobe, accompagnate da discorsi razzisti, e contrarie all’interesse delle fasce sociali più deboli, come le donne, gli immigrati e i cittadini con un reddito basso hanno indignato gran parte dell’elettorato americano.
La scelta di non aver voluto condannare i neonazisti, che l’anno scorso hanno sfilato nella città Charlottesville, ha allontanato l’elettorato afroamericano da Trump. Che, con i suoi tagli ai fondi per l’assistenza sanitaria, ha penalizzato i cittadini poveri e gli anziani. Ma il provvedimento più criticato è stato quello relativo alla separazione dei bambini migranti dalle loro famiglie. Il “metodo” con cui il governo americano ha voluto scoraggiare gli immigrati dall’entrare illegalmente negli Stati Uniti. Le immagini dei campi di reclusione “riservati ai bambini” hanno particolarmente scandalizzato le madri americane e indignato la numerosa comunità latina presente nel Paese. Il moto di indignazione ha permesso ai democratici di far eleggere moltissimi deputati appartenenti a minoranze etniche. Come Alexandria Occasio Cortez, figlia di immigrati portoricani, eletta nel distretto di New York; Ayanna Pressley, afroamericana rappresentante dello Stato del Masachusetts; Rashida Tlaib, figlia di immigrati arabi, candidata vincitrice dello Stato del Michigan; Deb Haaland, nativa americana, che ha trionfato nello Stato del New Mexico.
A loro toccherà rappresentare il volto più multietnico del popolo USA, a cui si oppone l’elettorato “bianco” delle zone rurali del Paese, dove si concentrano i sostenitori dei repubblicani. I loro voti hanno permesso a Donald Trump di aumentare la sua maggioranza in Senato, dove ora siedono 53 senatori repubblicani e 47 democratici. È l’unico successo ottenuto dal presidente americano in queste elezioni di metà mandato, che, però, hanno visto 7 Stati federali cadere nelle mani del Partito Democratico, che per poco non ha espugnato il Texas. La roccaforte principale dei repubblicani, il cui candidato texano, Ted Cruz, ha battuto il democratico Beto O’Rourke con una differenza del 2,6%. Si tratta di un risultato storico che potrebbe valere a Beto O’Rourke la candidatura alle prossime presidenziali americane.