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Diritti umani

Elezioni: Lettera aperta delle donne

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Lettera aperta delle donne. Ambiente /agenda sociale/democrazia paritaria/ territori/innovazione /cura/ lavorodignitoso/nuova Europa. Elezioni politiche 25 settembre 2022. Noi donne ci rivolgiamo alle cittadine e ai cittadini italiani chiedendo loro di sostenere con il loro voto solo i partiti e le coalizioni che avranno accettato le priorità qui elencate

di Stati generali delle donneAlleanza delle Donne 

Il contesto

– La cura della Madre Terra è una sfida globale decisiva che, se non debitamente affrontata, finirà per rendere impossibile la vita sulla Terra così come la conosciamo. Viviamo infatti in un tempo segnato da una profonda crisi ecologica di origine antropica e solo cambiamenti drastici e radicali potranno mitigare gli effetti dell’inquinamento, il riscaldamento eccessivo, la crescente scarsità di acqua, lo scioglimento dei ghiacci, fattori che esercitano un notevole impatto sulla vita di milioni di persone e su territori fragili creando danni a vari livelli, influenzando fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale. L’avanzare dei cambiamenti climatici ridurrà lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture.

Siamo testimoni in Italia del dramma delle migrazioni indotte dal clima, a causa di fattori quali la distruzione della fertilità del suolo, la siccità, l’innalzamento del livello del mare e i conseguenti conflitti scatenati dalla scarsità delle risorse.

– Il rapporto Istat dichiara che 9,8 milioni di italiani saranno poveri assoluti e stima al 27% le persone a rischio povertà o esclusione sociale.

Oltre alla paura della pandemia e del contagio, il rischio maggiore per il futuro è la crescita del disagio e della povertà, in un contesto sempre più caratterizzato dalle diseguaglianze.

La crisi costringe alla disoccupazione e al “non lavoro dignitoso” i lavoratori/ici autonomi, i/le precari, i lavoratori/ici in nero. Tra questa fascia di popolazione ci sono le donne  e i giovani.

La posta in gioco è grande e le politiche attive verso la creazione di nuovo lavoro che devono essere messe in campo sono fondamentali per evitare l’insorgere di scontri sociali e per garantire ai giovani e alle donne un futuro lavorativo.

Cosa fare? Cosa chiediamo a chi si sta candidando a governare il Paese?

Alla base poniamo gli obiettivi trasversali dell’Agenda ONU 2030, ratificati dall’Italia e ispirati dalla Piattaforma di Pechino del ’95, le cui finalità sono riprese nel Piano NextGeneration Eu e nel PNRR.

-Non basta più “riformare” ma come sostiene Stefano Zamagni bisogna saper “trasformare” per riassorbire le diseguaglianze con il lavoro ed attraverso il lavoro, tramite la rimodulazione dei molti versanti che lo attraversano, con una nuova consapevolezza del valore sociale dell’impresa e della responsabilità civile dell’imprenditore/ice.

– Gli Stati generali delle Donne e l’Alleanza delle Donne si pongono all’interno di un’Europa unita, solidale e democratica fondata sul rispetto della dignità umana (art. 1 della Carta dei Diritti) e dello stato di diritto (art. 2 del Trattato sull’Unione europea) in una dimensione sovranazionale aperta alla cooperazione pacifica fra i popoli. La Nuova Europa dovrà avere un’unica politica estera ed una difesa comune e la promozione di un nuovo trattato per la cooperazione, la sicurezza e la pace sul continente europeo (Helsinki II) per contribuire alla pace in Europa

– Crediamo che la democrazia o è paritaria o non è democrazia e che quindi le candidature devono essere al 50&50.

Elenco delle priorità:

1)– Con la comunità scientifica chiediamo che la lotta alla crisi climatica, base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile nel futuro, venga posta in cima all’agenda politica e offriamo il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete.Per questo chiediamo la riduzione delle emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la nostra economia, accelerando il percorso verso una vera transizione energetica ed ecologica andando verso le energie rinnovabili.

2- Non intendiamo portare il nostro voto verso coalizioni “contro” qualcuno agitando paure o collaborare con coalizioni che dichiarano di abbracciare un programma già in parte realizzato come l’agenda Draghi. Occorre superare l’Agenda Draghi in senso evolutivo.

3 – Per mettere in sicurezza i territori e le attività produttive, chiediamo di continuare ad investire con decisione e celerità le risorse disponibili del PNRR. secondo il cronoprogramma dato per attuare gli investimenti e le riforme.

4- Si chiede di portare attenzione all’agenda sociale, le sue emergenze e gli interventi strutturali da mettere in campo in modo compatibile con la necessità di assicurare la sostenibilità del nostro debito pubblico e il quadro finanziario europeo;

5- riaffermare il ruolo internazionale dell’Italia, nell’Unione europea e nel quadro dell’Alleanza Atlantica, ma a partire da modalità di “costruire la pace” in Ucraina.

In dettaglio:

– una riforma del fisco attraverso un cambiamento dell’amministrazione dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando la digitalizzazione prevista dal PNRR,

– una formazione sul campo attraverso una scuola di “arti e mestieri” che crei professioni utili al nuovo mercato del lavoro,

– la definizione di un salario minimo,

– supportare la nascita e il consolidamento di nuove imprese femminili e giovanili con i fondi del PNRR che ad oggi si sono rivelati esigui,

– contrastare il dramma strutturale della violenza sulle donne con fondi PNRR per aiutare le donne vittime di violenza, tutte, non solo quelle che si recano nei centri antiviolenza, ad inserirsi nel mercato del lavoro e a riprogettare la propria vita personale e professionale,

– attivare un piano concreto di aiuti a famiglie e imprese per i prossimi mesi,

– creare un nuovo partenariato con tutti i paesi del Mediterraneo e con l’Unione Africana come modello di cooperazione multilaterale.

Come sensibilizzare l’elettorato femminile?

Se noi donne non faremo in modo che sia conveniente per i partiti fare una politica di giustizia climatica o una politica specifica per il lavoro delle donne o per le imprese femminili o per contrastare la violenza maschile sulle donne, i politici non la attueranno certo in modo spontaneo. Dunque la responsabilità è sia dei politici che degli elettori/elettrici: se questi ultimi non fanno in modo che sia “conveniente” per i partiti fare una politica climatica, i politici non la attueranno certo in modo spontaneo.

Conclusioni

Solo una piccola parte degli incerti/e non sa veramente a chi dare il proprio sostegno, e la stragrande maggioranza delle persone cerca invece soltanto una conferma, un segnale, un’ultima dichiarazione o una frase a effetto da parte di questo o quel/quella candidato/a per consolidare una decisione già presa più o meno inconsciamente da tempo. Esiste una “fidelizzazione” inconscia al partito che si è sempre votato.

La sempre più scarsa affluenza alle urne è un segnale preoccupante di progressivo allontanamento dalle istituzioni che mette a rischio i capisaldi su cui si regge un sistema democratico.

C’è molta energia su come arrivare all’appuntamento elettorale e noi donne ci spenderemo per i nostri valori.

Abbiamo bisogno, mai come ora, della cultura, della bellezza, della natura, dell’essere comunità.

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