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Attualità

È morto Francesco Bruno: un criminologo di fama internazionale ma, prima ancora, un Amico Grande

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L’11 gennaio è morto Francesco Bruno, uno dei più noti medici e criminologi italiani, che ha risolto casi di cronaca a dir poco complessi, tra cui la vicenda del “Mostro di Firenze”

 di Damiana Cicconetti  

 L’11 gennaio, a Celico, nel Cosentino, è morto il Professor Francesco Bruno, uno dei più noti medici e criminologi italiani; psichiatra di indiscussa fama internazionale; docente presso l’Università La Sapienza di Roma e di Rende, in Calabria, regione di cui era originario.

E chi, come la scrivente, ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Francesco Bruno non può non esserne rattristata.

Ho, in effetti, avuto modo di conoscerlo quando ero adolescente.

Francesco Bruno è stato un Amico di Famiglia: una persona cara; dall’aspetto burbero ma infinitamente gentile.

Ricordo che era davvero piacevole intrattenere conversazioni con lui: anche le più banali si rivelavano interessanti, oltre che ironiche e divertenti.

Ritengo che solo chi è dotato di sensibilità e, al tempo stesso, di particolare intelligenza possa rendere divertenti conversazioni che, in genere, non lo sono.

Francesco Bruno era sicuramente in grado di farlo!

Ricordo anche le storie che, in occasioni di incontri con la famiglia, era solito raccontare: sempre molto dispiaciuto quando si trovava innanzi giovani dipendenti da sostanze e/o da alcol; come pure da disturbi dell’alimentazione.

“Tutti alla ricerca della bellezza e della perfezione… Incapaci di cogliere la bellezza delle piccole cose della vita, oltre che la straordinarietà della vita stessa. E, perché no, l’importanza della salute…”.

Sono certa che il ricordo di questi racconti abbia avuto notevole importanza per la mia crescita.

A nove anni, quando l’ho incontrato per la prima volta, non credevo più da tempo a Babbo natale, eppure Francesco Bruno me lo ricordava: neppure troppo vagamente!

Ricordo anche tutte le occasioni in cui, anziché il taxi – visto che non amava guidare –, decideva di fare rientro a casa assieme alla mia famiglia, salutandomi, ogni volta, in maniera affettuosa e, al contempo, sottolineando l’importanza dell’amore e dell’affetto dei miei cari: “Persone per bene… una famiglia per bene e che non potrà non trasmetterti sani principi e valori…”.

Ricordo, inoltre, tutte le volte in cui ironizzava su se stesso e sul suo peso.

…Aveva un grande amico, Paolo Villaggio, col quale ha affrontato più di un viaggio in aereo: Paolo Villaggio, conosciuto come Fantozzi, il personaggio che ha interpretato a lungo e che, poi, lo ha reso noto.

… Una volta io ero terrorizzata, perché pochi giorni dopo avrei affrontato il mio primo viaggio in aereo e  lui, per confortarmi, mi aveva confidato il mio stesso terrore. Anzi!

Un terrore doppio. Perché per persone come Paolo e me, può accadere che sugli aerei la cintura di sicurezza non sia sufficiente. E allora sì che c’è da temere, anche se si ride e, con Paolo, non poco… Basta affrontare ogni situazione in sicurezza. Paolo ed io, ad esempio, dopo sane risate, chiamiamo una hostess e ci facciamo dare due cinture extra-large. Del resto vivere sotto una campana di vetro non vorrebbe dire affatto vivere…”.

…Gran persona Francesco Bruno, capace di ridere di questioni che, per altri, sono motivo di problemi non da poco.

…Un professionista che ha risolto casi che, senza i suoi studi e le sue perizie, di certo non si sarebbero conclusi: in primis, la vicenda del Mostro di Firenze.

Uno psichiatra che, semplicemente osservando una foto, era in grado di riferire lo stato d’animo al momento dello scatto.

…Per me, bimba di soli nove anni, Francesco Bruno era una sorta di mago buono: un vero Babbo Natale!

Un individuo da cui ho appreso un grande insegnamento: Accettarsi per quel che si è, con i propri pregi e difetti, su cui è importante saper ironizzare, anziché rimanerne condizionati…”.

Una persona che, mentre al telefono intraprendeva le conversazioni più serie, svolgeva semplici operazioni quotidiane: spesso occupato ai fornelli, nei preparativi del pranzo o della cena, visto che amava cucinare, per sé stesso e i suoi cari.

…Un uomo che mi ha svelato un segreto: La vita è il dono più bello della vita stessa…”.

Per questo non dobbiamo permettere a niente e nessuno di condizionarcela.

Superare eventi negativi e vicissitudini è inevitabile: per ognuno. Nessuno escluso!

Del resto, questo vuol dire vivere e chi non è in grado di farlo, non può che sopravvivere.

…Grazie Francesco per avermi svelato il tuo grande segreto che ho fatto mio e che, ora, non posso non donare agli altri, certa che non me ne vorrai.

…Sit tibi terra levis!

 

 

 

 

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