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Italia

“ Donne Mediterranee’ in una nuova prospettiva di responsabile protagonismo

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Maricia Bagnato Belfiore spiega il significato del ‘guardare il mondo con gli occhi di donna’ e qual è il valore aggiunto nel rispetto dei diritti umani nella visione al femminile in un mondo che anela la pace per tutti

 

donneMaricia Bagnato Belfiore

Esperta di Parità e Diritti Umani delle Donne

Roma, 18 settembre, 2015- Devo premettere che le mie esperienze  di donna, da 25anni impegnata quale interprete/promoter per le relazioni con l’estero, mi hanno fatto trattare  le vissute problematiche sociali femminili  come punto di partenza per sperimentare nuovi modi per risolverle o almeno migliorarle. La reciprocità nello scambio delle esperienze e conoscenze, vuol dire comunicare, tenere intatti i legami della famiglia e dell’amicizia, oltre che le pubbliche relazioni; gli accordi d’interscambio sono importanti per ogni lavoro e soprattutto vitali per le nuove prospettive da realizzare nel Mediterraneo. Oggi, tali prospettive per un futuro migliore delle donne sono diventate molto più realizzabili, nonostante si cerchi di fare in modo che l’oscurantismo atavico contro un diverso ruolo politico-sociale delle donne continui a bloccarle. Nel bacino del Mediterraneo il mondo femminile vive in una dicotomia evidente, dovuta a differenze di usi, costumi e religione  con difficoltà enormi, eppure le donne restano unite, pur discutendo e preparando mozioni di solidarietà: queste sono tutte contraddizioni di una società che, mentre parla di solidarietà e di pace, costruisce armi  per la distruzione e la morte, la violenza contro donne e bambini, la xenofobia ed il razzismo.“ GUARDARE IL MONDO CON OCCHI DI DONNA” è lo slogan più usato durante le assemblee femminili presso gli Organismi Internazionali , ma parecchie sono le interpretazioni e le analisi su queste parole. Tuttavia, malgrado le differenze, i movimenti femminili sono riusciti a permeare di sé molto di quello che si va formulando nelle varie piattaforme d’intesa e di azione, grazie alla capacità che noi donne abbiamo di incidere sulle Istituzioni e di fare pressione sui Governi. Noi donne italiane, capaci di mediazione per la giustizia e la libertà, operiamo per la pace costruendo le relazioni e gli scambi, perciò la nostra pratica di relazione è politica internazionale delle donne, una politica che le potenzia attuando una diplomazia ben diversa dalla politica internazionale degli Stati, ma parimenti efficace: il nostro modo di interscambiarci esperienze e idee è la vera base per creare la rete che ci raccoglie  tutte  come operatrici e costruttrici di pace. E’ necessario ogni sforzo di buona convivenza tra popoli tanto diversi eppure tanto bisognosi di relazione e di confronto. Oggi il mondo intero ha bisogno di misurarsi e, per questo, molte potenze o dittature minacciano guerre nucleari o guerre chimiche, che potrebbero distruggere tutto, in poco tempo e tra atrocità di ogni genere, per non parlare poi del dissesto ambientale e climatico di questi ultimi anni, catastrofico e sconvolgente, spaventoso e terribile. Bisogna partecipare agli incontri, alle conferenze e meetings,  per favorire la Pace ed il rispetto tra tutti gli esseri umani, senza distinzione di razza, sesso, religione, usi, costumi, secondo quanto detto e stigmatizzato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che dal 1948 è la base di tutte le Costituzioni degli Stati a governo democratico. Presso l’ONU-Organizzazione delle Nazioni Unite, l’UE- Unione Europea- il Parlamento Europeo ed il Consiglio d’Europa, molte ONG-Organizzazioni Non Governative lavorano in pieno equilibrio di problema-proposta-soluzione con le Istituzioni e gli Organismi Internazionali, tra cui molte formate sull’impegno delle Donne e dei Volontari che le compongono. E’ così che ho compreso quanto difficile sia riuscire a legare “il Fil Rouge” che unisce  tante donne mediterranee, la metà delle quali “non hanno voce” per esprimere la comune ricerca di libertà e di socializzazione, incontrandone tante e tutte dotate di straordinarie esperienze e pratiche di vita, di lavoro e di saperi diversi, ma affini. Alle Conferenze Governative vi è un intreccio ed una trasversalità di presenze molto alti, perché sono le donne che lavorano anche nei Governi e negli Uffici Centrali delle Istituzioni d’Europa malgrado le differenze circa il modo di affrontare i temi della guerra e della pace ed i nodi dei conflitti e della loro prevenzione. Esse pure hanno avuto e continuano ad avere esperienze di movimenti e progetti comuni, voluti e realizzati, ancora possibili ed efficaci . “ LA DONNA è NATA per SALVARE IL MONDO”: proprio queste le parole espresse da Papa Francesco durante il suo discorso nell’ Udienza del Mercoledì, per cui il 16 Settembre 2015 sarà ricordato come un giorno di “forte bella conferma della Chiesa Cattolica sul ruolo della Donna”.

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