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Donald Trump: «Sconfitta totale dell’ISIS prevista per la settimana prossima».Lo afferma Donald Trump

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Il trionfale annuncio di Trump accolto scetticamente dal suo stesso partito. I soldati USA stanno per lasciare la Siria dove migliaia di terroristi continuano ad operare.

Mercoledì, durante una conferenza stampa tenutasi nella Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump si è detto certo dell’ “imminente e totale” sconfitta dell’ISIS, obbiettivo che sarà raggiunto, entro la “settimana prossima”, dai 2.000 soldati USA dispiegati in Siria. Una volta compiuta la loro missione, secondo quanto annunciato da Trump, i militari americani potranno “tornare a casa”, lasciando che gli altri membri delle Nazioni Unite si occupino delle “rimanenze”, ovvero degli ultimi miliziani dell’ISIS ancora presenti sul territorio siriano. Secondo alcune stime realizzate dalla Commissione di Sicurezza del Senato americano, sono circa 1.500 i terroristi ancora attivi in Siria, concentrati in un’area di 5 chilometri quadrati a ridosso del confine iracheno, vicino al fiume Eufrate. Questa sacca di resistenza è fonte di grande preoccupazione per il Dipartimento di Sicurezza USA, il quale  ha rilevato come i miliziani ISIS siano in grado, anche nel corso della ritirata, di ordire attacchi e tendere imboscate all’esercito governativo siriano o ad altri nemici. Una delle tattiche più utilizzate dai terroristi è quella di organizzare posti di blocco temporanei per compiere omicidi di massa.

L’operatività dell’ISIS non si limita semplicemente ad azioni di guerriglia, perchè si estende anche ad attività di proselitismo che, sopratutto nel nord-est della Siria, avviene attraverso il volantinaggio. L’abilità dello Stato islamico nel reclutare combattenti, sia nel Medio Oriente che in Europa, è ben nota al Dipartimento di Sicurezza Americano, il quale teme che, dopo la partenza delle truppe USA, l’ISIS possa recuperare nuovamente terreno nell’arco di 6 o 12 mesi. La stessa preoccupazione è stata condivisa dalle altre 79 nazioni che hanno affiancato gli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo islamico. Di fronte alla crescente perplessità dei Paesi alleati, il Segretario di Stato USA, Mike Pompeo, ha dichiarato che il ritiro dei militari americani dalla Siria non deve essere inteso come “un cambio della missione”, ma come una “scelta tattica”. Per Mike Pompeo, la jihad si sta “decentralizzando” e, per tale ragione, non va più affrontata con un massiccio dispiegamento di forze. L’amministrazione Trump ha rassicurato gli alleati, garantendo l’impegno dell’America nella lotta all’ISIS, anche se non è chiaro come quest’ultima sarà condotta una volta che i soldati USA avranno lasciato la Siria. Pianificare una nuova strategia bellica spetta al Dipartimento di Sicurezza Americano, ma il Segretario della Difesa USA, James Mattis, ha dato le dimissioni perché in disaccordo con la politica del governo in Medio Oriente, criticata anche dal partito di Trump.

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