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Diritti umani

“Dal Giorno alla Notte. Il caso delle Marocchinate e la Ciociara di Alberto Moravia”: per celebrare il 25 novembre  

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In occasione della Giornata Mondiale per il contrasto alla Violenza sulla Donna, la Pia Opera Universitaria in collaborazione con LIDU Onlus ha organizzato un evento che ha reso noti eventi storici agghiaccianti, seppur ancor oggi ignoti ai più: le “Marocchinate”, violenze inaudite subite da oltre 60.000 civili nel basso Lazio.

 di Damiana Cicconetti 

Il 25 novembre, in occasione della Giornata Mondiale per il contrasto alla Violenza sulle Donne, a Roma, presso la sede della LIDULega Italiana dei Diritti dell’Uomo in Piazza d’Ara Coeli n. 12, si è tenuto l’importante convegnoDal Giorno alla Notte. Il caso delle Marocchinate e la Ciociara di Alberto Moravia” organizzato e promosso da Pia Opera Universitaria.     

Ad introdurre l’incontro il Presidente della LIDU Onlus, Dottor Eugenio Ficorilli, che ha ricordato progetti particolarmente importanti realizzati dalla stessa LIDU, da sempre impegnata nella difesa dei Diritti delle Categorie più Deboli.

Il Presidente Ficorilli ha, poi, ceduto la parola al Presidente della Pia Opera Universitaria, Dottor Marcello Gentile, ben onorato dell’invito e che, perciò, ha evidenziato di “sentirsi oramai da tempo partnership della LIDU, con la quale non può non condividere intenti ed iniziative…”.

A coordinare magistralmente l’incontro il Direttore Artistico Professor Gennaro Colangelo, oltremodo entusiasta di rendere noti eventi sconosciuti ai più ma di cui va mantenuta viva la Memoria.

Una Memoria resa oltremodo viva dalla voce del valente attore Emmanuel Casaburi, attraverso la lettura e, invero, eccelsa interpretazione di brani fin troppo noti, estratti dal libro La Ciociara, di Alberto Moravia.

…Un libro che narra eventi drammatici accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale…

…Eventi ancor più drammatici  della stessa Guerra, anche se si fatica a crederlo!

…Pagine che raccontano di una madre di nome Cesira e della sua giovanissima figlia Rosetta, di appena dodici anni che, dopo essersi rifugiate nel paese natale di Sant’Eufemia, nei pressi di Fondi, nel tentativo di sfuggire ai rastrellamenti, subiscono una violenza ancor più grave, dopo aver deciso di far rientro a Roma.

…Una violenza inaudita: nell’animo, oltre che nel corpo e che, perciò, le segnerà indelebilmente per sempre.

Perché Cesira e Rosetta vengono assalite e violentate da un gruppo di soldati nord-africani dell’esercito francese… I cosiddetti Goumier.

Di certo la storia di Cesira e Rosetta è romanzata: perfettamente descritta da Moravia e, in quest’occasione, interpretata con altrettanta perfezione dal giovane Emmanuel Casaburi.

Ma in ogni caso è una storia che racconta eventi reali…

…Episodi realmente vissuti, o meglio subiti – come sempre accade in ogni guerra! – da “vittime civili” e, dunque, donne, bambini, anziani, finanche uomini.

Eventi che ha dettagliatamente ricordato l’Avv. Giuseppe Mazzella, esperto di storia locale.

…Vicissitudini che hanno realmente subito ben 60.000 donne nella sola provincia di Frosinone.

…Vicende di cui ancor oggi molto si ignora o, in ogni caso, si preferisce mantenere celato.

“Marocchinate: questo il termine utilizzato per definire  tutti gli episodi di violenza sessuale di massa in danno di migliaia di civili di tutte le età… Violenze provocate dai Goumier, marocchini inquadrati nel Corpo di Spedizione Francese in Italia, durante la Campagna d’Italia…”.

“…Violenze che ebbero luogo nel basso Lazio dopo lo sfondamento della Linea Gustav da parte degli Alleati”: queste le parole commosse con cui ci ha reso edotti di tragedie sì grandi l’Avv. Mazzella.

…Marocchinate, o per meglio dire stupri di guerra verificatisi nei comuni di Latina, Lenola, Campodimele, Fondi, Formia, Sabaudia, San Felice Circeo, Sezze, Cori, Norma, Roccagorga, Maenza, Prossedi, Spigno, Saturnia, Frosinone, Ceccano, Giuliano di Roma, Vallecorsa, Castro dei Volsci, Villa Santo Stefano, Amaseno, Esperia, Supino, Pofi, Pratica, Pastena, Pico, Pontecorvo… A non voler far torto a tutti gli altri paesi del basso Lazio che tante e tali atrocità hanno subito nel mese di maggio di quel terribile anno… Il 1944!

Anzi! Atrocità con conseguenze ancor oggi fin troppo evidenti, visto che non poche donne hanno, poi, partorito figli di etnia magrebina.

Donne che, perciò, anche negli anni a seguire, hanno continuato a subire quotidianamente la vergogna di cotante violenze: soprattutto considerando che erano tempi ben differenti da quelli di oggi… Tempi in cui una donna violata, oltre a tale oltraggio, era ritenuta disonesta per il resto della vita.

Senza, poi, dimenticare tutte coloro che, pur di sfuggire a tale onta, dopo aver preso conoscenza di indesiderate gravidanze hanno addirittura preferito togliersi la vita.

O, peggio ancora, hanno trovato la morte, colpite da malattie trasmissibili sessualmente ed  inguaribili all’epoca.

Fatti su cui vale la pena riflettere e che meritano di essere resi noti.

“…Perché una donna e, invero, un povero essere umano che subisce uno  stupro non può che imparare a convivere con un male sì grande…”: queste le accorate parole della Psicologa e Psicoterapeuta Dottoressa Eliana Lamberti.

Perché uno stupro “richiede tempo, molto tempo per essere metabolizzato. Almeno nei casi più fortunati, visto che una rimozione totale non potrà avvenire mai…”.

Eppure, a dire il vero, una rimozione risulta oggi fin troppo evidente…

…Ci si riferisce a tutti coloro che si sono adoperati per far sì che vi fosse una “Memoria Rimossa”.

Ecco perché, a conclusione dell’incontro, Tiziana Primozich, Responsabile dell’Ufficio Stampa della LIDU Onlus, non ha potuto definirsi “toccata nell’animo e nel cuore, dopo aver preso conoscenza di fatti tanto gravi e di cui così tanto poco ancor oggi si parla…”.

Una fortuna, dunque, che qualcuno abbia preferito non tacere.

…La deputata Maria Maddalena Rossi, ad esempio: una donna che fin dal 1952 ha denunciato le sole violenze subite nella provincia di Frosinone… 60.000 ma, sicuramente, ancor di più, perché molti hanno taciuto.

Taciuto per vergogna, potremmo sostenere falsamente ancora…

Ma oggi non vi è più chi non veda quel che è oramai a tutti fin troppo evidente…

A provare vergogna dovrebbero essere altri che qualcuno preferisce chiamare ancora fratelli”…  

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