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Cucciolo ucciso a calci a Roma. L’Oipa si costituisce parte civile

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È in discussione in Commissione Giustizia del Senato un disegno di legge che vorrebbe rafforzare la tutela giuridica degli animali 

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) presenterà denuncia querela finalizzata alla costituzione di parte civile per l’uccisione del cucciolo di labrador preso a calci nel corso di una lite venerdì pomeriggio in piazza Saxa Rubra, nel Municipio 15.

A quanto si apprende, è stato un cinquantenne senza fissa dimora a sferrare due calci al cagnolino al culmine di una lite. La violenza è stata tale da uccidere immediatamente il piccolo. Il gesto ha scatenato la reazione del proprietario, al quale si sono aggiunti anche alcuni passanti che avevano osservato la scena. L’uomo è stato salvato dal linciaggio solo grazie all’intervento degli agenti dei Commissariati di Villa Glori e Ponte Milvio, che lo hanno denunciato per l’uccisione dell’animale ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale.

«I reati contro gli animali sono puniti con pene troppo esigue e nessuno finisce in carcere, neanche per i casi più gravi», osserva la delegata dell’Oipa di Roma, Rita Corboli. «Le sanzioni vanno inasprite, affinché siano un vero deterrente contro il loro maltrattamento. Le nostre guardie zoofile, in tutta Italia, ricevono continuamente segnalazioni di maltrattamento. Occorre un inasprimento delle pene».

L’Oipa ha partecipato ai lavori per la modifica del Codice penale affinché i reati contro chi maltratta gli animali siano puniti più duramente.

È in discussione in Commissione Giustizia del Senato un disegno di legge che vorrebbe rafforzare la tutela giuridica degli animali sotto vari profili. «Nel testo si fa presente che i procedimenti per reati a danno degli animali sono tutt’altro che in calo e che oggi le vittime non sono adeguatamente tutelate, anche in ragione della esiguità delle pene previste per i reati a loro danno», spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dello Sportello legale dell’Oipa.  «La legge propone, tra l’altro, di modificare l’art. 544 bis portando la pena da uno a cinque anni, cui si aggiungerebbe per il colpevole una multa dai 5 mila ai 50 mila euro. Per quanto riguarda il maltrattamento, la pena potrebbe invece variare da un minimo di tre mesi a un massimo di tre anni. Anche in questo caso il reo dovrebbe pagare anche una multa, che però dovrà essere comminata in aggiunta e non in sostituzione della pena detentiva».

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