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Crisi energetica. Rigassificatore di Piombino, effetti a lungo termine: rischio antropogenico e capacità occupazionali (parte3) — Energy crisis. Piombino regasifier, long-term effects: anthropogenic risk and occupational skills (part 3)

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di emigrazione e di matrimoni

Crisi energetica. Rigassificatore di Piombino, effetti a lungo termine: rischio antropogenico e capacità occupazionali (parte3) 

di Marco Andreozzi

Piombino è area di “crisi industriale complessa” con particolare riferimento all’acciaieria oggi di proprietà indiana che lavora in modo discontinuo, senza scenari chiari per il futuro. Area di “crisi industriale complessa” sono anche i comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano della provincia stessa di Livorno, territorio socialmente fragile di Toscana pur agganciato all’importante porto mercantile che insieme al vicinissimo aeroporto di Pisa ne fa piattaforma logistica di rilievo nazionale. Le proteste dei cittadini rispetto all’insediamento del rigassificatore sono la reazione emotiva più dettata da questo elemento socio-economico. Sta di fatto che degli oltre 140 impianti di rigassificazione esistenti sul pianeta la stragrande maggioranza sono terminali di terra.

Riguardo lo sviluppo di questo territorio e delle altre 20 aree di “crisi industriale complessa” della penisola – inclusa la Torino che fu capitale europea dell’industria dell’auto – si noti che esiste una sovrapposizione quasi totale con le 44 aree d’Italia più inquinate e a rischio tumori, come definite dal ministero della Salute. La problematica del rigassificatore di Piombino si inserisce quindi in un ambito ben più vasto, intrinsecamente fondamentale nel governo di una strategia di sviluppo adeguato al XXI secolo. Si parla giustamente di economia ‘verde’ – e soprattutto di sostenibilità – che va inserita in un Paese tanto antico quanto fragile, con la più alta densità di beni artistici, archeologici ed architettonici al mondo all’interno delle molte zone a rischio terremoti, mentre rimane la seconda economia industriale d’Europa con la sua millenaria cultura del lavoro.

Risulta quindi evidente la priorità-uno di una strategia di politica economica adeguata: protezione ambientale ‘totale’, un approccio che parafrasa il concetto di qualità totale dell’industria degli anni Ottanta e volto a migliorare la qualità della vita. Quindi, indirizzare legislazioni e investimenti per minimizzare progressivamente gli impatti ambientali industriali nonché a risanare e bonificare dove serva, secondo le migliori pratiche, i brevetti e le tecnologie disponibili in una logica di economia circolare, recuperando e immettendo sul mercato minerali e materie prime-seconde con profitto e posti di lavoro. Contenere i costi sanitari sarà ulteriore risultato a cascata.

Per Piombino e tutta la costa livornese, l’impatto dell’economia del mare – 10% del PIL italiano – è fondamentale e sappiamo che 1€ in più di domanda aggiuntiva relativa, attiva un effetto moltiplicatore pari a circa 2€. Inoltre, un posto di lavoro in ambito tecnologia ne genera due nei servizi; miglior logistica dovrà integrare questo sistema costiero con la Valle dell’Arno, macro distretto ideale che aggrega buona parte del valore aggiunto industriale toscano. Inoltre, le enormi quantità di energia ‘fredda’ (circa 830 kJ/kg) sprecate nel processo di rigassificazione del GNL possono essere impiegate in generazione energetica, separazione dell’aria, desalinizzazione, cattura criogenica di anidride carbonica e recupero di NGL (separare l’etano e gli idrocarburi più pesanti dal gas naturale). Tale energia può migliorare le efficienze energetiche ed exergetiche (parametro termodinamico) nel processo di produzione dell’idrogeno prossimo venturo, vettore di diretto utilizzo nelle acciaierie, mentre altre potenziali applicazioni sono il recupero dell’energia ‘fredda’ sulla catena del freddo per il trasporto alimentare, il raffreddamento dei centri elaborazione dati e la desalinizzazione a base di idrati. Tutti fattori-guida nella tabella di marcia di una futura strategia industriale per Piombino.

Energy crisis. Piombino regasifier, long-term effects: anthropogenic risk and occupational skills (part 3)

By Marco Andreozzi

Piombino township is an area of “complex industrial crisis” (as labeled in Italy) with particular reference to the steel mill currently of Indian ownership which works discontinuously, with no clear scenarios for the future. The towns of Leghorn, Collesalvetti and Rosignano are also a “complex industrial crisis” areas in the same Leghorn region, a socially fragile territory of Tuscany even though it is connected to the important container port which, together with the nearby Pisa airport, makes it a logistic platform of national importance. The protests of citizens regarding the floating storage and regasification unit (FSRU) are the emotional reaction dictated by this socio-economic element. The fact is that of the more than 140 regasification facilities existing on the planet, the vast majority are on-land terminals.

Regarding the development of this territory and of the other 20 areas of complex industrial crisis of the peninsula – including Turin city which used to be an European capital of the car industry – it should be noted that there is an almost total overlap with the 44 areas of Italy that are graded ‘more polluted and at risk of cancer’ by the ministry of health. The problem of the Piombino FSRU is therefore part of a much broader context, intrinsically fundamental in the governance of a development strategy suitable for the 21st century. We rightly speak of a ‘green’ economy – and above all of sustainability – which must be inserted in a country as ancient as it is fragile, with the highest density of artistic, archaeological and architectural assets in the world within several areas at risk of earthquakes, while being the second industrial economy of Europe with its deeply-rooted work culture heritage.

The priority one of an adequate economic policy is therefore evident: ‘total’ environmental protection, an approach that paraphrases the concept of total quality of the 1980s in manufacturing and aimed at improving the quality of life. Therefore, to directing legislation and investments to progressively minimize industrial environmental impacts as well as to restore and reclaim where needed, according to the best practices, the patents and technologies available in a logic of circular economy, recovering and placing on the market minerals and raw-secondary materials with profit and new jobs. Containing health care costs will be another cascading result.

For Piombino and the entire Leghorn coast, the impact of the maritime economy – 10% of the Italian GDP – is fundamental and we know that 1 € more of relative additional demand activates a multiplier effect equal to about 2 €. Furthermore, one job in technology generates two in services; better logistics will have to integrate this coastal system with the “Arno river Valley”, an ideal macro district that aggregates a large part of the Tuscan industrial added value. Furthermore, the enormous quantities of ‘cold’ energy (about 830 kJ / kg) wasted in the LNG regasification process can be used in power generation, air separation, desalination, cryogenic carbon dioxide capture and NGL recovery (separate ethane and heavier hydrocarbons from natural gas). This energy can improve power and exergetic efficiencies (a thermodynamic parameter) in the planned production process of hydrogen, a vector for direct use in steel mills, while other potential applications are the recovery of ‘cold’ energy on cold-chains for food transportation, data centers cooling and hydrate-based desalination. All guiding factors in the roadmap of a renewed future industrial scenario for Piombino.

 

Marco Andreozzi, è Dottore in Ingegneria Meccanica, Economia/Amministrazione (Politecnico di Torino), tecnologo industriale e specialista del settore energetico, proviene da esperienze professionali in cinque multinazionali in Italia e paesi extra-europei, e come direttore generale; nomade digitale dal 2004, e sinologo, parla correttamente il mandarino.
Marco Andreozzi, is Doctor of mechanical engineering (polytechnic of Turin – Italy), industrial technologist and energy sector specialist, comes from professional experiences in five global corporates in Italy and extra-European countries, and as business leader; digital nomad since 2004, and China-hand, he is fluent in Mandarin.

 

 

 

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