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Italia

Covid19 e i documenti secretati. Strage di Stato o cosa?

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Perché hanno secretato i documenti del Comitato Scientifico? E perché solo oggi li mettono a disposizione della Fondazione Einaudi?

di Paolo Buralli e Giuseppe Cossari – C.T.I.M. Melbourne – Australia

Partiamo subito dicendo che questo articolo ha come obiettivo solo quello di porre domande e riflettere su quanto sta accadendo in Italia riguardo alla secretazione e poi oggi desecretazione dei documenti redatti dal Comitato Scientifico per la pandemia Covid19 e provare anche ad ipotizzare delle risposte che non pretendono in nessun modo di essere neanche verità relativa ma, soltanto opinion e logiche riflessioni personali.

Detto questo se questi documenti non potevano essere di pubblico dominio, è inevitabile ricordare ai tonni, come sono stati menzionati più volte dagli avversari politici,  del Movimento Cinque Stelle che questo tipo di operazioni erano pratiche che venivano fatte da quei Governi che tanto loro hanno disprezzato e che la scatola di tonno che dovevano aprire è stata immediatamente richiusa con punti di saldatura appena hanno poggiato il loro fondoschiena su quelle morbide poltrone del Parlamento Italiano.

Va subito ricordato anche  che le stragi più significative accadute sul territorio Nazionale, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, Piazza Fontana, Ustica ed altre, hanno portato con sé documenti secretati per anni ed anni e quasi tutti mai de-secretati interamente quindi, quando sentiamo la parola “documenti secretati” i dubbi che ci sia una zona nerissima, nera e poi grigia ci porta a chiederci: “Cosa c’è di grosso riguardo questa vicenda per arrivare al punto di proteggere Governo e Comitato Scientifico tramite la secretazione di documenti da loro redatti? Incominciamo a dire che è strano che la secretazione dei documenti del Comitato Scientifico, arrivi dopo l’avvio della richiesta allo stesso Comitato dei parenti delle vittime Covid19, “Noi Denunceremo, verità e giustizia per le vittime del covid19” in Lombardia.

Va anche detto che con la dichiarazione dello stato d’emergenza pubblicato in Gazzetta ufficiale il 31 gennaio 2020, il Governo da quel momento ha deciso unilateralmente di acquisire la totale gestione dell’emergenza sanitaria e quindi ha assunto per legge le responsabilità di quanto sarebbe accaduto da quella data in poi.

Per questo riteniamo che questo atto di secretare dei documenti, che forse potrebbero in qualche maniera provare che le linee ed i protocolli dettati dal Governo tramite il Comitato Scientifico potevano essere errati, è un atto volto a nascondere una grande verità; la conferma che per errori commessi dal Governo sono state condannate a morte migliaia di persone che l’Italia piange ancora oggi, e per questo nuovamente ci domandiamo: “è forse per questa consapevolezza, di essere l’eventuale ed unico colpevole, che il Governo ha agito con la secretazione dei documenti del Comitato Scientifico?”.

Ed a rafforzare le nostre riflessioni in quel senso, sono anche le affermazioni di alcuni medici che dichiaravano nelle settimane successive al grande caos che regnava in quel periodo, in cui hanno perso la vita più di 30.000 persone, non dimentichiamolo, che il problema erano i trombi che si formavano nei vasi sanguigni e non l’apparato respiratorio, di fatto, ammettendo che forse qualcuno aveva perso la vita per l’uso di una terapia errata. Tra le voci che sono rimbalzate qua e la c’è anche quella di un medico che si è spinto oltre in una trasmissione radiofonica del Gruppo Il Sole 24, La Zanzara, diretta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, affermando che l’errore commesso dai protocolli terapeutici era quello di intubare i Pazienti senza, appunto, prendere in considerazione che il problema erano i trombi e che dunque quello sbaglio faceva si che i polmoni venivano completamente bruciati, affermando e gridando in maniera scomposta e arrabbiata: “Li abbiamo ammazzati noi, questa è la verità”.

E dalle affermazioni di quel medico alla Zanzara, ci è tornata in mente la storia di Francesco un ragazzo che nel mese di maggio fu costretto a subire un trapianto perché, secondo l’articolo il coronavirus gli aveva bruciato i polmoni:

“Il coronavirus gli ha bruciato i polmoni ma la collaborazione tra i professionisti di due importanti strutture ospedaliere come l’  IRCCS Ospedale San Raffaele  e il Policlinico di Milano, gli ha salvato la vita.”

Link dell’articolo COVID-19: Francesco salvo grazie a ECMO e trapianto dei polmoni

Continuiamo dicendo che assurda anche fu la scelta forzata di non effettuare le autopsie e cremare per ordinanza i deceduti per Covid19; è risaputo che l’autopsia è l’unico modo che la medicina e la ricerca hanno per investigare e comprendere esattamente il motivo del decesso, per poi attuare un protocollo efficace per curare in maniera corretta la malattia, dunque, perché fu presa questa decisione? 

Coronavirus, il gruppo ribelle dei medici legali: «Fateci fare le autopsie»

Ecco allora, che unendo i puntini, la secretazione dei documenti del Comitato Scientifico, le affermazioni del medico alla trasmissione  La Zanzara ed il trapianto dei polmoni di Francesco, ci appare un chiaro disegno, il fatto che sia possibile che quelle migliaia di morti siano state causate da errori commessi da questo esecutivo e che ancora una volta la politica, con questo atto di secretazione, disattenderà il Popolo Italiano che è sovrano e soprattutto mancherà di rispetto a tutti quei famigliari delle vittime che chiedono a gran voce di comprendere per quale “reale” ragione i loro cari sono morti.  E dal momento che le de-secretazione è avvenuta oggi tramite la fondazione Einaudi ci domandiamo che fine hanno fatto i documenti di cui agli articoli riportati dai giornali in tempo reale

Chiudiamo queste nostre riflessioni esprimendo una vicinanza a tutte le famiglie che hanno perso i loro parenti ed i loro amici in quei maledetti giorni che hanno messo a dura prova il comparto sanitario Nazionale cui oggi il Governo con questo atto, la pseudo de-secretazione dei documenti del Comitato Scientifico, decide di infliggere un’ulteriore ferita, negando con tutta probabilità a queste persone la possibilità di avere risposta alla loro richiesta di verità.

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