Italiani nel Mondo
Cosa vuol dire 100% italiano? Parte 1 – What does 100% Italian mean? Part 1
Cosa vuol dire 100% italiano? Parte 1
Ci sono temi che, prima ancora di cominciare a scrivere, già sai che creeranno controversie. Ma non per questo non dobbiamo parlarne, non solo perché sono importanti di per sé, ma soprattutto perché dobbiamo cominciare a pensare in modo serio di come dobbiamo considerare, in modo realista, gli italiani all’estero per poter dare loro la possibilità di capire cosa vuol dire essere italiano.
Per questo motivo chiediamo ai lettori di avere pazienza e quindi di non giudicare solo dal titolone dell’articolo senza aver letto tutti gli articoli di questa serie.
Cominciamo il tema da una domanda che vediamo regolarmente sulle pagine degli italiani all’estero. Magari quando l’utente mette sui social la foto di un piatto di famiglia, o una foto di sé stesso(a), oppure si offende quando ottiene il risultato della prova del DNA e scopre che l’esito non conferma quel che pensa d’essere.
La domanda è “sono 100% italiano?”, con variazioni secondo il post.
Questa domanda sembra semplice, ma proprio questa semplicità nasconde molte sfumature che non sono così ovvie a molti. Questo commento è valido, ed in modo molto particolare, anche a quelle persone in Italia che sembrano divertirsi sui social a prendere in giro commenti e post da italiani all’estero senza sapere, oppure senza voler sapere, che le realtà dei sistemi scolastici all’estero non permettono ai figli/discendenti di emigrati italiani di conoscere dettagli importanti del paese d’origine dei loro genitori, nonni o bisnonni.
Infatti, dobbiamo iniziare questo discorso proprio da questa domanda perché essere italiano non è solo fatto di DNA, ma anche di scuole, usanze e tradizioni che puoi imparare solo in Italia e che non potrai mai apprendere in modo esauriente solo leggendo i giornali italiani, guardando programmi di RAI Italia, oppure da ascoltando i ricordi dei genitori, nonni ed altri emigrati italiani.
In questo discorso dobbiamo anche considerare aspetti della cittadinanza italiana per i figli/discendenti all’estero perché avere sangue italiano dai genitori/nonni, ma non sapere una parola della lingua, o niente della nostra Storia e Cultura vuol dire davvero che siano cittadini italiani a tutti gli effetti?
E nel pensare cosa vuol dire essere “100% italiano” e quindi cittadini italiani si applica solo a chi sa la lingua, o a chi conosce solo certi aspetti particolari della nostra Cultura, magari cantanti italiani o film italiani popolari di decenni fa?
Ma non sapere questi dettagli non toglie ai figli, nipoti o pronipoti di emigrati italiani che sono discendenti d’Italia e quindi dovrebbero anche avere la possibilità di poter imparare la nostra lingua, di avere i mezzi di comunicazione e di intrattenimento, sia televisivi che informatici, che potrebbero permettere a loro di fare i primi passi per imparare prima la nostra lingua e poi il loro Patrimonio Culturale personale, il Patrimonio più grande del mondo, senza eccezioni.
Quindi, per poter fare un discorso serio su questi ed altri aspetti d’essere “100% italiani” dobbiamo considerare i modi diversi d’essere italiani e ciascuno di questi sarà il tema dei prossimi articoli.
Il primo è ovviamente quello della cittadinanza che è tanto di legge quanto anche di buona fortuna come quando i genitori decidono di prendere la cittadinanza del nuovo paese di residenza, a volte dando cittadinanza italiana ai primogeniti per poi negarla ai figli nati dopo. E qui la legge è davvero crudele.
Il secondo aspetto legato strettamente alla cittadinanza è quello del DNA che molti considerano “prova” d’essere italiani, ma davvero basta solo il DNA per poterlo dire?
Il terzo aspetto è quello della Cultura. Essere “100% italiano” deve, per la propria natura, considerare questo aspetto fondamentale. E nel parlare della Cultura abbiamo l’obbligo di parlare della lingua.
E l’ultimo aspetto sono le tradizioni ed usanze che non sono universali ed immortali nemmeno in Italia e quindi cambiano col tempo, non solo in Italia, ma ancora di più per chi abita, nasce e/o cresce all’estero.
Allora invitiamo i nostri lettori a pensare a questi brevi cenni come introduzione mentre aspettano la seconda parte della serie, la cittadinanza.
Nel frattempo, ripetiamo ai nostri lettori all’estero di invitarci le loro storie ed esperienza su questi ed altri aspetti d’essere emigrati italiani, oppure figli/discendenti di emigrati italiani a: gianni.pezzano@thedailycases.com
What does 100% Italian mean? Part 1
There are subjects that you know will cause controversy even before you start writing. But this is not a reason that we must not talk about them, not only because they are important in their own right but especially because we have to start thinking seriously about how we must consider the Italians overseas in a realistic way in order to give them the chance to understand what it means to be Italian.
For this reason we ask our readers to be patient and so not to judge only by the article’s headline without having read all the articles in this series.
We start the subject with a question that we see regularly on the pages of the Italians overseas. Maybe when users put up a photo of a family dish or a photo of themselves or are offended when they get the results of the DNA test and discover that the outcome does not confirm what they expected.
The question is “Am I 100% Italian?” with variations depending on the post.
This question seems simple but this very simplicity hides many nuances that are not so obvious to many people. This comment is valid, and in a very specific way, also to those people in Italy who enjoy themselves on the social media by mocking comments and posts by Italians overseas without knowing, or even without wanting to know, that the reality of schools overseas does not allow the children/descendants of Italian migrants to know important details of the country of origin of their parents, grandparents or great grandparents.
Indeed, we must start from precisely this question because being Italian is not only a matter of DNA but also of schools, customs and traditions that you can learn only in Italy and that you will never be able to learn in an exhaustive way only by reading Italian newspapers, watching RAI Italia’s TV programmes or by listening to the memories of your parents, grandparents and other Italian migrants.
In this discussion we must also consider aspects of Italian citizenship for the children/descendants overseas because does having Italian blood from the parents/grandparents but not knowing a word of the language or nothing of our history and Culture really mean they are Italian citizens for all intents and purposes?
And in thinking about what it means to be “100% Italian”, and therefore Italian citizens, apply only to those who know the language or who know only certain aspects of our Culture, maybe Italian singers or films that were popular decades ago?
But not knowing these details does not take away from the children, grandchildren or great grandchildren of Italian migrants that they are descendants of Italy and therefore they should also have the chance to be able to learn our language, to have the means of communications and entertainment that would allow them to take the first steps towards learning first our language and then their personal Cultural Heritage, the biggest Heritage in the world, without exception.
Therefore, in order to have a serious discussion on these and other aspects of being “100% Italian” we must consider the different ways of being Italian and each of these will be the theme of the next articles.
The first aspect is obviously citizenship which is as much about the law as about the good fortune of when the parents decided to obtain the citizenship of their new country of residence, sometimes giving Italian citizenship to the first born to then deny it to those born after. And here the law is truly cruel.
The second aspect tied closely to citizenship is that of DNA that many people consider “proof” of being Italian but is only DNA enough to be able to say so?
The third aspect is that of Culture. By its very nature being “100% Italian” must also consider this essential aspect. And in talking about Culture we an obligation to also talk about the language.
And the final aspect is that of traditions and customs that are not universal and immortal, not even in Italy, and therefore they change over time, not only in Italy but even more for those who live, are born and/or grow up overseas.
So we invite our readers to think about these brief hints by way of introduction while they wait for the second part of the series, citizenship.
In the meantime we repeat our invitation to our readers overseas to send us their stories and experiences of these and other aspects of being Italian migrants or children/descendants of Italian migrants to: gianni.pezzano@thedailycases.com